Oggi ha 38 anni ed è manager di una multinazionale, anche se non esclude un futuro nel mondo del teatro, che ama. Nel 1987 approdò nella serie Licia dolce Licia diventando uno dei protagonisti. In effetti può dire di avere avuto un’infanzia da cartone animato Valerio Floriani: sebbene non fosse un supereroe che salvava il mondo, era l’eroe che mediava tra Mirko e Marrabbio. Del resto, secondo il copione dell’anime giapponese, era stato lui il primo a incontrare Licia in un giorno di pioggia. Valerio era proprio il dolce e tenero Andrea a cui tutti si affezionarono, nonché il più cresciuto, ironico e realistico Luca della serie Cristina. E chi non si è mai emozionato più di una volta con questa dolce ninna nanna?

E’ lui il nostro ospite di oggi, in questo viaggio nella tv dei ragazzi che ci riporta a scoprire l’immenso professionismo che c’era dietro a prodotti di assoluto successo, fatti senza improvvisazione ma con fior di attori e protagonisti. Valerio, con grande ironia e disponibilità, ci ha raccontato le sue emozioni e alcune curiosità su quei telefilm che fecero epoca e che oggi vengono replicati ogni mattina su Mediaset Extra. Lui, ce lo confessa, si rivede ogni volta. E se viene nostalgia a noi guardando Licia, chissà per uno dei protagonisti che all’epoca aveva solo 5 anni…Il piccolo Andrea tanto amato e in cui qualunque bambino un po’ si identificava, ci racconta quindi la sua storia. E noi, con un grande in bocca al lupo per il futuro, lo ringraziamo ancora di cuore per essere un’icona dell’infanzia e della televisione.

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Come avvenne il tuo provino per Licia dolce Licia?

Innanzitutto grazie dell’intervista. E’ molto tenero questo revival che state facendo in questi giorni. Mi fa sempre tanto piacere vedere quante dimostrazioni di affetto riceviamo dopo 30 anni: è incredibile quante persone ricordano Kiss me Licia e Arriva Cristina e con quale affetto seguano ancora oggi i personaggi di quelle fortunatissime serie TV. Veniamo al mio ingresso nel cast della serie. Nella prima serie non ero io l’attore che interpretava Andrea. Nell’asilo che frequentavo all’epoca organizzarono un concerto dei BeeHive a fini di marketing del telefilm e durante le prove di quel concerto i produttori mi videro giocare coi miei compagni di classe e mi scelsero per interpretare Andrea…direi un vero e proprio colpo di fortuna sia per me che per loro.

Che effetto faceva recitare sapendo poi di essere doppiato con una voce da cartone animato? 

La produzione voleva mantenere un legame forte con il cartone animato e da qui la scelta, come saprete la scuola italiana di doppiatori è una tra le più apprezzate al mondo perciò è stato tutto perfetto: nessun problema dal nostro lato!

Che giudizio possiamo dare, oggi, di quel telefilm che a volte viene biasimato ma fu un grande successo? Ti guardavi all’epoca?

Lo ritengo un buon prodotto: ovviamente di parecchi anni fa ma direi con delle morali apprezzabili e valide ancora oggi! Detto tra noi, recitando a spezzoni si faceva fatica a vedere la storia nella sua interezza, quindi io avevo un unico modo per seguirla, rivedermi!

E oggi ti rivedi nelle repliche?

È ricominciata lo scorso lunedì e devo confessarlo: sì, mi rivedo sempre. Per me è un po’ rivivere quei dolci momenti e come per tutti gli altri riguardare dei vecchi filmini di quando si era piccoli. Le scene si susseguono e mi salgono in mente tutti gli accadimenti a contorno che ovviamente non erano successi davanti alla telecamera. Unica nota dolente è che le repliche passano sempre in orari non proprio di punta e in canali che non si vedono ovunque! Vorrei lanciare una petizione: vogliamo Kiss me Licia e Arriva Cristina in orari e canali più consoni al successo che avevano registrato negli anni 80! Chi si aggrega al mio appello?

 Com’era lavorare con Cristina D’Avena?

Spettacolare! Lei è sempre stata dolcissima con me, mi trattava come il suo fratellino. Giocavamo, mi aiutava anche a fare i compiti di scuola…insomma è stata per me la sorella maggiore che non ho avuto.

Salvatore Landolina, Antonio Paiola, Sante Calogero,ecc: recitavi al fianco di preziosi attori di teatro e doppiatori. Che consigli e insegnamenti ti diedero?

Mi aiutavano nel gestire l’emozione, imparare il copione, insomma mi fecero diventare un attore quasi finito nel giro di pochissime settimane, sempre considerando che ero un bambino di 5 anni. Erano degli zii per me!

Tra Marrabbio e Andrea si ricordano momenti di tenerezza ma anche di grande comicitá: com’era il tuo rapporto con Landolina?

