Cento anni fa, il 22 marzo 1921, nasceva Nino Manfredi. Uno dei più grandi attori di sempre, simbolo della nostra Italia splendente; quella vivace, serena, funzionante. Quella che ancora oggi, a guardarla nei volti dell’epoca, appare invidiabile a chiunque. Manfredi, come Mastroianni, Gassman, Sordi, Tognazzi, Vianello, aveva passato gli anni duri della guerra, eppure nei suoi occhi e in quelli dei suoi amati colleghi si rispecchiava tutta la voglia di un Paese da ricostruire, che voleva ricominciare da capo. Dall’ironia.

E l’ironia non è certo mai mancata a Manfredi: con quello sguardo sornione e ammiccante ha fatto ridere intere generazioni, e la cosa straordinaria è che i suoi film continuino a divertire nonostante il passare degli anni. Anzi, sarà per una ciclica riproposizione della storia o perché semplicemente più si invecchia e più si ama ciò che non sapevamo apprezzare prima, quelle pellicole stanno tornando a fare sempre più divertire.
Nino simbolo dell’Italia intera, ma imprescindibile dalla sua amata Roma dove si trasferì intorno ai dieci anni da Castro dei Volsci per seguire il padre maresciallo. Lui, che solo per fiction sarebbe diventato invece il famoso “Brigadiere”, ha sempre provato un certo piacere nel vedere entusiasta il suo pubblico. Lo voleva partecipe e coinvolto quando recitava, come quando presentava, e persino quando cantava.
Già, perché la musica è sempre stata la sua grande passione, anche di più. Quante volte cantiamo ancora il ritornello “Tanto pe’ cantà, perché me sento un friccico ner core, tanto per sognà perchè ner petto me ce naschi un fiore”! E alzi la mano chi riesce a farlo senza immaginarsi per un solo istante il volto di Manfredi che guarda verso la platea con il suo sorriso convincente e la sua voce scanzonata ma sempre intonata.
Roma non fa’ la stupida stasera, W Sant’Eusebio, Tarzan lo fa, La panzanella, La ballata di Ciceruacchio, Storia di Pinocchio, dove interpretava il più straordinario Geppetto di sempre: sono solo alcune delle tantissime canzoni che Nino Manfredi ha cantato nella sua lunga carriera. L’ultima in ordine di tempo uscì postuma nel 2014 dopo un lungo travaglio, e solo ora è finalmente disponibile su You Tube con un video completo realizzato ad hoc per festeggiare questi 100 anni.

Si tratta di Non lasciare Roma, una canzone cominciata alla fine degli anni ’50 nientemeno che dall’autore Mario Panzeri (Lettera a Pinocchio, Papaveri e Papere, Nessuno mi può giudicare, ecc…), proposta vari decenni dopo come beguine per orchestre da Andrea Vaschetti e Gianfranco Grottoli, e completata a fine anni ’90 da Franco Fasano (Io amo, Mi manchi, Ti lascerò, ecc…). Insomma oltre quarant’anni di storia per una canzone che, forse, ha dovuto attendere così tanto proprio perché il destino voleva consentire che a metterci mano fossero le più grandi penne della musica italiana, di diverse generazioni. Non lasciare Roma avrebbe potuto essere ascoltata su un grammofono e invece si ritrova a essere godibile su canali digitali, grazie all’immenso lavoro del suo arrangiatore, Claudio Zitti, che per primo pensò proprio a Nino Manfredi come interprete del brano.
E chi meglio di Nino avrebbe potuto cantare quelle note sognanti che raccontano la magia della Capitale, nei suoi misteri e nelle sue tradizioni! Con l’aiuto di un’orchestra di musicisti straordinari, tanti coristi, e la tenacia di Erminia Manfredi e di Gianna Bigazzi, Non lasciare Roma trovò così la sua luce nel 2014, quando i vecchi provini di Nino furono recuperati e da quelli venne tratta la registrazione mai completata all’epoca, quando venne incisa pochi anni prima della scomparsa dell’attore romano.
Ora quindi la possiamo finalmente ascoltare questo meraviglioso brano in tutta la sua delicata raffinatezza che, grazie anche ai violini, si presenta come una delle più romantiche serenate mai ascoltate negli ultimi tempi. Ora più che mai abbiamo un gran bisogno di messaggi positivi e di viaggiare con la mente: e allora, facciamolo con la mente e con la musica, lasciandoci guidare dalla voce di Nino Manfredi per le strade della più bella città d’Italia, e forse del mondo! Quella Roma dove lui arrivò a dieci anni ma dove, come dice la canzone, in fondo si può dire che ci è nato! Impossibile non immaginarsi come sarebbe stata la sua interpretazione live, magari accompagnando la sua amata Erminia in un dolce ballo.
Anche in questa ultima perla non manca la sua irresistibile ironia, che rende la canzone una vera opera teatrale da conservare con cura, adesso che appartiene a tutti. Sì, perché vogliamo immaginare questa autentica poesia come l’ultimo grande regalo che Nino fa all’Italia intera nel giorno del suo centesimo compleanno.
Tanti auguri inimitabile Nino, in qualche modo sei ancora qui con noi a regalarci nuove emozioni…
Massimiliano Beneggi
Ecco qui sotto il video montato con le immagini della produzione di questo singolo e il testo.
Ao’ semo arrivati pure ar Duemila
Ne è passata di acqua sotto i ponti, eh?
E quanti ne ho visti de tramonti, tramonti…
Ma Roma, Roma mia tu non tramonti mai
Io già son privilegiato,
potrebbe dì che a Roma ce so’ nato
Er turista, er pellegrino, er burino de passaggio,
Tutti quanti c’hanno il miraggio
de potè un giorno a ritornà
Eh, c’è chi gira il mondo intero,
Chi viaggia pe’ na vita
Ma è una cosa risaputa,
Tutte le strade porteno qua.
Parigi è bella, la Torre Eiffel
è bella Londra con le bombette lungo le strade
è bella Madrid con il flamenco
e la Florida con le sue spiagge, Miami Beach
Ma quando vieni a Roma, ma quando vieni a Roma
Ma quando vieni a Roma…
Non lasciare Roma senza baciare una romana
Non lasciare Roma senza gettare un soldo nella fontana
Vola vola vola vola di fantasia
Vola vola vola e tutto in fondo è già poesia
Ma quando vieni a Roma per non lasciare Roma
Portati a casa questo stornello che sempre Roma dentro al cuore sentirai
Capirai, c’è er Colosseo, i Fori Romani, piazza San Pietro ao!
Monaco è bella, l’Oktober Fest
Le bionde come la birra
Come Philip Marlen
E’ bella Rio, il Carnevale
E le sue donne che ti conquistano in samba in samba in samba
Ma quando vieni a Roma, altro che samba
Non lasciare Roma….
Roma Caput Mundi!
Non è mica Castro dei Volsci,
dove son nato io e che amo molto
Ma quando vieni a Roma per non lasciare Roma
Portati a casa questo stornello e sempre Roma dentro al cuore sentirai
Io ve saluto, se vedemo nel terzo millennio
E se non se vedemo, fate che sia per colpa vostra!