ESCLUSIVA! Intervista a Elisa Greco: “Colpevole o innocente sarà un dialogo tra idee fatto a teatro”

Elisa Greco, ideatrice e curatrice di “Personaggi e Protagonisti: incontri con la Storia”,  giunto alla decima edizione per una bellissima possibilità di unire il teatro all’attualità e alla storia, ci ha raccontato come nasce questo spettacolo e quali sono i segreti del successo dello spettacolo.

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Elisa Greco, come nasce l’idea di portare la storia a teatro, e perché proprio al Teatro Manzoni?

Il direttore è venuto a vedere lo spettacolo in un altro teatro, gli è piaciuto e così ci siamo scelti. È diventato un percorso comune tra me e il pubblico del teatro Manzoni ma la cosa più bella è che il percorso teatrale ha coinvolto tutta l’equipe del teatro Manzoni, per cui insieme ci divertiamo per costruire di volta in volta lo spettacolo con locandine, contributi video, ecc..e io sono molto felice di questa condivisione. È un vero patrimonio comune con la voglia di seguire anche la votazione, i capi di imputazione…Non si conoscono fino all’ultimo questi capi di imputazione, escono solo nell’ultimo minuto perché li legge il presidente della corte.

Una domanda da un laureato in filosofia a una filosofa: quanta filosofia ci sarà in questo spettacolo e quanta arte?

Il bello di questi processi è che vengono rispettati sia i paradigmi teatrali che quelli processuali. È uno spettacolo di idee, parole, contenuti. Il pubblico segue attentamente e con partecipazione: non ci sono mai colpi di tosse. Si tratta di dialoghi, battibecchi, alcune volte profondi, altre volte più divertenti, ironici, mai banali: ma è sempre un dialogo tra le idee.

I personaggi protagonisti delle storie li sceglie lei? Come avviene la scelta?

scelgo io i personaggi che hanno delle storie che per prima cosa interessano me. Parto da una rosa, poi mano a mano seleziono, cerco di capire e poi per un miracolo che non so come avvenga, ogni volta mi ritrovo nel pieno dell’attualità indipendentemente dal fatto che la storia sia stata scelta un anno prima, succede qualcosa per cui al momento della messa in scena lo spettacolo è attualissimo.

Durante la conferenza stampa diceva che il verdetto finale non è mai scontato perché dipende dall’emozione che il pubblico percepisce durante lo spettacolo. Ma lei si immagina già i risultati di questi processi a teatro?

Io posso intuire, ma come dico sempre non dobbiamo innamorarci troppo del personaggio: bisogna far sì che ci sia parità tra accusa e difesa e io sono attentissima a evitare sbilanciamenti da una parte o dall’altra, perché deve essere un processo vero. Solo così diventa appassionante: emotivamente deve prendere, anzitutto, me. È un’emozione intellettuale per chi è coinvolto nel cast, che la trasmette al pubblico che alla fine vota. È un format che elimina la barriera del sipario: non è un caso che non ci sia sipario e la scena sia aperta.

Come avviene la scelta degli attori, che in realtà non sono attori, bensì magistrati, giornalisti…

Gli attori sono scelti per essere se stessi. Il magistrato è sempre un magistrato, che quindi porta la sua professione. I pm sono pm, gli avvocati sono avvocati. I testimoni in genere sono sempre uno della società civile e un giornalista, ovvero uno che coglie e racconta la realtà.

Nemmeno i Protagonisti sono attori, per esempio Pannella sarà un giornalista del Corriere della Sera, Pierluigi Vercesi. Come mai?

Sono tutti personaggi scelti da me perché mi piacciono, per empatia nel ruolo che devono interpretare. E sono perfetti per coinvolgere ed emozionare il pubblico.

Massimiliano Beneggi

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