E’ fuori discussione che il teatro in televisione non sia teatro ma si trasformi in una recita per il piccolo schermo, priva della sua più considerevole poesia fatta da una visione di insieme del palcoscenico oltre che dell’emozione della platea. Resta però un evento più che apprezzabile quando le telecamere si prestano in qualche modo a raccontare gli spettacoli nati per il sipario. Questa sera alle 21.10 su Raidue, quindi, va in onda il terzo e ultimo appuntamento di Salemme-il bello della diretta (vuoi votarlo come programma dell’anno? CLICCA QUI!): si tratta della commedia Una festa esagerata…!, in scena al Teatro Manzoni di Milano tre stagioni fa.

una-festa-esagerata_1920_880

LA TRAMA

Gennaro Parascandolo e la moglie Teresa sono una coppia stanca e distaccata, il cui matrimonio sopravvive ormai per l’abitudine e per l’amore della figlia Mirea. La quale non è propriamente una ragazzina: sta infatti per diventare maggiorenne. Se Teresa è una donna arrivista e amante della bella vita che conosce ogni segreto di Mirea, non è così per l’umile Gennaro che solo poche ore prima della grande festa sul terrazzo per i 18 anni, scopre chi sia il fidanzato della figlia: si tratta di Alberto, un giovane poco incline al galateo e all’attenzione per i soldi. Il suo regalo di compleanno per Mirea, infatti, è un’automobile, che convince ben poco Gennaro, già per nulla convinto di Alberto. La ragazza, dal canto suo, sembra invece apprezzare decisamente le attenzioni fatte di quei regali e lussi che avrebbe sempre voluto anche la madre. La stessa festa piena di invitati, infatti, è fortemente voluta da Teresa che spera di avvicinare Gennaro ai borghesi del condominio. Tutto rischia di saltare quando poche ore prima muore don Giovanni, che abita al piano sottostante. Tra gag degne del teatro di De Filippo, un cameriere finto indiano, un sacerdote sui generis e il secondino del palazzo che preparano la terrazza in vista della festa, alla fine anche l’integerrimo Gennaro si lascia convincere che sia meglio non rimandare il party. Chiederà così alla figlia di don Giovanni di rinviare l’annuncio della morte del padre. Sia mai che Mirea non possa avere una festa più importante delle figlie dei borghesi…

IL COMMENTO

Falsità, iprocrisie, differenze sociali e caratteriali che vengono superate solo per apparenza e per amore del denaro. Nemmeno il sacerdote rimane fuori dal grottesco circolo vizioso che sembra coinvolgere tutti i protagonisti, compreso quel Gennaro Parascandolo interpretato da un sublime Salemme, che rappresenta la normalità. Del resto, però, la normalità non può esistere in una rete di indiscipline morali guidate solo dal superficiale mostrare affetto con beni materiali. Niente diventa sano nella malattia della società pettegola, dove tutto si trasforma in occasione di commento, scandalo, e naturalmente di invidie. E’ proprio l’amore per quello che appartiene ad altri ad essere al centro di questa divertente commedia scritta e diretta dallo stesso Salemme: un’ossessione che inevitabilmente ci conduce lontani dalla vita reale per abbandonarci a tutto quello che ci manca con irrimediabile odio per la nostra esistenza. Tra tante irresistibili battute, che solo il teatro può raccontare a dovere con tutti i suoi tempi e i suoi spazi impossibili da catturare nei primi piani della televisione, Una festa esagerata…! darà l’occasione di ridere e riflettere su tante anomalie e contraddizioni della nostra società. I dialoghi tra Gennaro e la moglie (alias Teresa Del Vecchio) fanno esprimere al meglio i due straordinari attori protagonisti con battute botta e risposta con rarissime e mai sgradevoli allusioni alla ormai dimenticata sfera sessuale. Inconfutabile e irresistibile Gennaro quando si mostra dubbioso e preoccupato di fronte al punto di domanda presente nella retorica domanda di Teresa “E’ tua figlia? La devi aiutare”. I giovani Mirea Flavia Stellato, Sergio D’Auria e Vincenzo Borrino mostrano di essere vere certezze e degni eredi dei maestri napoletani nel panorama della commedia. Ecco qui sotto le note di regia dello stesso Vincenzo Salemme.

Massimiliano Beneggi

festa

 

LE NOTE DI SALEMME

“Una festa esagerata…!” nasce da un’idea che avevo in mente da tempo, uno spunto che mi permettesse di raccontare in chiave realistica e divertente il lato oscuro e grottesco dell’animo umano. Non dell’umanità intera ovviamente, ma di quella grande melassa/massa dalla quale provengo, quel blocco sociale che in Italia viene definito “piccola borghesia”. Volevo parlare delle cosiddette persone normali, di coloro che vivono nascondendosi dietro lo scudo delle convenzioni, coloro che vivono le relazioni sociali usando il codice dell’ipocrisia come unica strada per la sopravvivenza. Sopravvivenza alle “chiacchiere”, alle “voci”, ai sussurri pettegoli e sospettosi dei vicini. E sì, perché io vedo la nostra enorme piccola borghesia come un grande condominio, fatto di vicini che si prestano lo zucchero, il termometro e si scambiano i saluti ma che, al contempo, sono pronti a tradirsi, abbandonarsi e, in qualche caso estremo, anche a condannarsi a vicenda.
Non è la prima volta che questo ventre antico del nostro paese viene messo in commedia ma l’idea dalla quale parto mi sembra molto efficace in questo momento storico fatto di conflitti internazionali, guerre di religione e odi razziali. La barbarie, temo, nasconda sempre dietro un alibi. Ognuno trova sempre una buona ragione per odiare l’altro. Ma quel che temo ancora di più é l’odio che si nasconde dietro il velo sorridente della nostra educazione. Temo il buio del nostro animo spaventato. Temo la viltà dettata dalla paura. Temo il sonno della ragione. Spero che questa commedia strappi risate e sproni al dialogo. Un dialogo tra persone. Che si rispettano e, seppure con qualche sforzo, provino a volersi bene.