Intervistato da Oggi, Massimo Lopez (in tournée con Tullio Solenghi in Dove eravamo rimasti, il cui titolo è anche un omaggio al grande Enzo Tortora che pronunciò questa frase quando tornò in tv dopo tanti anni) sembrava avesse pronunciato una frase che non era piaciuta a molti internauti. E così si era ritrovato a dover rispondere a molte accuse. Su Instagram ha quindi voluto chiarire.

Nell’intervista su Oggi veniva citato così il suo virgolettato: “È una vita che sto con la stessa donna: mia moglie. Quasi 50 anni. Si chiama Laura Fiandra, ed è una chef crudista. Siamo felici. Ho 75 anni appunto, sarò invecchiato di spirito ma a farmi ringiovanire di colpo, tempo fa, sono stati i miei nipotini». Lopez: «I media mi attribuiscono diversi fidanzati? Avrei voluto conoscerli anch’io questi fidanzati. Posso dire questo: che sono etero single poco convinto. Poco convinto perché non mi piace essere single. Ma forse è tardi, avrei dovuto pensarci prima. Per fortuna ho pochi, veri, amici che sono come una famiglia”.

Quell’etichetta di etero però non era piaciuta a molti, che lo avevano definito omofobo attaccandolo duramente sui social. Pronta la replica di Lopez con un post su Instagram: correggendo la parola etero con uomo ha sottolineato di non avere mai davvero pronunciato quella parola, solo interpretata dalla giornalista.

Quello che Lopez precisa è di non avere mai asserito quella parola perché non gli è mai appartenuta l’idea di fare differenze. “Siamo persone e non oggetti”, scrive Lopez.

Nel post prosegue dicendo “Sono sempre stato dalla parte di tutti, credendo fermamente nell’amore in ogni sua forma”.

La vera domanda ora però diventa: perché costringere un attore, in tournée teatrale (quindi grazie a Dio con qualcosa di artistico da offrire e che non necessita di gossip per vivere) a rispondere a certe accuse? Anche se in quella intervista avesse usato la parola “etero”, quale sarebbe stato il problema? Perché bisogna giustificarsi per ogni cosa si dica, anche quando non si offende nessuno? In fondo aveva appena detto nella stessa intervista che gli attribuivano diversi fidanzati, dunque parlare di etero non era una definizione usata per fare discriminazioni. Certo, se poi anche questa affermazione fosse frutto della fantasia giornalistica, allora si creerebbe un problema deontologico di altro tipo. Letta così, però, la dichiarazione non voleva discriminare nessuno. Come al solito, c’è chi ha cercato di giocare intorno a un tema importante ma ben diverso da quello del teatro.

Il politically correct sta distruggendo questa cultura, che necessita di arte, spettacolo e storia, ma non deve sfociare in una censura totalitaria. Lasciamo che chi frequenta il teatro possa ancora amarlo per quello che è. Senza lasciarsi domare dalle esigenze dei social di sfogare le proprie frustrazioni che nulla c’entrano con lo spettacolo. Questo dovuto chiarimento, giusto se non è mai stato dichiarato quanto scritto, è in parte una sconfitta per la cultura, che si deve giustificare di fronte a ogni linguaggio. La libertà degli artisti, così, finisce davanti a qualche haters. Ossia quelli che distraggono le masse dall’attenzione per la cultura.

Massimiliano Beneggi