È ufficiale da qualche giorno il regolamento del Festival di Sanremo 2021 che, quasi sorprendentemente visto il successo dell’ultima edizione, vede qualche novità.
Anzitutto i Big dovrebbero tornare a essere 20. Qui il condizionale è davvero d’obbligo perché ormai da anni è consuetudine annunciare un numero e poi aumentarlo a dicembre con l’attenuante della qualità troppo elevata dei brani, tale da mettere in difficoltà le scelte della commissione.
Andiamo alle novità più certe.
Sparisce la sfida diretta a due nei Giovani, quella che nel 2016 stava per fare eliminare Gabbani, poi vincitore con Amen.
La serata del giovedì sarà dedicata ai cantautori. I cantanti in gara presenteranno infatti delle cover di canzoni d’autore della musica italiana (non necessariamente della storia festivaliera). I voti sulle esibizioni da soli o con ospiti arriveranno dai musicisti dell’Orchestra, e si sommeranno a quelli delle altre serate per la classifica finale.
Nelle prime due serate, in cui si ascolteranno i venti brani divisi in due segmenti, a giudicare saranno la giuria demoscopica e il televoto, che di fatto quindi sarà escluso solo nella serata del giovedì. Venerdì e sabato infatti i giudici saranno il televoto, la demoscopica e la Sala Stampa (quest’anno decisiva nella vittoria di Diodato).
I Big saranno svelati il 17 dicembre durante Sanremo Giovani. Nessun accenno agli orari di esibizione dei brani, per i quali ci si augura di non dovere attendere le 2 di notte come nel 2020.
La domanda vera è: Sanremo sarà davvero a marzo e al Teatro Ariston? Un Paese che sta cercando di capire se ci sarà un lockdown a Natale, potrà permettersi di avere solo due mesi e mezzo dopo una kermesse come quella del Festival? Potrebbe dunque tornare in auge l’ipotesi di un Sanremo rinviato a primavera inoltrata, quando (forse) l’emergenza Covid sarà davvero più attenuata.
Massimiliano Beneggi