Il Festival di Amadeus inizia a prendere una sua forma. Con coraggio, perché si sceglie di abbandonare alcune strade intraprese con Baglioni in un biennio sicuramente vincente. E con coerenza, perché non tutte le idee nate dal cantautore romano hanno suscitato unanime consenso. Sarà la 70a edizione, una di quelle in cui più di altre sarà fondamentale omaggiare la musica italiana nella sua storia festivaliera: per questo tutto dovrà essere perfetto. Almeno in partenza, poi per le gaffes ci si penserà come sempre sul palcoscenico. Arriveranno puntuali, senza troppa fatica, quindi per ora meglio non affannarsi in quel senso e lasciare che l’edizione numero 70 possa essere una vera festa. La terza serata, infatti, sarà una celebrazione della storia sanremese.
SANREMO GIOVANI
I Big in gara dovrebbero essere 20, senza eliminazione,ma la vera novità, se così si può dire, riguarda i giovani. Sparisce infatti Sanremo Giovani, o meglio cambia di nuovo formula. E nome. In modo molto originale la gara dei giovani a febbraio si chiamerà Nuove Proposte. Completamente divisa da quella dei Big, dopo che lo scorso febbraio Mahmood trionfò arrivando proprio dal contest dei giovani a cui fu dedicata un’intera settimana, un mese e mezzo prima del Festival.
IL REGOLAMENTO
Il regolamento sembra come al solito una intricata complicazione lessicale degna dei test della patente automobilistica. La gara di dicembre ci sarà, e si chiamerà sempre Sanremo Giovani. Andrà in onda il 17 in prima serata su Raiuno dopo una lunga selezione. Da 60 brani infatti ne verranno scelti 20 dalla Rai, che li farà ascoltare in quattro pomeriggi a partire dal 23 novembre. I finalisti arriveranno il 17 dicembre a giocarsi la possibilità di andare al Festival: 5 posti assegnati per entrare nella categoria Nuove Proposte.
Le Nuove Proposte saranno 8: gli altri tre arriveranno da Sanremo Young (uno, presumibilmente la vincitrice 2019 Tecla Insolia), e da Area Sanremo che quest’anno selezionerà i suoi sue artisti solo nella città ligure in tre segmenti. Due a ottobre e la finale di novembre.
POCHE NOVITÀ VERE
Insomma, il vincitore delle Nuove Proposte non sarà sicuramente il vincitore dei Big del 2020. Giusto così, se si vuole dare un servizio pubblico lo si faccia fino in fondo: la gavetta deve rimanere tale e non gettare ragazzi improvvisamente nella mischia. Ci vuole un percorso.. Per il resto, lo si chiami Sanremo Giovani, Nuove Proposte o Esordienti, si parla sempre dello stesso spettacolo. Questione di nomenclature, di accezioni. O di voglia di rompere le scatole alla gente con finti rinnovamenti, un po’ come quando arriva la professoressa nuova in una classe e vuole cambiare necessariamente qualcosa della collega precedente. Un po’ come avviene nella politica italiana, dove i ministri arrivano solo con la gomma per scrivere a matita nuove pagine che verranno subito cancellate dai successori. Certo, così diventa più difficile crescere, ma nel caso di Sanremo la storia ha dimostrato finora che quando si è data ai Giovani quell’occasione di diventare Big in tempo zero, le giurie hanno sempre approfittato per farli trionfare anche davanti ai colleghi più esperti. Come una tentazione di sovvertire i pronostici a ogni costo. È successo con la Minetti (’98)e con Mahmood (’19) Prima di loro, in qualche modo, anche Giorgia (’95) e i Jalisse (’97), che arrivavano da un concorso tra i Giovani dell’anno precedente. Amadeus vuole che si evitino classifiche fatte a tavolino. È già un inizio, aspettiamo a breve la decisione sul ruolo della giuria di (in)esperti.
Massimiliano Beneggi