Rieccoci con MusiCalcio, la rubrica con la quale TeatroeMusicaNews vi racconta le partite di Serie A attraverso la storia delle sette note. Se la decima giornata di campionato avesse un volto musicale, quello sarebbe Autogrill, un brano che parla di occasioni perse e rimpianti. Ma vediamo perché, leggendo attentamente il decimo turno di Serie A con la cronaca attraverso le canzoni del nostro commentatore speciale della settimana: Francesco Guccini.

Proviamo subito a capire dunque Il tema del weekend calcistico. Si potrà naturalmente obiettare che nel calcio, per una squadra che spreca l’occasione ce ne sia un’altra che la sfrutta. Tuttavia, gli appassionati del pallone sanno che in molte partite esistono dinamiche rispetto alle quali una delle due osa e rischia un po’ di più dell’altra non avendo nulla da perdere, al contrario di chi magari dà per scontata la facilità di un risultato. E’ proprio quello che è accaduto domenica pomeriggio, in quella che qualcuno avrebbe potuto definire La battaglia degli annegati tra due squadre che lottano per non retrocedere. Il Frosinone avanti di tre gol nell’Incontro con il Cagliari di Ranieri, va in Black-out negli ultimi venticinque minuti andando addirittura a perdere 4-3. Un successo fondamentale per i sardi, che ottengono la prima vittoria di stagione scacciando tanti fantasmi. Partito lento, come La locomotiva, il Cagliari potrebbe rivelarsi una rivelazione nelle prossime settimane. Per il Frosinone, un’occasione sprecata che rischia di pesare moltissimo alla fine della stagione. Tre punti ormai in tasca, persi completamente proprio contro una rivale diretta. L’uomo di giornata è Pavoletti, che segna al 94′ e al 96′: Per quando è tardi ora il Cagliari penserà sempre a lui.
Non è stato certamente un Venerdì santo quello della Salernitana, ma qualche nume potrebbe averlo ugualmente invocato Filippo Inzaghi, da poco sulla panchina campana. La sconfitta (1-0) sul campo del Genoa è un risultato bugiardo rispetto a Quello che non sia realmente accaduto. Gara equilibrata, in cui il Genoa sa sfruttare con cinismo ciò che alla Salernitana invece appare tutto complicato in una giornata stregata. Non possono dirsi soddisfatti nemmeno a Bologna (e non solo in via Paolo Fabbri 43): dopo essere andati in vantaggio in tre minuti, i rossoblù non riescono a tenere il pallino della gara e soffrono moltissimo nel derby emiliano contro il Sassuolo. Dopo il pari di Beloca finisce 1-1 con i neroverdi che hanno da recriminare la bellezza di 16 occasioni da rete e una sola sfruttata.
Perfetto equilibrio anche tra Monza e Udinese, con i brianzoli che vanno in vantaggio grazie al gol di Colpani e i friulani che vanno in rete nella ripresa con Lucca. A proposito, anche su di lui l’anno scorso c’erano tante squadre di primissima fascia in lotta per lo scudetto: come mai alla fine non gli è stato trovato uno spazio se non in una “Piccola città“?
Un tempo Mourinho e Inter erano indivisibili. Ritrovarsi per loro è come ripescare tra le emozioni delle proprie Radici. Oggi l’affetto è rimasto, ma le loro Vite sono separate. Negli atteggiamenti sono agli antipodi, come Il sociale e l’antisociale. Il tecnico portoghese, squalificato, deve guardare la partita dalla tribuna stampa, mentre la sua Roma cede alla perfezione tattica messa in campo dal più sereno Simone Inzaghi. Senza le Stelle del 2010, Special One è uno qualunque. L’ Inter sembra più convinta delle altre volte a volersi portare a casa lo scudetto Due anni dopo quello perso malamente a Bologna. Lukaku deve fare i conti con i prevedibili fischi di San Siro che non gli dà tregua dopo l’Addio improvviso in quel caldo Giorno d’estate di luglio. I tifosi sono estasiati dall’effetto negativo che la contestazione ha sul giocatore belga: La verità è che Lukaku non sembra ormai da tempo che una pallida fotografia di quel che si conosceva alla prima avventura in nerazzurro. Per la Roma anche questo campionato sembra già il solito anonimo, quando siamo solo alla decima partita. Peccato, il potenziale c’è sempre, ma i risultati un po’ meno: forse Non bisognerebbe creare troppe aspettative con eccessive Parole.

