È andata in onda ieri la prima puntata di Circeo, la miniserie di Raiuno che rievoca la drammatica vicenda di cronaca anni’70 in cui furono coinvolte Rosaria Lopez e Donatella Colasanti. Come quasi sempre accade con le fiction Rai (in questo caso co-prodotta insieme a Cattleya, Paramount+ e Vis) la qualità è molto alta. Completezza di informazione e rispetto emergono ampiamente. Vediamo come.

Si tratta di sei episodi di cinquanta minuti, che la Rai trasmette due alla volta in tre settimane. L’inizio della storia, con le ragazze che vengono incastrate dai delinquenti che le massacreranno, è inevitabilmente molto violento. Di questi tempi sensazionalistici, però, non tutti avrebbero prestato la stessa attenzione che rivela la regia di Andrea Molaioli: i momenti più crudi, infatti, vengono raccontati senza censura di cronaca, ma lasciando ampio spazio all’intuizione dello spettatore. Inutile entrare in certi dettagli, in nome di quel verismo che rischia sempre di far scadere i racconti in un accanimento sciacallo. Quel che piace di Circeo è proprio l’atteggiamento delicato e sereno con cui si vuole narrare la vicenda: non si può ovviamente prescindere dalla cronaca, ma l’idea è trasmettere un messaggio di speranza. Dopo il dramma, la battaglia è la vittoria. Nell’apertura del bagagliaio dentro cui ci sono le due ragazze, la stessa colonna sonora anticipa finalmente una svolta positiva nella storia. C’è spazio per la scrupolosa documentazione di proteste che hanno cambiato la società italiana, di fronte a un caso diventato simbolico e che non riguarda solo due donne, ma moltissime altre. Si racconta anzitutto l’inizio di una nuova epoca: quella in cui le violenze sulle donne smettono di essere giudicate solo come offese alla morale. Quella che inizia a vedere nella denuncia la possibilità di mettere la parola fine a delle torture, purtroppo ancora oggi esistenti. Una fiction come Circeo, così ben costruita, può aiutare tante persone e fare immaginare un futuro migliore.

Sarebbe bello poter dire che ci sia qualcosa di romanzato in Circeo, ma purtroppo la storia di Rosaria e Donatella è drammaticamente accaduta proprio in quella maniera. Tuttavia, viene fuori molto bene un ritratto umano prima che di cronaca nera: insomma nulla di romanzato, ma nei limiti del possibile emerge il lato romantico delle donne.

Da rimarcare la bravura di Ambrosia Caldarelli, che interpreta splendidamente il coraggio, la vivacità e persino l’ironia di Donatella Colasanti. Questa giovanissima attrice è eccezionale nel dare un’espressione totale a una donna già ricca di carattere. Identica cosa vale per Greta Scarano, attrice sempre più in ascesa e dal talento ormai arcinoto, qui nei panni dell’avvocato Teresa Capogrossi che si occupa del caso.

È proprio il rapporto emozionante tra le due a essere centrale e a sottolineare quella complicità femminile, capace di cambiare le leggi. Questa è la Rai che vogliamo: servizio pubblico in grado di tenere incollati al televisore, raccontando una società che può e deve costantemente migliorare senza fermarsi.

Tra gli altri protagonisti, Pia Lanciotti (nei panni di Tina Lagostena Bassi), Benedetta Cimatti, Angelo Spagnoletti, Francesca Antonelli, Guglielmo Poggi. Martedì 21 e 28 novembre le ultime due puntate in prima serata su Raiuno.

Massimiliano Beneggi