Il Teatro Franco Parenti di Milano stamattina ha presentato la prossima stagione 2023/2024. O, per dirla come Andrée Ruth Shammah, ha rivelato qualche anticipazione. Che la fondatrice e direttrice del teatro di via Pier Lombardo non ami le conferenze stampa che elencano tutti gli spettacoli in programma (“Quelli si possono stampare e leggere così”) è cosa nota. Di fatto, però, la Sala Grande gremita di giornalisti e abbonati testimonia la voglia di teatro che c’è nel pubblico e la relativa curiosità di scoprirne le novità. Così la Shammah non si può sottrarre all’affetto di una platea già orfana di spettacoli (sebbene il Parenti continui a essere uno dei pochi teatri che non ferma la sua programmazione nemmeno in queste settimane calde).

Anzi, è proprio con il pensiero rivolto al pubblico che si svolge la conferenza stampa prima delle vacanze estive. Del resto, dice la direttrice, “anche nella pandemia ci si preoccupava per i registi e gli attori che non potevano lavorare, ma nessuno ha mai detto una parola sulla necessità della gente di andare a teatro in quel periodo, e su quanto se ne avvertisse la mancanza”. Il Parenti, invece, si preoccupa prima di tutto del parere di chi segue il teatro, confidando anche in un passaparola che consenta di far conoscere il mondo del palcoscenico persino a chi si mostra più scettico.
Così, seduta al tavolino dello stesso Franco Parenti, con le sue consuete verve e schiettezza che la contraddistinguono, Andrée Ruth Shammah annuncia che la prossima stagione si aprirà con altre quattro settimane di Silvio Orlando e il suo La vita davanti a sé. In questo modo, a ottobre si compiranno un totale di nove settimane dello stesso spettacolo, considerando anche le due stagioni precedenti. Si tratta di un record che conferma la capacità di Milano di amare il teatro (oltre che l’immenso successo dell’attore napoletano). Tornerà nuovamente, sempre per il principio di cerchi concentrici che possano raccontare in giro ciò che si vede invogliando a conoscere certi spettacoli, anche La Maria Brasca con Marina Rocco. C’è tanto Giovanni Testori nella programmazione, per celebrarne il centenario della nascita. A cominciare dalla Trilogia degli Scarrozzanti, che a settembre sarà preceduta da una lectio magistralis della stessa Shammah. Ma ancora prima, già il 2 luglio, sarà Lino Guanciale a leggere Il dio di Roserio, sempre dello stesso autore. Così come verrà replicato al Piccolo in ottobre (e persino a Napoli il 26 giugno) I Promessi sposi alla prova, (cast d’eccezione, guidato da Giovanni Crippa e Federica Fracassi) con cui Testori rilesse in chiave moderna l’opera di Manzoni.

Tra gli spettacoli in programma, emergono prose interpretati da grandi attori giovani, su cui il Parenti punta come sempre, e altrettanti veterani come Luca Micheletti (Il misantropo), Milena Vukotic (Così è se vi pare), Paolo Rossi (Il metodo Pirandello), Anna Bonaiuto (Agosto a Osage County), Giuliana De Sio e Alessandro Haber (La signora del martedì), Cesare Bocci (Il figlio), Fausto Cabra (Scene da un matrimonio), Stefania Rocca (La madre di Eva). Quest’ultimo, diretto dal sempre entusiasta Raphael Tobia Vogel, è certamente uno dei testi più attesi della stagione per la sua capacità di essere sempre attuale, nonostante i tempi e le aspettative intorno al rito del matrimonio siano profondamente cambiate. A febbraio, invece, sarà in scena Chi come me, sempre con Cabra e con la regia di Andrée Ruth Shammah: la sua ultima, come annuncia a sorpresa lei stessa.
Che il teatro sia cultura o solo “artigianato del palcoscenico”, come ribadisce la Shammah, è tutto da verificare. Certo è che chi frequenta il teatro ne esce sempre arricchito, colmando anche qualche lacuna. Succederà anche nella prossima stagione al Parenti, che sa sempre toccare le corde più emotive del pubblico raccontando spesso storie commoventi. E piene di cultura.
Massimiliano Beneggi