Orgogliosamente ha sempre mantenuto la sua signorilità, senza lasciarsi trascinare dalla smania di comparire in televisione, dove sembra essere sempre una mosca bianca rispetto alle volgarità e alla pochezza di argomenti degli altri ospiti. Lei, al contrario di qualcuno con cui anche recentemente ha avuto accesi confronti, non ha bisogno di urlare per farsi capire: la sua dialettica garbata e pacata la fanno essere tanto sicura quanto piacevole. Milena Miconi non ha mai rinnegato la sua carriera nata a teatro, dove ancora oggi è una delle più amate attrici, alternando la professione tra palcoscenico, cinema e fiction.

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Ieri sera ha debuttato con grande successo a Milano al Teatro Martinitt dove sarà in scena fino al 16 febbraio con L’uomo perfetto, che la vede protagonista insieme a Nadia Rinaldi e Gianclaudio Caretta. (clicca qui per leggere il comunicato stampa ufficiale).

Nessuno meglio di lei, simbolo di una bella femminilità intelligente, colta e talentuosa, poteva presentarci questo spettacolo che mette a confronto l’essere umano con la sua ricerca ossessiva di una perfezione che non troverà mai.

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Milena presentaci questo spettacolo, dove si ride molto ma si affronta un tema decisamente interessante: la perfezione, a cui tutti vogliamo avvicinarci ma da cui tutti ci allontaniamo appena ci ricordiamo di essere umani.

E’ una commedia divertente, che offre anche uno spunto per pensare un pò alla natura dell’essere umano. Siamo sempre alla ricerca della perfezione, che non esiste e anche qualora ci fosse ci stancherebbe perché si cerca sempre qualcosa di diverso e si ride quindi su questa caratteristica. E’ la storia di due sorelle, molto diverse tra loro: una è una attrice superficiale che prende la vita alla leggera e l’altra attenta, che si è sempre presa cura della sorella, facendole anche da agente. Le accomuna solo il fatto di non essere ancora riuscite a trovare l’uomo che faccia per loro, quello che le stia accanto facendole sentire importanti. Trovano su un giornale la pubblicità di un robot che sembra essere esattamente come un essere umano, ma che dà tutto quello che vorremmo ricevere da un uomo: attenzioni, fa la spesa, fa le pulizie in casa, non si interessa di calcio…Il robot però è talmente evoluto che con gli aggiornamenti inizia a porsi delle domande sulla nostra esistenza e sul senso l’amore: chi siamo, da dove veniamo…Fino a chiedersi anche dove sia sua mamma: il robot scopre l’amore attraverso la parola mamma. Inizia quindi a fare troppe domande, a cui le due sorelle non sanno dare delle risposte, arrivando a umanizzarsi. Diventa quindi troppo complicato e va in depressione. Così le due donne si stancano anche di quella che sembrava essere la perfezione assoluta.

Dunque la natura umana stessa corrompe la possibile perfezione. Cosa per te si avvicina di più alla perfezione umana?

La perfezione ovviamente non esiste: esiste solo la persona che è più compatibile. Ciascuno di noi ha pregi e difetti e bisogna avere la fortuna di incontrare la persona più compatibile con cui ci si vada a compensare vicendevolmente.

A un uomo che si scopra diverso da questa perfezione, cosa non potresti mai perdonare?

Quando si ama si ha sempre lo spunto per perdonare qualunque cosa, dalla più piccola alla più grande: è quando ci si stanca e non c’è l’amore che allora non piace più nulla e tutto diventa detestabile.

Si è sollevato un gran polverone sulle parole di Amadeus alla presentazione del Festival di Sanremo, in relazione alla capacità della donna di stare un passo indietro rispetto a un marito importante. Se la perfezione dell’uomo sta nel fare sentire importante la sua donna, la perfezione della donna sta nel suo sapere stare dietro al marito importante?

La donna non deve fare stare l’uomo un passo avanti: quella è una grande stupidaggine. Al contrario, è anche l’uomo che deve stare indietro rispetto alla donna quando è il momento della sua compagna, che magari sta facendo carriera e fa dei sacrifici per creare qualcosa, ovvero quando è il momento di aiutarla a costruire la sua strada nel mondo. E così viceversa: bisogna rispettare i momenti dell’uno e dell’altro. Amadeus ha detto una frase infelice ma non voleva dire quello: lui per esempio ha una donna accanto molto forte, che al contrario non fa un passo indietro ma lascia davanti il marito che sta facendo il suo percorso. Per aiutarlo quindi, non certo perché in generale la donna debba stare un passo indietro rispetto all’uomo, quello non esiste proprio: ci son tante donne che mandano avanti la famiglia e che hanno a casa mariti che non sanno fare nulla. Insomma gli è solo uscita male la frase, ma sono sicura che non volesse intendere nulla di sessista, voleva fare un complimento e dire che dietro a un grande uomo ci sia sempre una grande donna. Le frasi infelici escono soprattutto quando sei in vista e quindi devi dire per forza qualcosa.

Da ora fino a maggio sarai impegnatissima sempre in teatro…

In questa seconda parte di stagione porteremo in giro L’uomo perfetto in tutta Italia e continueremo con la ripresa di Call Center 3.0 e poi me ne vado in vacanza. Si tornerà in scena a settembre con nuovi spettacoli di cui è prematuro parlare ora, ma posso dire che ci sono già dei bellissimi progetti.

Purtroppo c’è sempre la tensione a pensare che se un artista non lavora in televisione sia un disoccupato. Forse è meglio continuare a essere disoccupati da questa televisione di oggi e continuare a lavorare a teatro.

Io lavoro tantissimo tutto l’anno con moltissimi spettacoli senza mai fermarmi: in tanti non vedendomi in televisione mi chiedono perché non lavoro. Rispondo sempre: “Magari!”. Vorrei anch’io non dovere sempre correre e avere un po’ più di tempo con i miei figli. La parte bella di questo lavoro è che, facendolo per passione, si ha più tempo per stare a casa senza sacrificare troppo la famiglia, e invece oggi le cose sono cambiate anche sotto questo punto di vista. Io però amo il teatro. Funziona così: solo la televisione sappiamo com’è oggi, e ti dà visibilità. Siamo in Italia, ci dobbiamo adeguare a questo modo di intendere, ma è sempre bello potere parlare di progetti teatrali e di lavoro con chi se ne interessa. E per fortuna c’è ancora tanta gente che ha voglia di andare a teatro.

Massimiliano Beneggi