Report contro Silvio Berlusconi: l’ultima puntata della trasmissione di Raitre, andata in onda ieri 22 ottobre, è stata decisamente un ring. Unica differenza, rispetto ai classici match, era l’assenza (giustificata, essendo morto) di uno dei contendenti. Pertanto non vi sarà mai una smentita diretta di tutto quello che è stato raccontato. Il che rende la stessa puntata di Report francamente poco interessante. Specie per l’accanimento che il programma si impone di seguire nel corso della puntata.

Cosa non era ancora stato raccontato e messo in discussione sulla vita di Silvio Berlusconi? Gli ultimi mesi. Ecco allora che Report si concentra proprio su quelli, attaccando da ogni parte l’ex premier e facendo irretire non poco Forza Italia, che sottolinea come tali servizi non dovessero andare in onda nel giorno delle elezioni suppletive di Monza e Brianza. Elezioni, oltretutto, indette proprio per coprire la carica di senatore lasciata vacante proprio da Berlusconi.

Un autentico processo mediatico quello che fa Report. Un accanimento. Si comincia insinuando che se i figli Berlusconi esigessero indietro i 90 milioni con cui il padre coprì i debiti del partito, questo crollerebbe. Azione, peraltro, assolutamente legale quella portata avanti dal Cavaliere in tal senso, nonostante la malizia che ci mette la trasmissione.

Quindi si parla delle intrusioni di Marta Fascina nelle scelte del leader di Forza Italia. Sarebbe stata lei ad allontanarlo da certi affetti, influenzandolo sulle persone da frequentare. Lo avrebbe indotto a candidarsi come Presidente della Repubblica, quindi a far crollare Mario Draghi illudendolo di potere tornare a Palazzo Chigi. Infine Marta Fascina andrebbe ritenuta responsabile di una presa di distanze da parte di Silvio nei confronti dell’Ucraina. Come se la sua amicizia con Putin fosse nata grazie alla Fascina: quelli di Report sembrano insomma vivere su Giove, ma ci tenevano a fare quasi una puntata intera provando a cercare nella consorte di Berlusconi un capro espiatorio per tutto. Mancava solo che l’additassero come colpevole dell’uscita di scena di Barbara D’Urso da Mediaset.

Non contento, l’inviato di Report pone anche dubbi sulla validità dei testamenti del Cavaliere, con insignificanti allusioni mai dette esplicitamente e dunque prive di interesse. Spunterebbe anche un testamento colombiano a favore di un personaggio che minaccia di andare in causa coi Berlusconi. Ovviamente immancabili le perplessità sul rapporto con Dell’Utri, come se la giustizia esistesse solo nelle accuse e non nelle sentenze (praticamente sempre a favore del Cavaliere).

Perché fare una trasmissione così? Non valeva la pena provare a sperimentare un bel silenzio per una volta, anziché rendersi necessariamente odiosi parlando di una persona che non può più difendersi, su fatti che oltretutto non cambiano certo la storia? Casomai, possono mutare la vita familiari, unici diretti interessati all’eredità. Il servizio pubblico, così, non sparisce definitivamente. Duro il commento di Rita Dalla Chiesa: “Non posso tacere su un vergognoso attacco che sta avvenendo nei confronti di Forza Italia da parte di Report. E meno male che, secondo i soliti noti, il centrodestra in Rai avrebbe portato come conseguenza l’epurazione di tutte le trasmissioni ‘scomode’. Report e Ranucci sono rimasti al loro posto, ma un conto è condurre trasmissioni, appunto, scomode. Il confronto può restare civile. Un conto, invece, è usare la clava contro un partito che stasera e domani ha chiamato, in alcuni comuni, gli elettori alle urne. Metodo vigliacco, del quale la Rai dovrà rispondere in commissione Vigilanza”.

Massimiliano Beneggi