Incredibilmente simpatico e affettuoso! Da un grande attore di teatro ci si poteva aspettare di tutto: in cuor mio non mi ricordo una volta che non mi abbia fatto ridere a crepapelle. È davvero stato un grande per me!

Tra le prime due serie e Teneramente Licia c’è un abisso nella qualità. Che atmosfera si respirava? 

La prima serie era stata fatta con molti meno mezzi della seconda e di quelle a seguire. Il successo decretato allora dalla prima serie ci ha permesso di fare grandi passi in avanti in tema di budget e quindi di qualità. Già dalla seconda serie quindi si respirava il successo: si capiva che si era parte di un grande progetto che sarebbe rimasto negli annali e negli affettuosi ricordi di moltissime persone che ancora oggi ci ricordano con molto affetto!

 Cosa invidiavi ad Andrea che avresti voluto nella tua reale vita?

Ad Andrea invidiavo un fratellone con cui poter giocare, e forse anche che questo fratellone era il front-man di una boy-band

Il passaggio ad Arriva Cristina come avvenne?

Direi in totale continuità: non tutti gli attori rimasero nel cast ma sapete per un bambino che cresce di anno in anno è più semplice interpretare nuovi personaggi più in linea con la propria età anagrafica, e così fu per me! Smisi la parrucca, presi qualche centimetro, diventai meno bambino, persi un fratellone ma acquistai due sorelle più grandi…et voilà ecco Luca!

Meglio essere un ‘cartone’ o essere ‘Luca’?

Diciamo che il paragone non è semplice. Andrea era veramente un bambino e le storie ricalcando il cartone animato erano forse più lontane dalla realtà dell’Italia anni 80. Luca già era molto più “vicino” alla nostra realtà di allora. Se ci si pensa Arriva Cristina è stata una della serie apri-pista di serie simili molto più moderne come I Cesaroni ad esempio. Il format italiano credo sia proprio nato allora: ovviamente c’erano altre serie di famiglie (direi quasi esclusivamente americane) che spaziavano dalle vicissitudini dei loro componenti, tra drammi di amore, simpatiche gag, personaggi strampalati e vicende scolastiche varie ma quella fu una delle prime che ricalcava la nostra realtà. Era più vicino alle persone che si immedesimavano nei personaggi che facevano parte della famiglia allargata di Cristina.

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In quanto tempo giravate i telefilm?

Molto dipendeva dal numero di puntate: diciamo che una serie poteva essere ripresa in circa 3-4 mesi di lavoro. Ovviamente ogni personaggio aveva le sue puntate ma tendenzialmente dopo quei mesi di riprese si doveva lavorare su doppiaggio, montaggio e post produzione prima di poterla vedere in tv. Diciamo che tra i 6 e 8 mesi il prodotto si poteva considerare finito.

Come mai hai abbandonato la recitazione?

In realtà non ho propriamente abbandonato: ho solo pensato che avrei voluto poter affiancare la recitazione con lo studio. Fondamentalmente poi ho capito che ero più portato per lo studio e il lavoro di manager nell’area delle risorse umane e così mi sono allontanato dai grandi schermi. Ho continuato a fare teatro perché non ti nascondo che il palcoscenico è qualcosa, un’arte, una passione che ti brucia dentro e a cui non puoi fare a meno. Chissà cosa mi riserverà il futuro!

Una domanda piccante a cui nessuno ha mai saputo rispondere, ma tu sei la voce dell’innocenza in questo caso. Sul set dei telefilm si davano molti baci innocenti, hai mai visto qualche lingua partire veramente?

Si sa, certi segreti rimangono sul set! Ovviamente io ero troppo piccolo ma gli altri attori erano dei bellissimi ragazzi e ragazze ventenni a quei tempi…non sarò certo io a rompere il detto rivelando qualche segreto.

L’episodio più divertente e quello di maggior disagio che ricordi. 

Ad essere onesti disagio non credo di averne mai provato: era davvero come stare in una grandissima famiglia che andava dagli attori, a chi lavora dietro le telecamere, ai produttori, ai doppiatori, trucco e parrucco, attrezzisti, regista, tecnici vari…per me è era come andare al parco giochi quando andavo agli studi di registrazione: ero il bambino più felice del mondo! Ma come episodio più divertente citerei il concerto di Cristina al Forum di Assago: eravamo invitati come ospiti e verso la fine del concerto io e gli altri attori di Kiss Me Licia venimmo chiamati sul palco per salutare le migliaia di persone presenti. Il pubblico accorso non ci fece più scendere dal palco per andare via a concerto terminato e fummo costretti ad aspettare che le persone iniziassero ad uscire prima di poter essere scortati dai carabinieri fuori dal palazzetto. Quando si dice un affetto così grande che fa restare di sasso, o più che altro bloccato!

Massimiliano Beneggi