Kim, il musical ispirato ai cartoni animati che racconta le suggestioni delle luci del successo, le finte promesse dello spettacolo, e la voglia di credere nei propri sogni e nei propri talenti, ha esordito con enorme successo nello scorso weekend al Pime di Milano. Venerdì 15 e sabato 16 si replica, sempre nello stesso teatro. (Clicca qui per leggere il comunicato stampa)A raccontarci questo spettacolo che ha tenuto accesa l’attenzione di un pubblico assolutamente trasversale dai più giovani ai più adulti, è Thomas Centaro, giovane attore e regista, nonché ideatore di Kim, che dirige.

Thomas, in che modo questo spettacolo è ispirato ai cartoni animati?

La protagonista è una maghetta. In questo senso ho attinto dalla fantasia cartoni animati della nostra infanzia, a partire ovviamente da Creamy fino a Sailor Moon. Il personaggio ha tutti i crismi di quei protagonisti, quindi ovviamente ha una mascotte e un alter ego seminato nel cast, che viene svelato solo alla fine del primo atto. In questo modo il pubblico rimane più incuriosito: viene sovvertita la narrazione, infatti è presentata come un personaggio normale e solo alla fine del primo atto si capisce chi sia davvero. Sono stato contento perché nelle prime due messe in scena in pochi immaginavano quale fosse la sua reale identità, nonostante ci fosse qualche indizio: significa che l’effetto sorpresa ha funzionato.

Musicalmente che tipo di formazione hai? A cosa ti sei voluto richiamare?

A livello musicale mi ero sempre occupato di parodie: scrivevo su canzoni già edite, in genere pop, musiche da radio. Io e Elena (Centaro, ndr) quindi ci siamo ispirati a canzoni di cantanti pop veri: abbiamo voluto ricreare proprio quell’atmosfera dei concerti live.

Un po’come accadeva con i Bee Hive, sempre per restare in tema di cartoni animati…

Sì, il mio lavoro precedente infatti era stato Kiss Me Licia, e l’idea è stata portorio quella di riproporre quella situazione di concerti all’interno di una storia che narra appunto di una ragazzina che si trova a dover fare i conti con l’entusiasmo e con le difficoltà del mondo dello spettacolo.

Quanto troviamo di stereotipizzazione, di realtà e di lato sognante?

Il lato sognante è presente soprattutto all’inizio. La protagonista viene buttata in questo mondo che non le appartiene nemmeno, perché tutto nasce da un post su Instagram e da lì viene catapultata in una nuova dimensione. Di stereotipato c’è ben poco: parto nell’ispirazione da esperienze personali o di amici e conoscenti. Lavorare nel mondo dello spettacolo può essere entusiasmante per certi versi e complicato per altri. Abbiamo voluto focalizzarci su questo: cosa spinge una carriera e cosa può bloccarla? La bellezza oggi viene proposta nei canoni fasulli, sbalzati e sbagliati proposti dal web. La stessa Kim sarà alla fine un pò vittima di se stessa e ricoprirà tante cose che prima non aveva osservato.

È uno spettacolo che non morirà qua. Dunque hai già pensato a proporlo magari per le scuole, visto che il messaggio che viene dato è molto positivo?

Sul palco abbiamo anche un’attrice di 17 anni. Mi sono rivolto anche a psicologi per raggiungere soprattutto il pubblico molto giovane. Non avevo ancora pensato alle scuole, ma effettivamente si parla molto delle realtà dei giovani di oggi.

Sarebbe un bel modo di fare conoscere il teatro con un musical quindi diverso da quegli spettacoli teatrali a cui ci hanno sempre abituati quando eravamo alle elementari…

Sì, mi portavano a vedere dei pipponi incredibili. In Kim c’è una bella storia e tanta musica che parla direttamente ai giovani. Ho visto che in tanti in questi giorni sulle recensioni hanno sottolineato l’importanza delle emozioni dei giovani, che potranno cambiare nelle epoche ma saranno sempre e comunque i giovani. E gli artisti stessi nello spettacolo non hanno più di 26 anni. Questo trovo sia molto bello.

Dopo Kim quali sono gli obiettivi di Thomas?

Ho intenzione di fare un piccolo passo in avanti riprendendo la prosa, dove sono nato come autore e attore. Kim è il mio decimo spettacolo, andrà avanti e sicuramente lo proporremo anche in altri teatri: è una storia abbastanza trasversale e io che sono fan della Disney tengo particolarmente a questi tipi di progetti.

Massimiliano Beneggi