E’ uscita da qualche giorno Il mio nemico invisibile, la canzone di Daniele Silvestri che vede ancora una volta la collaborazione del rapper Rancore, già in gara a Sanremo insieme al cantautore romano lo scorso anno, prima di tornare da solo nel 2020.

DOPPIO REMAKE

La canzone è in realtà un doppio remake: si tratta di Il mio nemico, con cui diciotto anni fa Silvestri gridava contro la strumentalizzazione della guerra a fini economici, e di Non esistono e Invisibile, due brani di Rancore le cui rime vanno praticamente a sostituire quelle originali di Daniele. Del vecchio brano è mantenuto intatto il ritornello. Continuano a rimanere i suoni degli Inti Illimani di sottofondo, mentre il brano assume toni ancora più drammatici proprio grazie al contrasto con le rime del rapper, che nel 2002 aveva solo 13 anni. I due avevano già unito i loro brani in alcuni live, e avevano deciso di comporre questo mix di suoni e parole a inizio anno: l’emergenza Covid ha arrestato tutto in un primo tempo, ma il contesto in cui ci siamo trovati catapultati ha fatto sì che il tema del nemico invisibile potesse diventare più che mai attuale, e così i due sono tornati alla carica per concludere questo incisivo e convincente pezzo. Talvolta il rap diventa difficile da capire e si conforma solo come una polemica contro tutto e contro tutti senza un motivo, purchè si attacchi il mondo: qua c’è una musica irrinunciabile di sottofondo che lo rende apprezzabile, e ne fa cogliere un senso tutt’altro che banale.

Sanremo, 69° Festival della canzone italiana 2019. Red Carpet Inaugurale.

TEMI SOCIALI IMPORTANTI

Non è solo una canzone che racconta un nemico invisibile, con cui la guerra non è di fatto ancora finita: al centro della storia i tanti misteri umani, le vite parallele che ci creiamo tra gioie e angosce dove si dà credito persino al non esistente, con buona pace della filosofia parmenidea.  E’ un brano di denuncia contro un potere che fa solo i suoi interessi in una dittatura celata, dove serve la morte di qualcuno prima che si prendano certi provvedimenti. Ma, soprattutto, è un brano di speranza: fino a che si può bisogna cercare di vincere le proprie battaglie, sfidando e combattendo il nemico invisibile. Ecco qui sotto testo e video del brano che arriva poco prima dell’estate. Anche con un certo coraggio dal punto di vista commerciale, specie per una canzone che non è certo l’allegro brano tra sole e mare: va ascoltata dall’inizio alla fine in tutta la sua drammatica verità che sfuma su diversi temi. Per superare il nemico invisibile ci vuole del resto una caparbietà che i due cantanti mettono in campo così, rischiando non poco nei confronti dei loro fans abituati alle vecchie versioni dei brani. Invece, a giudicare dai commenti sui social, li hanno particolarmente impressionati. Sfida vinta. La notizia più bella è che i due artisti dichiarano che la storia proseguirà: il sodalizio continua, teniamoci pronti per altri singoli…singolari!

Massimiliano Beneggi

Tanto mi affido ad amici che non esistono
Io rido dietro nemici che non esistono
Ho paranoie su storie che non esistono
In mezzo angosce e gioie che non esistono
Mi metto addosso vestiti che non esistono
Vado a votare partiti che non esistono
Mi sento addosso degli occhi che non esistono
Normale che non mi tocchi, io non esisto
No

Finché sei in tempo tira
E non sbagliare mira
Probabilmente il bersaglio che vedi è solo l’abbaglio di chi da dietro spera
Che tu ci provi ancora
Perché poi gira e rigira gli serve solo una scusa
La fregatura è che c’è sempre un altro che paga
E c’è qualcuno che indaga per estirpare la piaga
Però chissà come mai qualsiasi cosa accada
Nel palazzo lontano nessuno fa una piega
Serve una testa che cada e poi chissenefrega
La prima testa di cazzo trovata per strada
Serve una testa che cada e poi chissenefrega
La prima testa di cazzo trovata per strada
Se vuoi tirare tira
Ma non sbagliare mira
Probabilmente il bersaglio che vedi
È solo l’abbaglio di chi da dietro giura
Che ha la coscienza pura
Ma sotto quella vernice ci sono squallide mura
La dittatura c’è ma non si sa dove sta

Non si vede da qua, non si vede da qua
La dittatura c’è ma non si sa dove sta
Non si vede da qua, non si vede da qua

Il mio nemico non ha divisa
Ama le armi ma non le usa
Nella fondina tiene le carte Visa
E quando uccide non chiede scusa
Il mio nemico non ha divisa
Ama le armi ma non le usa
Nella fondina tiene le carte Visa
E quando uccide non chiede scusa

Sono invisibile quanto il nostro salario
Quanto quei 2 secondi che riordini il fuso orario
Fate meglio a togliere il mio nome dal dizionario
Questa voce è finta e chi la registra che è un visionario
Sto sul binario e aspetto il treno delle sei
I miei occhi senza pupille, solo due nei
Nei bei giorni che vivo mi chiederei
“Ma se il mondo fosse deserto e tutti gli altri te li crei?”
Chissà cosa creerei, o, forse, l’ho già creato
Se guardo con gli occhi miei la legge porta al reato
L’amore, il volto di lei, le luci della città
In una lenta overdose che si raggiunge all’eternità
La carta d’identità, è bianca la fototessera
Il mondo è come un paese, la guerra che è sempre estera

Finché sei in tempo tira
E non sbagliare mira
(sparagli Piero, sparagli ora)
Finché sei in tempo tira
E non sbagliare mira
(sparagli Piero, sparagli ora)

Il mio nemico non ha divisa
Ama le armi ma non le usa
Nella fondina tiene le carte Visa
E quando uccide non chiede scusa
Il mio nemico non ha divisa
Ama le armi ma non le usa
Nella fondina tiene le carte Visa
E quando uccide non chiede scusa

Tanto mi affido ad amici che non esistono
Io rido dietro nemici che non esistono
Ho paranoie su storie che non esistono
In mezzo angosce e gioie che non esistono
Mi metto addosso vestiti che non esistono
Vado a votare partiti che non esistono
Mi sento addosso degli occhi che non esistono
Normale che non mi tocchi, io non esisto
No

Il mio nemico non ha nome
Non ha nemmeno religione
E il potere non lo logora
Il potere non lo logora
Il mio nemico mi somiglia è come me
Lui ama la famiglia
E per questo piglia più di ciò che da
E non sbaglierà
Ma se sbaglia un altro pagherà
E il potere non lo logora
Il potere non lo logora