Finito il Festival 2021, i pensieri vanno già all’edizione 2022. Non c’è fretta, meno che meno quest’anno, dopo una kermesse che ha raccolto meno ascolti ma contro cui nessuno in casa Rai ha alcuna intenzione di prendersela. Nè in questo momento c’è tutta quella voglia di pensare a una edizione che chissà come potrà essere: saremo davvero liberi dal Covid? Sanremo potrà tornare a vivere la sua festa con il pubblico e la sala stampa piena?
I primi ragionamenti, però, vanno fatti. Si potrebbe abbandonare l’Ariston. Sperando che la situazione sarà migliore rispetto a quest’anno, è necessario pensare a uno spazio differente, con adeguate misure: Sanremo non può permettersi si sentirsi dire “Facciamo il Festival al Forum di Assago”.
Anche per cominciare a prendere le misure su quella che potrebbe essere la prossima conduzione cominciando a formare un ventaglio di alternative.

I FAVORITI
Hanno parlato in tanti di Alessandro Cattelan negli ultimi giorni. Da poco ha firmato per alcuni eventi di casa Rai, e due anni fa era stato proprio il suo nome a insidiare quello di Amadeus, che rimase poi preferito sopra ogni altra possibilità. Cattelan resta quindi uno dei maggiori candidati a presentare Sanremo nel 2022.
In lizza ci sarebbe anche Flavio Insinna, apprezzatissimo a L’Eredità e ormai lontano dalle aspre polemiche innescate dall’accanimento mediatico di Striscia la Notizia contro di lui. Molto amato in casa Rai anche Stefano Di Martino, anche lui come Amadeus della scuderia di Lucio Presta.
I SOGNI IMPOSSIBILI (o quasi)
Potrebbe essere presto per il ritorno di Carlo Conti (l’ultima edizione nel 2017) e non sembrano i momenti migliori per proporre quello di Fabio Fazio (poco amato dagli ambienti politici), ma le esigenze di uno spazio diverso dall’Ariston solleticherebbero la voglia di richiamare Paolo Bonolis, che da anni ha posto l’abbandono dello storico teatro come conditio sine qua non per tornare al Festival. E’ in forza a Mediaset, ma non sarebbe certo la prima volta: ormai questo non rappresenterebbe più un ostacolo come un tempo. Sarebbe però uno smacco troppo grande per la Rai dovere cercare un conduttore e direttore artistico proveniente dalla concorrenza.
Nel caso in cui dovesse superarsi questo gap, non sarebbe da escludere la possibilità di un Festival condotto da Gerry Scotti, che l’anno scorso non aveva potuto accettare l’invito di Amadeus a giocare con lui e Fiorello sul palcoscenico. Ma anche qua parliamo di fantasie difficili da far digerire agli altri conduttori Rai. Stesso discorso per Barbara D’Urso, il cui futuro a Mediaset però è in bilico. Lei, a differenza di altri fin qui citati, non potrebbe fare la direzione artistica, che dovrebbe essere affidata a qualcuno di esperto in campo musicale. Poco male, si potrebbe pensare a un cantante come direttore artistico: Pupo e Albano, in passato, si candidarono per un ruolo “alla Morandi o Baglioni”, che furono in grado di portare a Sanremo nomi davvero prestigiosi. Non furono però mai presi in considerazione dalla Rai.
Grandi cantanti in grado di fare la direzione artistica ce ne sarebbero quanti se ne vogliono: Enrico Ruggeri o Luciano Ligabue, per fare due nomi. Ma, visto che oggi ci piace giocare con la fantasia, vogliamo pensare anche al nome più prestigioso in assoluto: la grande Mina. In fondo, due anni fa si parlava anche di lei (naturalmente per la sola direzione artistica). Sanremo 2022 è davvero lontanissimo, ma per sognare c’è sempre tempo.
Massimiliano Beneggi