C’è un artista italiano che, conoscendo la musica sin da quando aveva sei anni, si sa muovere nel mondo delle sette note a memoria. Ne cattura ogni segreto tecnico , emotivo e persino psicologico. Si chiama Renato Caruso, classe 1982: ha lavorato per cinque anni nell’accademia di Ron come docente di chitarra, solfeggio, informatica musicale e responsabile web. Da due anni ha messo a punto una teoria molto curiosa che si chiama Relativismo Musicale. Ispirandosi alle teorie di Galileo Galilei, Caruso ha infatti voluto raccontare in un libro, dal titolo Tempo Musica, la sua arte preferita da un punto di vista finora inesplorato.

Secondo questa teoria, la musica non è statica, ma è soggetta a interpretazioni e influenze personali, sia da parte di chi la crea che di chi l’ascolta. Il tempo e l’emozione svolgono un ruolo fondamentale nella percezione e nell’esperienza musicale, rendendo ogni esecuzione e ascolto qualcosa di unico e irripetibile. La versione premium di “Tempo – Musica”, rilegata con punto singer, è disponibile in esclusiva sul sito http://www.leruzzole.it.

Il 24 settembre doppio appuntamento per il chitarrista e compositore RENATO CARUSO a Cremona, in occasione dell’evento musicale “Cremona Musica International Exhibitions and Festival”.
Si esibirà alle ore 15.00 nell’Area Acoustic Guitar Village, presso lo stand dell’editore
Fingerpicking.net, eseguendo in versione acustica alcuni brani del suo repertorio estratti dai suoi album “Pitagora Pensaci tu”, “Grazie Turing” e “Thanks Galilei”.
A seguire, alle ore 16.00, presso lo spazio Area Eventi AGV della fiera, Renato Caruso
presenterà il suo ultimo libro “Tempo-Musica”, edito da Le Ruzzole (Fingerpicking.net/
Edizioni Curci) e disponibile nelle librerie, negli store digitali e nei negozi di strumenti musicali insieme al musicista e scrittore Reno Brandoni. Stasera 17 settembre, invece, alle 21.10, accompagnerà alla chitarra Patrizia Cirulli in un concerto al Museo Civico di Sanremo, nel concerto “Fantasia. Le poesie di Eduardo in musica”. Perché, per l’appunto, la musica non ha un tempo preciso, come ci spiega il suo libro.

Abbiamo intervistato Caruso, che ci ha raccontato meglio il suo progetto.

Di cosa parla TempoMusica?

Di una nuova idea di musica, che ho chiamato Relativismo Musicale. Tempo Musica è la variabile del prodotto. Non guardo ai canonici elementi come ritmo, parole, armonia o melodia, ma mi concentro sul tempo inteso scientificamente. Ascoltare una canzone alle otto di mattina è diverso dall’ascoltarla dodici ore dopo: cambiano modi di ascolto, stati d’animo. Dunque il tempo è una variabile che cambia il risultato di una musica.

Questo vale anche per le emozioni?

Certo, in ogni momento della giornata siamo emotivamente diversi. La stessa canzone può dare sensazioni e percezioni differenti in orari diversi.

Siamo soggetti anche a un tempo più dilatato, che vuole continui cambiamenti di presentazione e di suoni, ma altresì il ritorno di mode passate. Come ti spieghi la ciclicità della musica in questo Relativismo di cui parli?

In tutte le cose c’è un ritorno. E’ come un’onda con un picco alto e un altro basso: i filosofi della Magna Grecia lo descrivono come l’infinito. Un giorno tornerà la band, un altro giorno la dance e così via. La musica prima del ‘600 era vista come una scienza. Si ignora spesso che la musica arriva dalla scienza e dai numeri, compresi i suoi software per registrare ovviamente. Leibiniz diceva che la musica è un esercizio nascosto dell’aritmetica, perché quando si compone si fa matematica: si devono calcolare una quinta, una quarta…

La tecnologia di oggi quindi non è troppa?

No penso sia una conseguenza logica. Non dobbiamo confondere Internet con la tecnologia. La prima è una vetrina dove c’è tutto, anche troppo. La tecnologia era necessaria anche alla band per suonare una tastiera: ci deve essere, relativamente ai cambiamenti di epoca.

C’è un metodo scientifico per creare un successo musicale?

Ci sono cose studiate che sai bene avranno successo se le farai in un certo modo: le neuroscienze studiano il cervello dal punto di vista scientifico e così anche come una musica può entrare in testa. Ci sono tante tecnologie e algoritmi che permettono di fare cose a tavolino. Per ora i risultati non sono perfetti, ma ci arriveremo. Non bisogna sottovalutare il rapporto tra scienza e musica.

Massimiliano Beneggi