Questa sera, 2 ottobre, domani e domenica al Teatro degli Audaci di Roma torna in scena Un grande grido d’amore, lo spettacolo di Josiane Balansko con Barbara De Rossi e Francesco Branchetti, che ne cura anche la regia. Clicca qui per leggere la nostra recensione di gennaio.
E proprio da lui, attore e direttore sentitamente vero nell’espressione emotiva del suo personaggio, abbiamo voluto farci raccontare questo straordinario ritorno sul palcoscenico dopo tanti mesi. Enorme emozione per il regista, impegnato con altri due spettacoli, e per il pubblico che vedrà così riaprirsi finalmente il sipario.
Francesco in Un grande grido d’amore tra le tante sfaccettature c’è anche quella di un rapporto tra la verità e ciò che la società ci impone di essere. Il lockdown forse ha contribuito ad accentuare questa dicotomia.
Uscire da casa e andare a vedere uno spettacolo teatrale non è una esperienza scontata, me ne sono reso conto andando dopo il Covid in un teatro romano da spettatore. Un grande grido d’amore è una riflessione molto profonda su ciò che è vero e ciò che è falso. Quello che abbiamo vissuto è un fortissimo richiamo alla realtà più drammatica. Il lockdown ci riporta a una drammatica verità fattuale, ai problemi essenziali. La verità non conosce maschere, e ora ce ne rendiamo conto. Questa esperienza ha detto al mondo che ci si stava raccontando molte bugie: tutte le professioni hanno dovuto tornare a una sorta di abc, con il rispetto delle regole di chi ricomincia da capo.
Nello spettacolo in scena da stasera si fa molto riferimento al marketing e alla necessità di fare cassa in ogni modo, a dispetto di qualità e umanità. Riguarda anche il teatro tutto questo?
Il teatro negli ultimi dieci anni è diventato sempre più commerciale, e il mercato del Teatro ha assunto gli stessi criteri della televisione e del cinema. Oggi è più difficile portare in scena il mercato in quanto teatro. Spero però che presto si possa tornare anche a parlare di teatro come luogo di spettacolo da palcoscenico.
Come hai scelto Barbara De Rossi al tuo fianco?
Con Barbara siamo al sesto spettacolo: la scelta nacque quindi esclusivamente dal chiedersi cosa si sarebbe fatto l’anno successivo. Dopo La Medea, Il Diario di Adamo ed Eva e gli altri spettacoli, abbiamo debuttato con questo a gennaio. Non è stata quindi una scelta su Barbara, ma con lei una scelta sullo spettacolo.
Parlami d’amore partirà il 18 ottobre al Teatro Boni di Acquapendente (Lazio) e sarà in tournée fino ad aprile. Un’altra riflessione sul rapporto di coppia che coinvolge tutte le età.
È un testo molto particolare che vede in scena con me Natalie Caldonazzo. È la storia di una coppia borghese che crede in una sorta di valori che in realtà non sono valori: si pensa al denaro, al successo. Una sera, una parola sbagliata ne tira fuori un’altra sbagliata e nasce una rissa tra marito e moglie che rivivono le tappe del loro matrimonio e delle loro sofferenze. Così scoppia la coppia. Un testo molto curioso sul rapporto di coppia, che interessa effettivamente i ragazzi come gli anziani.
Nei tuoi spettacoli (sei regista anche di Una stanza al buio in scena dall’8 ottobre) si vede tanta passione e interesse per il tema ‘amore’ spesso sotto le sue difficoltà. L’amore è una fonte angoscia o quella angoscia ce la andiamo a cercare noi non sapendo cos’altro fare?
L’amore è l’unica motivazione per cui svegliarsi alla mattina. Parlo dell’amore in tutte le sue forme: da quello di coppia a quello per persone a cui vogliamo bene, è il nostro modo di essere energia nel mondo. Per questo mi piace raccontarlo in tutte le sue dinamiche.
Massimiliano Beneggi