Lo straordinario successo televisivo della Prima della Scala di Milano due giorni fa ha un significato importante, che non dobbiamo lasciare cadere nel nulla.

A riveder le stelle è stato l’evento andato in onda lunedì scorso su Raiuno, condotto da Bruno Vespa e Milly Carlucci in occasione della messa in scena della Lucia di Lammermoor di Donizetti. La risposta del pubblico è stata strepitosa: due milioni e mezzo di telespettatori e uno share del 14,65% che fa ben sperare.

La gente vuole il teatro, vuole lo spettacolo. Il sipario, ora che manca da ormai dieci mesi, fa sentire la sua nostalgia. E allora cosa possiamo trarre da questa esperienza?

Il pubblico ha in questo modo chiesto a gran voce che il teatro possa riaprire presto e tornare ad essere l’appuntamento tanto amato da molti appassionati. Il teatro non deve diventare qualcosa legato solo al passato. Per questo merita vetrine importanti, anche fosse un evento al mese in prima serata su Raiuno. Il governo potrebbe interessarsi a una campagna promozionale che si concentri sulle suggestioni del palcoscenico: se c’è il tempo di ringraziare Fedez che da ribelle No Expo si è trasformato in prezioso cittadino milanese in cinque anni, deve esserci il tempo per omaggiare il teatro.

Anche il vinile era un oggetto tanto amato, che nessuno avrebbe voluto svilire in nome della modernità. Lo abbiamo recuperato dopo anni, anche se con un ruolo di nicchia, quasi da collezionisti.

Non facciamo la stessa cosa con il teatro. Non c’è niente di più contemporaneo e vivo del palcoscenico che ci racconta storie e sensazioni ineguagliabili. Non abbandoniamo il teatro, lo ha chiesto il pubblico con la Prima della Scala. Accorgiamocene ora prima che sia troppo tardi: non facciamo fare al teatro la fine del vinile. Non trasformiamolo in un oggetto di antiquariato.

Massimiliano Beneggi