I successi di Torino e Atalanta fuori casa, contro Lecce ed Empoli, più che fare male agli avversari già domi sin dal primo minuto, servono a calmare le Acque tra i tifosi che necessitavano di un successo per tornare a credere in una stagione iniziata col diesel. La Luna fortuna è dalla loro parte dall’inizio alla fine e non c’è storia nelle loro vittorie.
Ma veniamo alle occasioni perse più clamorose di questo weekend.
Non si darà pace a lungo Montipò, il portiere del Verona che aveva parato l’impossibile agli attaccanti juventini, neutralizzando ogni tentativo fino al 96′. E’ servito l’ultimo minuto di recupero ai bianconeri per andare a segno dopo un serrato assalto. Guai a darla per vinta: più la si provoca e più la Juve si incattivisce. Ora L’avvelenata squadra di Allegri è seconda, a -2 dall’Inter. C’è chi ancora fatica a immaginarla favorita, a causa di un inizio stagione altalenante e di un Vlahovic sparito di nuovo dai raggi x delle marcature. Ma il serbo, si sa, è un giocatore piuttosto lunatico. Attenzione, perché la Juve è già là giocando male: quando si riprenderà saranno dolori per tutti. Chi sperava in un Mondo nuovo calcisticamente forse rimarrà deluso: alla fine in vetta ci sono sempre le squadre strisciate.
Il prossimo avversario, però, non sarà il più facile. Nella prossima giornata, infatti, la Juventus giocherà sul campo della Fiorentina: Inutile negarlo, quella partita non è mai una gara qualunque. Viola che, intanto, questa settimana spreca troppo un’altra volta e perde all’ultimo minuto contro la Lazio. Regalare un rigore all’avversario che hai domato sotto il profilo del giuoco per 95 minuti è roba da karakiri. La Fiorentina lo fa, dopo aver colpito un palo con Beltran, che anche i connazionali in Argentina avevano già visto dentro, e dopo aver espresso il calcio più concreto. I biancocelesti non sbagliano il penalty con Immobile e si portano a casa il terzo successo consecutivo.
Chi però davvero deve mangiarsi le mani è il Milan. L’ultima volta che avevano trovato il Napoli avevano superato il turno di Champions’ arrivando in semifinale. In campionato era finita addirittura con la vittoria per 4-0. Ora i rossoneri fanno tutto bene nel primo tempo al Maradona, andando in doppio vantaggio con Giroud. Il francese è ispirato, i tifosi milanisti gioiscono immaginando già la goleada come l’anno scorso. Il Milan sembra Gulliver rispetto al lillipuziano Napoli. Come la scorsa primavera. Ora però è Autunno. Le Stagioni sono cambiate: nella ripresa i partenopei, con gli azzurri Politano e Raspadori, trovano il pari. Il Milan fa esattamente come il protagonista di Autogrill, la canzone di Guccini: attende, si immagina il dopo, pensa troppo a cosa fare perdendosi nei pensieri. Quindi si risveglia e gli viene presentato il conto. Al protagonista del brano gucciniano veniva chiesto il conto del caffè, qui quello della classifica, che vede il Milan aver perso cinque punti nelle ultime due gare contro grandi avversari. Mentre Pioli pensa e ripensa alla partita, intanto è già martedì: Un altro giorno è andato. Meglio pensare alla prossima partita.
La canzone Autogrill, il cantautore la incise nell’album del 1983, intitolato proprio Guccini. Un progetto che raccontava la dinamica del viaggio, talvolta vagabondo, talvolta alla scoperta di culture diverse. Un’avventura che, tuttavia, portava con sé anche tutte le inevitabili occasioni perse, a favore di pensieri ed altre esperienze capaci di distrarre l’attenzione. Così reale e surreale si intersecavano, davanti a una donna incontrata incontrata casualmente per la prima volta, ma in grado di emanare una luce diversa. Si dava così origine a un amore che sarebbe rimasto solo sfiorato, in quanto il lui del brano non si decideva a rivolgerle parola, rimanendo in un mondo parallelo da lui inventato. Non diversamente dal Milan, che se solo avesse trattato il secondo tempo col Napoli con più rispetto per se stesso, senza perdersi in troppi passaggi, ora sarebbe molto più vicino all’Inter.
Massimiliano Beneggi