Sanremo, sette volte su dieci il favorito vince. La storia del Festival a favore di Ultimo

Mancano meno di due settimane ormai al Festival più amato, più criticato e più atteso dagli italiani: canzoni, ospiti e tante polemiche che, quando non arrivano dalla politica come quest’anno, sono comunque sempre puntuali da qualunque altra parte dell’emisfero, perché se è vero che la mamma dei cretini è sempre incinta, nemmeno quella dei polemici ha mai provato l’ebbrezza di un contraccettivo.

Il ripetuto antagonismo, soprattutto negli anni ‘90, alimentato anche da Striscia la Notizia che in quel tempo faceva una guerra serratissima a Pippo Baudo e a ogni cosa toccasse il conduttore, ha riguardato ripetutamente, a cadenze costanti, i nomi dei favoriti, che spesso hanno coinciso troppo facilmente con quelli dei vincitori finali. Tv Sorrisi e Canzoni per tanti anni, prima di arrivare alla consueta copertina che ritrae tutti i cantanti insieme, ha dedicato il numero che anticipava il Festival a quelli che erano gli annunciati protagonisti che una vecchia volpe come Gigi Vesigna sapeva già riconoscere quali veri favoriti: erano i primi anni ‘80, quelli di Fogli, Albano e Romina, Ricchi e Poveri, Ramazzotti…Negli anni successivi sembrava esserci una regola non scritta che, seppur dettata dalla coincidenza, risultava piuttosto imbarazzante: il primo brano inserito nella compilation del Festival era quella vincente, come qualche tempo prima invece la canzone regina era quasi sempre quella assente dal disco di Sanremo. Casualità, cabale, fondamentalmente giochi, che hanno sempre appassionato gli italiani, un popolo a volte troppo scettico, alla continua ricerca del marcio, del corrotto, persino nel Festival di Sanremo.

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E così abbiamo visto salire sul gradino più alto del podio vincitori annunciati illustri quali Ruggeri, Tozzi e Morandi, Ranieri, Leali e la Oxa, i Pooh, Cocciante, Barbarossa, ancora Ruggeri, Baldi, Ron (ancora oggi il caso più eclatante e discusso della storia, con Elio che sostiene di essere stato scippato dell vittoria a favore di Vorrei incontrarti fra cent’anni, rivisitata da Baudo, che a onor del vero in qualità di direttore artistico correggeva un po’ tutti i brani per migliorarli ulteriormente). La lista è lunga e prosegue, salvando di fatto solo Giorgia vincitrice in un’edizione (1995) che sembrava destinata a Fiorello, re del Karaoke di quegli anni e che non andò oltre il quinto posto con Finalmente tu, nell’anno in cui sul palco con Baudo c’era anche la sua fidanzata dell’epoca, Anna Falchi, visibilmente delusa alla lettura della classifica finale. Non vanno dimenticati i secondi posti più che previsti di Toto Cutugno (sei in tutto, fu una sorprendente delusione vederlo arrivare diciassettesimo con Voglio andare a vivere in campagna sempre in quel ‘95 che regalò vere e proprie perle alla musica italiana), i terzi posti dei vincitori tra i Giovani dell’anno precedente, e la regola che vuole che le canzoni che arrivano negli ultimi posti avranno fortuna dopo Sanremo.

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Qualche eccezione il Festival l’ha fatta, e su tutti ricordiamo la vittoria dei Jalisse nel 1997, o quella di Anna Oxa che nel 1999 scalzò Antonella Ruggiero, seconda per due anni consecutivi, che chiunque era pronto a scommettere avrebbe vinto con Non ti dimentico. La Oxa portò scompiglio non tanto per il tanga in vista quanto per l’inaspettato trionfo, che costrinse poi la giuria di qualità a giustificarsi per non avere votato come avevano deciso preliminarmente. Quando il vincitore non è quello annunciato, scatta la rivolta della critica e del pubblico, insomma…le promesse vanno mantenute, non si può destabilizzare un popolo abituato alle corruzioni e ai giochi fatti e decisi a tavolino!

