Dal 5 al 7 aprile (ore 21, domenica ore 16) va in scena al Teatro Duse di Bologna il pluripremiato ‘Cyrano de Bergerac’ di Edmond Rostand, adattato, diretto e interpretato da Arturo Cirillo che, proprio per questo lavoro e oltre che per ‘Il gioco del panino’ ha vinto, come attore e regista, il Premio Associazione Nazionale dei Critici di Teatro 2023.

Lo spettacolo, che vanta numerose candidature all’Ubu e all’Hystrio Twister, si è aggiudicato anche il Premio Le Maschere del Teatro 2023 per i migliori costumi, firmati da Gianluca Falaschi.

In scena, accanto a Cirillo, ci sono Rosario Giglio, Francesco Petruzzelli, Irene Ciani, Giulia Trippetta, Giacomo Vigentini. Le scene sono di Dario Gessati, il disegno luci di Paolo Manti, la musica originale e le rielaborazioni di Federico Odling.

“Andare con il ricordo a un musical da me visto da ragazzino a Napoli, nell’ancora esistente Teatro Politeama, è stato il primo moto di questo nostro nuovo spettacolo” racconta Cirillo nelle sue note di regia.

“Il musical in questione – prosegue – era il ‘Cyrano’ tratto dalla celeberrima commedia di Rostand, a sua volta ispirata ad un personaggio storicamente vissuto, coetaneo del mio amato Molière”.

“Tornare con la memoria a quella esperienza di giovane spettatore è per me risentire, forte come allora, l’attrazione per il teatro, la commozione per una storia d’amore impossibile e quindi fallimentare, ma non per questo meno presente, grazie proprio alla finzione della scena” spiega l’attore e regista che 35 anni dopo quell’episodio lavora sulla vicenda di Cyrano “accentuandone più il lato poetico e visionario e meno quello di uomo di spada ed eroe della retorica, con delle rielaborazioni di quelle musiche, ma anche con elaborazioni di altre musiche, da Édith Piaf a Fiorenzo Carpi”.

“Un teatro canzone o un modo per raccontare comunque la famosa e triste vicenda d’amore tra Cyrano, Rossana e Cristiano attraverso non solo le parole ma anche le note, che a volte fanno ancora di più smuovere i cuori, e riportarmi a quella vocazione teatrale nata anche grazie al dramma musicale di un uomo che si considerava brutto e non degno d’essere amato. Un uomo o un personaggio, in fondo, salvato dal teatro – conclude Cirillo – ora che il teatro ha più che mai bisogno di essere salvato”.