Era l’8 marzo 1996 quando su Canale 5 andava in onda il primo episodio di Caro Maestro. Sono passati 25 anni, molte cose sono cambiate ( a cominciare dall’orario della prima serata, all’epoca le 20.50), eppure le tematiche e la brillantezza di quella fiction che incolló alla tv milioni di telespettatori ci farebbero stentare a credere sia trascorso così tanto tempo.
La sigla, che iniziava con un chiaro omaggio al Prisencolinesionainciusol di Celentano, ancora la ricordano tutti nel rap delle sue strofe che identificavano la filosofia dell’amatissimo Maestro: ‘Studiare e imparare? Beh non fa certo male, ma prima di tutto impariamo ad amare, tutti d’accordo?’. Un vero tormentone.
Il ritornello, nella sua semplicità, diventava una specie di filastrocca indimenticabile che raccontava le quattro qualità migliori del Maestro:
”A, ci piace perché parla con il cuore,
B ci piace perché è buono come il pane,
C ci piace perché sogna e fa sognare,
D ci piace perché è più più che speciale’.
Starete pensando che negli anni Novanta c’era una gran bella televisione, e vi state chiedendo come sia stato possibile arrivare a vivere Gf, Isola dei famosi e Non è la D‘Urso. Non domandatevelo: è successo e basta, l’importante è poter sempre pensare che si possa tornare indietro. Caro Maestro rappresenta uno di quei prodotti da cui trarre esempio per creare ancora qualcosa di buono. Dopo 25 anni ha ormai raggiunto quella sedimentazione per cui possiamo comprendere cosa lo rendesse così unico.
CAST DI ATTORI VERI
Cominciamo dal cast: tutti attori di teatro, molti dei quali da lì avrebbero vissuto una svolta per la carriera. Marco Columbro, in quegli anni amatissimo conduttore che aiutò Canale5 a essere più grande dopo aver esordito sul palcoscenico con Zuzzurro e Gaspare e con Dario Fo. Elena Sofia Ricci, appena reduce da una tournée di Macbeth. Due straordinarie donne di impareggiabile valore ed esperienza quali Sandra Mondaini e Franca Valeri, anche in quell’occasione irresistibili. Carlo Pistoia, già protagonista a teatro di Uomini sull’orlo di una crisi di nervi. Francesca Reggiani, dalla banda Dandini dopo essere cresciuta nella scuola di Gigi Proietti. Isabella Gallinelli, formatasi allo Stabile di Roma. E poi Barbara Cupisti, che esordì anni prima al cinema con Lucio Fulci, e Francesco Bonelli, cresciuto a fianco di grandi come Comencini, Tessari, Francis Coppola e non a caso coautore della fiction oltre che interprete.
Tutti attori poi amatissimi a teatro successivamente, dove sono rimasti lasciando il dubbio alla gente che si chiede dove siano finiti. La questione è però dove sia finita la televisione. Quella bella che ci hanno fatto amare proprio loro.
Una televisione fatta da professionisti veri, quando ancora non esistevano reality e social network come fucina di personaggi, ma solo teatri come laboratori da cui attingere attori. Da un’idea di Massimo Del Frate nacque così questa strepitosa fiction sceneggiata anche da Simona Izzo e Roberta Colombo. Alla regia Rossella Izzo.
I CONTENUTI
I contenuti avevano un valore. Storie di genitori separati, di precariato scolastico, di bambini che vogliono vivere la loro età e non riescono a nascondere segreti familiari che li affliggono.
Caro Maestro raccontava questo e molto altro ancora con un ottimismo e una fiducia nella vita da mandare a letto le famiglie con una certa serenità ogni venerdì sera (questo il giorno della messa in onda).
Ma ricordiamo brevemente la storia…
LA STORIA
Stefano Giusti, autista di scuolabus, viene finalmente chiamato a essere supplente di una scuola elementare. Verrà subito amato dagli alunni a cui insegnerà l’esistenza di un angelo custode sempre pronto ad arrivare in soccorso: per lui la scuola non è solo quella sui banchi, ma quella che sappia educare alla vita, esprimendo la propria libertà. Quando Stefano arriva sul nuovo posto di lavoro, scopre che la direttrice è Elisa, la sua vecchia fiamma che lo fece penare. Lei ora è una donna separata dal marito, da cui ha avuto una figlia, Giulia, che frequenta proprio la classe di cui è maestro Stefano.
È chiaro sin dalla prima puntata che i due ex fidanzati sono in realtà molto innamorati e così, dopo una notte di passione, Elisa rimane incinta. Le premure e le attenzioni di Stefano si compensano con gli sbalzi d’umore della donna che, nella sua infinita dolcezza, non potrà che essere la madre migliore del nascituro.
Nella storia tantissimi personaggi, a cominciare dall’indimenticabile zia Ottilia, la zia di Stefano che, nonostante l’età, si dedica al ballo e a mille attività che la fanno sempre vivere con uno spirito giovane.
Monica e Carlo, rispettivamente sorella e cognato di Stefano, sono una coppia perennemente in contrasto, ma nessuno dei due potrebbe mai rinunciare all’altro, nonostante le crisi economiche e le incertezze lavorative.
Nella scuola insegnano anche Padre Andrea, Bruno (maestro di matematica piuttosto quadrato e impacciato) e Giovanna (maestra di inglese, infatuata di Stefano prima di scoprire il suo amore per Bruno).
Tanti i bambini della classe: da Mirella, figlia della fioraia obbligata a lavorare nel chiostro della madre, a Roberto, fino a Paolino, Carlotta, Simone. In ogni puntata una storia concentrata su ciascuno di loro e sulle loro vicende personali e familiari, mai completamente facili, ma rese sempre più morbide dal maestro Stefano.
I VALORI
Con Caro Maestro vincevano buoni sentimenti e attenzione verso il prossimo: in fondo a Stefano Giusti bastavano la fantasia e la capacità di ascoltare per farsi amare. L’amicizia e la lealtà sopra ogni cosa, senza dare adito a prevaricazioni.
Valori veri, che ci si chiede perché siano stati messi da parte dalla televisione, a parte in rare eccezioni di fiction Rai come Che Dio ci aiuti (forse non a caso sempre con Elena Sofia Ricci), giunta alla sesta serie e ancora coinvolgente ed emozionante.
Gli esempi positivi ce li abbiamo, il maestro Stefano ce li insegnò tutti: ora facciamone tesoro e, a distanza di 25 anni, facciamo di tutto per tornare a quella tv che profumava di teatro anche senza che lo sapessimo. E che a ogni replica ci appassiona ancora. Buon anniversario Caro Maestro, grazie per averci resi privilegiati di conoscere una certa televisione!
Massimiliano Beneggi
Quante cose vere in questo articolo!!! I figli degli anni 80/90 sono cresciuti con ” Caro maestro” e si poteva lasciarli davanti alla TV a sognare e pensare, certi che imparassero i veri valori con un sorriso e tanto buon senso!
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