Ma negli ultimi dieci anni come è andata? Stiamo parlando di un decennio che presenta due qualità inesistenti fino a prima: il televoto e l’avvento dei talent show. Sin dal 2009 quindi (il televoto è già attivo dal 2004) il favorito è Marco Carta, in gara con La forza mia, e che in molti non conoscono: non ha una gavetta importante alle spalle, è un ex concorrente di Amici di Maria De Filippi, e per questo sta anche un po’ antipatico a buona parte del pubblico dell’Ariston, abituato a ben altre personalità. In gara quell’anno ci sono anche Patty Pravo, Leali…ma a vincere è proprio il ragazzino annunciato dalla stampa come favorito. 2010, la storia si ripete con Valerio Scanu, che lì per lì sembra quasi sollevare il popolo italiano dalla possibile vittoria del principe Emanuele Filiberto, in gara con una bellissima canzone insieme a Pupo, ma decisamente improponibile come successore di Claudio Villa. Il televoto decide, e i talent sfornano i nuovi vincitori di Sanremo, è una regola che vale fino al 2013 con le vittorie di Emma Marrone prima e di Marco Mengoni poi: fa eccezione solo la prima edizione condotta da Morandi, quella in cui Emma e i Modà devono lasciare lo scettro a Roberto Vecchioni, che con Chiamami ancora amore è comunque il superfavorito della vigilia. Sono però anni in cui la politica ha già ingerenze importanti sull’organizzazione del Festival, e conseguentemente l’opposizione si ribella: gli amanti della polemica facile si concentrano più sugli ospiti che non sui vincitori annunciati. Il 2014 vede alla conduzione ancora Fazio e la Littizzetto, e i loro detrattori approfittano per criticare durante tutto il Festival (uno dei meno seguiti di sempre) la vittoria annunciata di Francesco Renga. Il cantautore bresciano, però, non arriva nemmeno sul podio e a sorpresa vince Arisa. Sin dagli applausi della prima esibizione, invece, si comprende nel 2015 che saranno i ragazzi del Volo a vincere: il dubbio fino all’annuncio finale di Carlo Conti persiste solo per la giovane età dei tre che non capacita qualcuno, ma il talento dei tenori è indiscutibile e il televoto li premia come previsto. Non va tutto secondo pronostici, invece, negli anni successivi: Francesca Michielin la prende molto sportivamente, ma l’edizione del 2016, una delle più incerte in assoluto, la voleva favorita alla vigilia della finale, quando nessuno si aspettava il suo secondo posto soprattutto dietro agli Stadio, gruppo che storicamente arrivava nelle ultime posizioni e che con la meravigliosa Un giorno mi dirai vanno a vincere nonostante avessero quote altissime per gli scommettitori prima del Festival. Li aiuta molto nel trionfo un tributo a Lucio Dalla nella sera del giovedì, e così sorprendono tutti, ma nella memoria di tutti resta Nessun grado di separazione. Nel 2017 sembra un dovuto premio alla carriera quello che dovrà ritirare come un proforma Fiorella Mannoia: peccato che nessuno abbia fatto i conti col televoto e l’operazione simpatia che porta Gabbani e la sua scimmia nuda ballante davanti alla ben più bella Che sia benedetta e anche all’altro grande favorito Sergio Sylvestre, proveniente anche lui dalla scuola di Amici. Arriviamo al 2018: due favoriti assoluti annunciati quando ancora non sono ufficiali i nomi dei Big: Ermal Meta e Fabrizio Moro, in gara insieme. Parte il Festival e la loro Non mi avete fatto niente finisce sotto accusa per plagio. Vengono sospesi in attesa di un giudizio che li riammette alla gara con un escamotage ancora oggi poco chiaro ai più per la verità, trionfano. In platea, in piena campagna elettorale, anche il futuro ministro Matteo Salvini: Baglioni per il suo primo Sanremo non ha voluto risparmiare sulle polemiche.

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In dieci anni, insomma, solo tre volte il vincitore annunciato non ce l’ha fatta: stavolta tutti parlano di Ultimo, vincitore l’anno scorso tra i Giovani, e Irama, e non sembra essere un pronostico fatto solo sulla loro giovane età, perché gli anziani di oggi ormai sanno perfettamente usare un telefonino per inviare un sms e votare. La loro, però, è quella bella musica melodica, romantica e orecchiabile che piace molto ora. Sperando durino nel tempo anche loro, e non soltanto il genere musicale, come spesso accaduto in passato. Tre volte su dieci…si sbaglia raramente. Siamo avvisati.

Massimiliano Beneggi

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