Grazie al Decreto Rilancio, il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, ha potuto annunciare questa mattina uno stanziamento di 12 milioni di euro a supporto degli organizzatori degli spettacoli dal vivo annullati tra febbraio e settembre a causa della pandemia. 10 milioni copriranno il gap con gli incassi dello scorso anno, mentre gli altri 2 milioni serviranno a sopravvenire ai costi relativi a voucher e rimborsi dovuti ai rinvii degli spettacoli.

Non mancano le polemiche da parte dell’Unione Nazionale Consumatori, che accusa il settore dello spettacolo di ricevere un indennizzo statale nonostante non siano stati fatti rimborsi (salvo l’eccezione Paul Mc Cartney) ma solo voucher che consentono comunque guadagni agli organizzatori.

Sul fronte teatrale, nel frattempo, i direttori delle strutture di tutta Italia si stanno organizzando. Quando riapriranno i teatri al chiuso ancora non si sa, ma si ipotizza che ad ottobre si possa ripartire. Difficile prevedere cosa accadrà nei prossimi mesi e quali saranno le misure che il governo deciderà di prendere. Verosimilmente, però, si sta pianificando una stagione teatrale decisamente riveduta: salteranno, almeno fino a dicembre, gli spettacoli che prevedono tanti attori in scena. I motivi sono due: vanno evitati assembramenti (anche sul palcoscenico ovviamente) e vanno ridotti i costi. Il pubblico previsto, infatti, al momento è sempre di massimo 200 persone in luoghi chiusi e 1000 negli spazi aperti. Le produzioni più costose, quindi, non potrebbero essere ovviamente ripagate con un numero limitato di spettatori. Nessuno ne parla, ma il teatro si sta organizzando per la prossima anomala stagione. La prima dopo il Covid. Il teatro è ancora vivo, sebbene in troppi tacciano.

Massimiliano Beneggi