Fanno discutere le dichiarazioni di Paolo Bonolis. Ospite a Rtl 102.5 ha ammesso che nel suo futuro potrebbe esserci ancora il Festival di Sanremo, già condotto due volte con la direzione artistica di Gianmarco Mazzi. Il presentatore, ultimamente piuttosto critico nei confronti di Mediaset, ha ribadito ancora una volta, però, la sua condizione per tornare in riviera: ‘Bisogna abbandonare l’Ariston, che ormai ha fatto il suo tempo, e cercare un contesto più grande internazionale che si avvicini a quella dell’Eurosong’. Non solo il teatro, dunque, ma il contesto dovrebbe cambiare, per rendere il Festival sempre più vicino a uno show, come se già non lo fosse.

Non è la prima volta che Bonolis suggerisce questa idea, evidentemente non solo rimasta inascoltata finora ma persino impossibile per il Comune di Sanremo e la Rai che da undici anni ormai non chiamano più il presentatore di Avanti un altro. La conditio sine qua non è poco interessante per i vertici Rai che, al contrario di Bonolis, ricordano bene la storia. Non è Sanremo a dovere imitare l’Eurosong: è il nostro Festival ad avere ispirato l’idea della gara europea. Perché dovremmo abbandonare la nostra tradizione musicale, magari con il rischio di dovere dare più spazio a cantanti trash? Il Festival 2021 è già al sicuro con Amadeus al 99%, ma Bonolis sembra ben lontano anche dal 2022: per il Comune di Sanremo e la Rai, al momento, di un trasloco dall’Ariston non se ne parla. Soprattutto in virtù del grande successo di quest’anno, che non ha mostrato segni di cedimento del Festival tradizionale come lo conosciamo da anni.

Massimiliano Beneggi