Comincia da qua il nostro viaggio nei tormentoni estivi più celebri della canzone!

Dicembre 2006, Pippo Baudo e la commissione artistica del Festival di Sanremo scartano, per l’edizione che si terrà dopo pochi mesi all’Ariston, uno dei brani destinati a entrare nelle orecchie degli italiani per mesi e mesi. La notizia è che, per una volta, anche il grande Pippo prende un granchio.

Estate 2007, esplode nelle radio il brano scartato per Sanremo: lei, Irene Grandi, non si è data per vinta, e ha saputo aspettare con pazienza fino al momento della riscossa che, forse, col senno di poi, nei mesi più caldi le dà pure quella spinta in più che contrariamente non avrebbe avuto a Sanremo, dove la canzone si sarebbe un po’ persa. È cosi che Bruci la città, inserita insieme a un altro inedito in un greatest hits che con 13 anni di carriera la cantautrice toscana si può già permettere, arriva nelle case attraverso radio e tv (siamo all’ultima edizione del Festivalbar, dove il brano vince il Premio Radio). Scritto con Francesco Bianconi, leader dei Baustelle, il brano è il secondo più trasmesso dalle radio quell’anno, per giungere al tredicesimo posto nei singoli più venduti. Il videoclip, che vediamo sotto, è girato nel mondo virtuale di Second Life: il primo caso in Italia, e non poteva che essere così con la cantante iscritta al social con lo pseudonimo di Freccia Lane.

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Ironicamente, e anche audacemente, con questa canzone, Irene Grandi racconta di un incontro decisamente passionale, di quelli travolgenti, spesso facili in estate. Se non ci sono dubbi sul finale in cui si esplicita la voglia di leccare questo tuo profondo amore, per tutto il resto della canzone si sottolinea la necessità di fare svanire tutto il resto che sia altro dalla coppia protagonista del brano. La città possa bruciare, pensare ad altro, non rompere le scatole in poche parole: per due ore al cospetto di lei rimarrà solo lui nudo sul letto, da coccolare intimamente per consolarlo anche nei suoi profondi dolori. La passione deve esplodere. E quell’estate 2007, la canzone fu una vera bomba, che tutti come sempre cantavano con disinvoltura senza preoccuparsi di ripetere le strofe di un brano che faceva un’apologia del sesso orale nemmeno troppo velata.

Ecco qui sotto video e testo.

Massimiliano Beneggi

Bruci la città
e crolli il grattacielo
rimani tu da solo
nudo sul mio letto.

Bruci la città
o viva nel terrore
nel giro di due ore
svanisca tutto quanto
svanisca tutto il resto.

E tutti quei ragazzi come te
non hanno niente come te
io non posso che ammirare
non posso non gridare

che ti stringo sul mio cuore
per proteggerti dal male
che vorrei poter cullare
il tuo dolore il tuo dolore.

Muoia sotto un tram
più o meno tutto il mondo
esplodano le stelle
esploda tutto questo.

Muoia quello che è altro
da noi due almeno per un poco
almeno per errore.

E tutti quei ragazzi come te
non hanno niente come te
io vorrei darmi da fare
forse essere migliore

farti scudo col mio cuore
da catastrofi e paure
io non ho niente da fare
questo è quello che so fare

Io non posso che adorare
non posso che leccare
questo tuo profondo amore
questo tuo profondo
non posso che adorare
questo tuo profondo