Due anni senza Paolo Limiti, il galantuomo inimitabile

Due anni fa, il 27 giugno 2017, ci lasciava Paolo Limiti. Straordinario autore di canzoni, quindi di trasmissioni televisive, nonché ineguagliabile memoria storica. Inutile cercare un altro profilo anche solo lontanamente simile: non c’è stato nessuno in grado di sostituirlo in questi due anni, nè mai ci sarà. Limiti era una biblioteca che camminava, una fonte di cultura dettata dai suoi numerosi incontri e da un’esperienza sul campo inarrivabili per chiunque altro.

A due anni dalla sua scomparsa ci piace ricordare la sua straordinaria risata con cui accoglieva ogni ospite facendo sentire il pubblico partecipe di quanto accadeva sul piccolo schermo. Ci dispiace invece dovere constatare che una televisione così garbata e professionale ormai sia difficile averla: tutto va a contaminarsi col trash e coi social. La tv ora è bulimica: inghiottisce i personaggi in meccanismi perversi per poi vomitarli nella peggiore messa in scena possibile e farne quindi perdere le tracce. Conduttori non ce ne sono più, autori meno ancora: tutto è importato dall’estero con format che sopravvivono grazie a concorrenti in gara giudicati da tre vip. Limiti manca alla televisione, manca alle nostre case. Quel Sanremo 2006 che doveva essere suo e gli venne tolto per un antipatico dispetto della dirigenza Rai grida ancora oggi vendetta. La televisione poteva insegnarla, e persino la strategia musicale visto che fu lui a convincere Mina a cantare anche brani spiritosi come Sacundì Sacundà e non solo quelli impegnati come La voce del silenzio. Talent scout di cantanti formidabili come Edoardo Agnelli, Fabrizio Voghera, Stefania Cento, Valeriano Maspero, Manuela Villa. Poteva insegnare tante cose ancora Paolo Limiti, e invece lo abbiamo perso troppo presto. E così i ricordi della musica passata, di cui non si è mai vergognato a farne trasmissioni di incredibile successo, sono ormai ad appannaggio di You Tube. Dove però manca l’aneddoto, la chicca del brano semisconosciuto con tutto il suo racconto storico. Dove manca Limiti insomma.

Massimiliano Beneggi

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