Non c’è pace per Amadeo Rita Sebastiani, che probabilmente tra poco sarà accusato colpevole anche di aver scelto il nome d’arte Amadeus. Il suo Festival di Sanremo partirà dal 4 febbraio con tantissimi protagonisti e ha già sollevato più polemiche di tutte le edizioni precedenti. Ovviamente da parte degli esclusi. E a questo gioco al massacro contro il conduttore stanno partecipando proprio tutti. Prendendo lo spunto da un professore blogger che ha criticato il recente passato di Junior Cally, fatto di canzoni che inneggiano alla violenza e alla visione della donna come oggetto, Matteo Salvini e Daniela Santanchè hanno criticato la presenza del rapper tra i cantanti in gara. ‘Uno cosi non può andare a un Festival di Sanremo’, hanno tuonato perentori. Va detto che il testo del brano che presenterà, noto per ora solo ad alcuni giornalisti, va contro il leader leghista tanto quanto contro Renzi. Bipartizan, polemiche inutili. Anche per un appassionato musicale come Salvini.

Che la trap non sia il genere musicale più edulcorante per la patria che ha inventato la melodia, lo diciamo da tempo ormai sulle nostre pagine. Avvertiamo sempre però una certa orticaria quando si mischiano i fini politici con le critiche canore. Amadeus ha fatto le sue scelte musicali pensando unicamente a ciò che secondo lui può funzionare in radio, non è mai stato un conduttore di natura politica. Mai nella sua carriera ha lasciato trapelare quale sia il suo voto, e nemmeno interessa onestamente. Ora questo tirarlo per la giacca a destra e a sinistra, come se avere Junior Cally piuttosto che la Zanicchi in gara possa spostare la bilancia sanremese da una parte o dall’altra, è diventato stucchevole. Ogni giorno la politica prova ad appropriarsi del Festival di Sanremo 2020, il più neutrale degli ultimi dieci anni almeno sotto il punto di vista dell’organizzazione. Ventinove parlamentari hanno mandato una lettera di richiesta di scuse ad Amadeus per la frase detta in conferenza stampa su Francesca Sofia Novello.

Questa intrusione della politica nella musica sta diventando inaccettabile. Sanremo è Sanremo, rispecchia la società italiana, lo ha sempre fatto sin dai tempi della Dc e dei socialisti, ma non abbiamo mai sentito commenti sulle canzoni da dai politici del passato, quando questi lavoravano solo in Parlamento e non sui social. Si rassegni chi pensa sia necessario un Festival fatto di sole canzoni d’amore: il Festival di Sanremo è cultura italiana. Completamente. Se oggi un politico ha tempo da spendere pensando a Junior Cally anziché al bene del Paese significa che ha troppo tempo libero oppure che il Paese sta andando troppo bene per essere migliorato.

E ora attendiamo la prossima inutile polemica di questo Sanremo 2020. Il più attaccato di sempre, dopo un decennio che ha riportato il Festival a splendere.

Massimiliano Beneggi