Da quando esiste (2004) è la serata confezionata per essere la più ricca ed esplosiva, quella che presentando le canzoni sotto una nuova veste con vari ospiti dovrebbe colpire di più il cuore degli italiani. In realtà continua a essere la peggiore serata delle cinque: accade quando si reinterpretano le canzoni in gara ma anche quando si cantano cover di vecchi successi sanremesi come accaduto quest’anno. L’occasione, per Sanremo 2020, era ovviamente ghiotta per festeggiare 70 anni di musica italiana, ma ancora una volta la terza serata si conferma solo una parata di cantanti che vogliono dimostrare di sapere cantare (rovinare) poesie che hanno fatto la storia del Festival.
Che la serata sia la meno bella lo si evince già dalla giacca inguardabile di Amadeus che, orfano di Fiorello per una sera, si ritrova a condividere il palco con Georgina Rodriguez, involontariamente comica nella sua totale incapacità di fare qualcosa. Passi non sapere la nostra lingua, ma almeno conoscere i tempi di una comunicazione e riempire i silenzi è un’idea suggestiva che poteva venire in mente anche a una straniera chiamata solo per la sua bellezza.
‘Finiremo prima’, aveva detto il direttore artistico in conferenza stampa: lo show finisce alle 2.02. Amadeus è talmente di parola che potrebbe buttarsi in politica.
Benigni ormai è un ex comico a cui è mancato solo il coraggio di creare quello che ha costruito il suo ex collega Beppe Grillo: la sua esegesi del Cantico dei Cantici è una lectio magistralis che stravolge la serata trasformandola in un evento televisivo lontano dal Festival di Sanremo. Il suo monologo riempie la parte centrale dello show costringendo chiunque a un eccessivo ascolto sul Cantico da parte di uno che fino a venticinque anni fa era famoso all’Ariston per avere urlato “Woytilaccio”. Stavolta se la prende con Salvini, dopo aver fatto la carriera per 20 anni sul nome di Berlusconi.
Nelle cover si salvano davvero in pochi. Su tutti i Pinguini Tattici Nucleari, musicisti talentuosi assoluti. Vince la serata Tosca, che con naturale semplicità canta Piazza grande coinvolgendo il pubblico anche col suo sorriso. Dietro di lei un superlativo Piero Pelù che canta Cuore matto con un filmato di Little Tony, che se interagissero. Qualcuno fa bene ma la giuria non si accorge: Giordana Angi (La nevicata del ‘56), Irene Grandi (La musica è finita) ed Elettra Lamborghini, che canta con estrema ironia (ed emozione incredibile) molto meglio di Claudia Mori Non succederà più. Rita Pavone e Minghi pasticciano tempi e tonalità su 1950, a Morgan danno la bacchetta per dirigere l’orchestra ma lui la usa per fare folklore come i bambini che ricevono una bacchetta da mago a Natale.
Gabbani deve ricorrere ancora a un travestimento, questa volta da astronauta, per creare movimento nella sua cover (L’italiano, sempre amatissima da tutti), Le Vibrazioni urlano Un’emozione da poco, Jannacci prova a fare il comico con Mandelli in Se me lo dicevi prima ma rovina canzone e sketch, che pare completamente improvvisato, e invece improvvisato non è.
Masini e Arisa conciano per le feste Vacanze romane, Zarrillo non trova l’amalgama giusto con Leali per cantare Deborah, Achille Lauro affida ad Annalisa l’esecuzione corretta di Gli uomini non cambiano: lui purtroppo non cambia mai, e anche travestito da David Bowie risulta fuori luogo. Alberto Urso è immenso ne La voce del silenzio, ma Ornella Vanoni che lo accompagna non si lascia trascinare bensì quasi intimidire dalle caratteristiche vocali della scoperta di Maria De Filippi.
Ecco la classifica della serata, a cui si sommeranno i voti della prima esibizione.
1) Tosca
2) Piero Pelù
3) Pinguini Tattici Nucleari
4) Anastasio
5) Diodato
6) Le Vibrazioni
7) Paolo Jannacci
8) Francesco Gabbani
8) Rancore
10) Marco Masini
11) Raphael Gualazzi
12) Enrico Nigiotti
13) Rita Pavone
14) Irene Grandi
15) Michele Zarrillo
16) Achille Lauro
17) Levante
18) Giordana Angi
19) Elodie
20) Alberto Urso
21) Junior Cally
22) Riki
23) Elettra Lamborghini
24) Bugo e Morgan