Quali sono le difficoltà che incontra l’artista? In quel mondo così magico e apparentemente senza problemi è davvero solo il precariato l’ostacolo? Anzitutto ci vuole la consapevolezza, e quindi l’accettazione, di essere artisti. È una prova di coraggio ammettere di avere un talento pronto ad esplodere in una espressione che comunichi emozioni ad altri. Lo è per diverse ragioni.

Sabato 21 e domenica 22 settembre, allo Spazio Quarta Parete alle 16, lo racconterà molto bene Francesca Brusati nel suo spettacolo Crisi d’artista. A lei abbiamo voluto fare la prima intervista della stagione, dando spazio così a una giovane promessa del teatro e della musica. Che non è, ovviamente, solo Sanremo.

Classe 1989, di Varese, diplomata in danza e canto, con un’esperienza decennale nei resort estivi come performer tra musica, teatro e persino come giocoleria, già diversi spot pubblicitari alle spalle, Francesca ha debuttato qualche mese fa a Milano con questo spettacolo scritto da lei. La magia del palcoscenico sa rispondere a quesiti esistenziali che non trovano soluzione nella vita quotidiana. E chi ama il teatro lo sa bene.

Emozioni, speranze, personaggi strani, illusioni nascoste in una vita apparentemente lineare come quella del teatro e in realtà piena di complicate sfumature che creano un Caos da cui si genera Ordine solo una volta sul palcoscenico. In fondo ogni artista è un’anima inquieta, e per una giovane e talentuosa cantante e performer come lei, una città come Milano con i suoi ritmi frenetici tante volte potrebbe gettare ancora di più nel disordine. Francesca però ha colto l’opportunità per trarne maggiore spunto per il suo spettacolo in un racconto divertente che tocca varie sensibilità, in una sorta di bipolarismo femminile femminile e artistico. Stavolta lo fa con canzoni edite, ma sta già lavorando a un progetto completamente suo anche dal punto di vista canoro. Scoprite il suo mondo anche sulla pagina Facebook Francesca Brusati-Artist.

Francesca cosa ci dobbiamo aspettare dallo spettacolo del 21 e del 22 settembre?

In questo spettcolo parlo di me, della mia vita di tutti i giorni che talvolta sembra un film. Noi artisti non siamo molto normali, dobbiamo ammetterlo. Chi guarda uno spettacolo vede tutto perfetto e pensa probabilmente che chi è sul palco si sia svegliato un giorno con gli uccellini che cantavano dalla finestra come succedeva a Biancaneve. In realtà c’è tutto un lavoro lunghissimo dietro le quinte per preparare uno spettacolo, che poi si presenta come perfetto davanti al pubblico. E non tutti sanno cosa voglia dire fare audizioni, talvolta con richieste abbastanza assurde.

Quanto tempo è trascorso da quando è nata l’idea di questo spettacolo?

L’idea mi venne tre anni fa. In estate lavoro nei resort, e ho sempre avuto la fortuna di girare i posti più belli di mare, in inverno invece mi dedico ad audizioni e tournée ma torno sempre a casa a Milano, che rimane la parte del mio animo più stabile. È però una città fredda, grigia e uggiosa, che dà dei toni talvolta più depressivi. Ho trasformato quella energia per preparare questo spettacolo e raccontare nella realtà cosa succede, la vita di noi artisti, tra angosce e speranze.

Lo spettacolo è scritto interamente da te?

Sì, anche se io non nasco come scrittrice. Per la revisione del testo mi ha aiutato Antonello Arabia, un mio grande amico, attore comico e drammaturgo che da diversi anni porta in giro il suo spettacolo. Lui mi ha dato una mano per la parte tecnica della scrittura. Avevo buttato giù solo delle idee, e così una sera che eravamo fuori a bere mi disse ‘Perché non lo guardiamo insieme questo testo?’. E abbiamo messo in fila tutte le idee. Ho collaborato con diversi pianisti, quindi con Gabriele Ciardo, e dopo varie repliche l’anno scorso, ora siamo pronti per tante altre date.

Si riparte subito a inizio stagione dallo spazio Quarta Parete.

Sono molto legata a Quarta Parete perché è uno spazio creato da una mia amica, Anna Ginevra che riuscì a realizzarlo prima di lasciarci nel 2017. Per me quindi è particolarmente emozionante, perché so che è un progetto che lei avrebbe voluto. Ora lo spazio è gestito dalla mamma di Anna, Patrizia.

Lo spettacolo sarà un alternarsi di monologo e canzoni. Che genere di musica ascolteremo?

Sono canzoni pop del repertorio italiano e americano, del repertorio Musical, che proseguono in qualche modo la narrazione. È come un recitar cantando: vado avanti a raccontare, ma con la musica. La prima canzone parla proprio di una audizione infatti. Nella prima parte c’è una parte un po’ più comica, ma andando avanti si scopre una parte più intima e profonda.

Essendo brani già editi, immagino ci sia stato un grande lavoro di ricerca per trovare canzoni che proseguissero il tuo racconto e si incastrassero nello spettacolo…

Sì, è proprio così. A dire il vero è come se le canzoni fossero venute prima. Mi ritrovavo perfettamente nelle canzoni che preparavo. Naturalmente, tra le altre, non mancano le canzoni del mondo Disney, con tutti i valori di un mondo fantastico che deve relazionarsi con la realtà. Per la mia vocalità e caratteristiche fisiche spesso mi sono ritrovata a interpretare le principesse Disney, e sono legatissima a quell’universo.

Nello spettacolo ti poni delle domande importanti.

Sono una persona reale che si chiede perché nello spettacolo succedano delle cose e si riescano a dare delle risposte che non si trovano nella realtà di tutti i giorni.

Quali sono le richieste più assurde che ti siano capitate alle audizioni?

Accade che ai provini facciano fare un sacco di cose, cantare brani…una si sente già pronta per fare il Lago dei Cigni (ride) per poi invece fare lo spettacolo e ritrovarsi ad avere un ruolo per cui come si entra si esce subito dalle quinte. Oppure una volta mi hanno detto Visto che sai cantare, ballare, fare giocoleria..puoi ballare e giocare con le tre palline poi ti fermi e mangi un biscotto? Ancora non riesco a spiegarmi perché quella richiesta strana.

Cosa significa essere artisti a Milano? Davvero è una città che offre tante possibilità ai giovani?

Milano offre tantissime opportunità: si possono prendere strade differenti in ogni momento. Ovviamente la concorrenza è spietata in una grande città come questa, e non c’è davvero spazio per tutti. Se a un provino cercano 3 attori e ci sono 800 persone, bisogna avere una forte motivazione per non abbattersi. Bisogna cercare le porte aperte che ci sono e cogliere l’occasione appena si presenta, senza spaventarsi di fronte alla fretta di tutti i milanesi.

Nel comunicato stampa si cita Nietzsche e la sua frase Bisogna avere un caos dentro per generare una stella danzante. Sei particolarmente legata alla filosofia nietzschiana?

Prendo spunto da tante filosofie: non mi piace seguirne uno in particolare. Questo pensiero di Nietzsche lo trovo particolarmente curioso, perché ogni artista ha un sacco di idee ma deve trovare il modo migliore per esprimersi.

Massimiliano Beneggi