Sanremo 2020: Amadeus vuole la giornalista che odia l’Occidente, Mediaset pensa a un secondo Festival?

Sanremo e le polemiche. Un matrimonio indissolubile, di quelli che non hanno mai lasciato trapelare la minima crisi. Il Festival della Canzone italiana e le schermaglie socio-politiche hanno sempre avuto un rapporto di simbiosi anche prima che Grillo creasse il M5S, figurarsi ora.

Non sono ancora stati ufficializzati i nomi dei Big (anche se Lisa ha già messo la nota polemica per la sua esclusione) e già la discussione si è spostata sui social, ormai anticamera di prova del Parlamento per i leader.

La scelta di Amadeus di avere dieci donne diverse che si alterneranno nelle cinque serate avrebbe dovuto fare allarmare quelli che amano avere la musica al centro del Festival, in un’edizione che invece sembra già essere piena di troppi protagonisti. Tralasciando Tiziano Ferro, a cui verranno concessi spazi di promozione per il suo tour esattamente come fu per Baglioni negli ultimi due anni (si noti che Claudio era il direttore artistico e la sua carriera un tantino più storica di quella di Ferro), vedremo sul palco Fiorello, gli innumerevoli ospiti e le dieci donne. Ciascuno di loro vorrà, giustamente, ritagliarsi il proprio angolo in questo Festival dove chi non lo farà passerà nell’anonimato. Proprio come forse ha deciso di fare Amadeus, affidandosi a tanti artisti che possano colorare il suo Sanremo. Evitando la noia che altrimenti potrebbe palesarsi col solo bravo conduttore. Tanti ospiti e protagonisti toglieranno inevitabilmente spazio alla gara per restituirlo allo show che negli ultimi anni era stato meno influente. Avremo 22 canzoni in gara, è vero, ma come sempre alcune le sentiremo solo il giorno dopo su You Tube a meno che non decideremo di rimanere incollati alla tv fino all’una di notte. Questo avrebbe dovuto preoccuparci, ma le polemiche si sono fermate a una sola delle dieci donne.

Parliamo della giornalista Rula Jebreal, chiamata da Amadeus e subito criticata aspramente per i suoi toni sempre fintamente pacati e alquanto irritanti nel suo attacco continuo alla cultura occidentale per difendere l’islamismo. Che la signora in questione non sia propriamente moderata è cosa nota, ma sicuramente non sarà sul palco dell’Ariston per parlare male di Salvini e della Meloni. Non potrà farlo sul palco più italiano e conservatore di sempre, non conviene alla sua immagine. La sua furba intelligenza glielo sconsiglierebbe di sicuro. Sanremo non è Porta a porta, sebbene la politica vi sia sempre entrata dalla finestra o da ingressi secondari. Perché se accettiamo che Sanremo sia cultura nazionale, non dobbiamo del resto stupirci che le canzoni e gli ospiti facciano dei riferimenti a quanto accade nel nostro Paese e nel mondo. I comizi, però, non sono ammessi. Lo sa bene Crozza, fischiato nel 2013 per un monologo a ridosso delle elezioni. Da quel momento si è capito che prima che si torni a fare della politica contro qualcuno a Sanremo passeranno anni.

Resta la domanda: perché Amadeus l’ha voluta? Per presentare Sanremo non occorre saperne di musica, na perlomeno sapere presentare. Non esistevano donne più interessanti per una kermesse canora? Era necessario chiamare sul palco proprio Rula Jebreal per la gara più tradizionale del Paese che lei talvolta accusa di chiusura mentale? Bravissima, preparatissima nelle trasmissioni dove viene chiamata apposta per le sue origini, ma che c’entra con un Festival di canzoni italiane una volgare italofoba?

Nel frattempo Vero, che già in passato si fece notare per notizie puramente false, ha fatto trapelare la voce che vorrebbe Mediaset pronta a mettere in piedi una manifestazione canora nei prossimi mesi, sulla falsariga di Sanremo. Se la notizia dovesse trovare una conferma non rappresenterebbe una completa novità: negli anni ’90 Bongiorno inventò il Festival italiano, nel 2004 Nando Dalla Chiesa creò un Festival di Mantova in contrapposizione a quello organizzato quell’anno da Tony Renis. Entrambi i tentativi sparirono dopo poco: Sanremo è uno solo, gli italiani lo sanno e vogliono solo quello. Se Mediaset ha soldi da investire sulla musica, ripristini il Festivalbar senza avventurarsi in inutili esperimenti. Sanremo, anche nel 2020, prosegue a gonfie vele il suo matrimonio con le polemiche, e manca ancora più di un mese…

Massimiliano Beneggi

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