Dal 9 al 14 maggio, al Teatro Franco Parenti di Milano, va in scena Il Tartufo.
Dal capolavoro di Molière, un adattamento contemporaneo e audace, che unisce la satira
corrosiva alla profonda riflessione sull’animo umano e sui valori sociali.
Roberto Valerio, che firma la regia e interpreta anche il coprotagonista Orgone, sposta
l’ambientazione della pièce dal Seicento, agli anni Sessanta del Novecento: Tartufo
irrompe in una famiglia borghese benestante, la sconvolge completamente e ne prende il
controllo. Se per Molière questa figura era pensata per colpire i bigotti e il falso rigorismo
religioso, il Tartufo di oggi possiede una diversa complessità: un profeta anticonformista
che denuncia la società contemporanea e combatte un mondo di materialismo,
consumismo e amoralità.
Sul palco Giuseppe Cederna, perfetto nel suo Tartufo vischioso, e accanto a lui, nel ruolo
di Elmira, la carismatica Vanessa Gravina.

Così lo presenta Roberto Valerio:
La trama di Tartufo è a tutti nota: il protagonista, emblema dell’ipocrisia, indossa la
maschera della devozione religiosa e della benevolenza per raggirare e tradire il suo
sprovveduto e ingenuo benefattore Orgone. Tartufo è dunque un arrivista che veste i
panni del virtuoso in odore di santità e Orgone è colui che gli regge lo specchio in un gioco
di oscura manipolazione e dipendenza affettiva.
Tartufo è scaltro, affascinante, pericoloso; i suoi gesti e le sue espressioni tradiscono una
natura sanguigna, depravata, oscena, naviga nelle acque irrequiete della dissimulazione
oscillando tra un’affettata eleganza e una grezza materialità. È sensuale e inquietante,
tanto da ricordare qualcosa di diabolico, di sinistro. Il più delle volte, le versioni
sceniche del Tartufo si sono concentrate sull’ipocrisia del personaggio del titolo.
Non c’è dubbio che all’epoca in cui Molière scrisse la sua opera, i suoi obiettivi
chiari erano i bigotti che usavano il rigorismo religioso come facciata per
nascondere i loro empi comportamenti, senza nemmeno credere a ciò che stavano
predicando. La battaglia era tra la verità e l’inganno, l’onestà e l’ipocrisia.
Ora, 350 anni dopo, questa equazione va parzialmente modificata. Tartufo non può
più essere un semplice impostore. È molto più di questo: un profeta
anticonformista. Un guaritore. Un guru fanatico. Che denunzia, maledice e combatte
(in apparenza) contro un mondo di materialismo, consumismo, lassismo,
dissolutezza, permissività e amoralità. Questo angelo oscuro o demone pietoso
irrompe in una famiglia borghese benestante, la sconvolge completamente, prende
il controllo, la castiga, la rivoluziona, la assorbe.
Comunicato stampa ufficiale