Una svolta che ha il sapore del colpo di scena: i teatri, i cinema e i musei potrebbero riaprire a giugno. Dopo il lento rientro nella Fase 2, vista la risposta civile e positiva che gli italiani stanno mostrando, il governo starebbe pensando a una accelerazione dei tempi. Quasi incredibile e clamoroso, se si pensa che per gli spettacoli si prevedeva un ritorno non prima di dicembre. Teatri e cinema potrebbero riaprire la prima settimana di giugno, sempre che i numeri dei malati di Covid-19 non tornino a salire (e visti i tempi di incubazione del virus, forse è ancora presto per determinare senza appello che tutti stiano realmente usando un buon senso, sempre molto labile). Ma come si ripartirà se la data dovesse essere confermata? Non sarà ovviamente un rientro normale. Vediamo le regole fondamentali secondo il Comitato tecnico scientifico del Dipartimento della Protezione civile.

Dovrà esserci un distanziamento di almeno un metro tra tutte le persone.

Non si potrà entrare in teatro con una temperatura corporea superiore a 37.5.

Ingressi ordinati con ingressi differenziati per entrata e uscita.

Biglietti solamente telematici e non cartacei, acquistati preventivamente (niente pubblico dell’ultimo minuto quindi).

Divieto di vendita di bibite e alimentari.

Obbligo di mascherina in platea, sul palcoscenico e dietro le quinte.

Non potranno esserci più del 25% rispetto alla capienza di persone (tra artisti di scena, lavoratori e pubblico).

Numeri e regole che, di fatto, costringeranno la maggior parte dei teatri e delle numerose compagnie a rinunciare al rientro sperando che per la nuova stagione che tradizionalmente comincia a settembre sia cambiato qualcosa. In effetti mancano ancora 4 mesi, e prima di allora fanno in tempo a mutare tante realtà. D’altronde come si potrebbe fare uno spettacolo teatrale costringendo gli artisti di scena a stare distanziati sul palcoscenico? Parliamoci chiaro, praticamente impossibile a meno di rivoluzionare tutti gli spettacoli. Ovviamente rimane un dubbio: i concerti allo stadio? Anche qua sembra chiaro che, se non cambieranno le cose (ed è impossibile giurare che non accadrá), i tour saranno costretti a slittare al 2021. Provate a immaginare un concerto a San Siro, evento che richiede una capienza di 55000 persone circa solo di pubblico. Chi potrebbe mai decidere di fare rinunciare allo spettacolo che attendono da tempo a più del 75% di queste?

Troppe domande, troppi interrogativi. Teatri, cinema, musei potrebbero riaprire. È già bello che se ne parli: ma, per ora, è tutto terribilmente complicato per pensare a una reale riapertura vicina alla normalità. È nell’interesse di tutti un ritorno in piena sicurezza e tranquillità. Forse oggi è troppo presto per cantare vittoria: e in ogni caso, evitiamo di farlo con aperitivi in massa. La qual cosa dovrebbe già ricordarci che, se non possiamo esultare insieme a tutti, la normalità è ancora lontana…

Massimiliano Beneggi