Claudio Baglioni compie 70 anni. Il più romantico dei cantautori che negli anni Settanta raccontava i sentimenti anziché le lotte di classe e la protesta politica, attirandosi infondate accuse di appartenere all’estrema destra, festeggerà questo importante compleanno domenica 16 maggio.

In tanti lo festeggeranno, a cominciare da RaiPlay che già da domani 14 maggio trasmetterà uno speciale dedicato al cantautore romano.

Questo Piccolo Grande Amore, E tu, Poster, Amore bello, Cuore di aliante, Tutto in un abbraccio, E tu come stai, Sabato pomeriggio, Viva l’Inghilterra, 21X, Strada facendo, La vita è adesso, Porta Portese, Avrai, Mille giorni di te e di me, Signora Lia, Via. E potremmo proseguire chissà per quanto. La lista dei successi di Claudio Baglioni è davvero infinita: difficile decretare la più bella, anche perché ogni canzone ci appartiene a seconda del nostro vissuto. C’è però una certezza: in quell’elenco in tanti ritrovano almeno un brano che abbia raccontato una parte della loro vita. Sicuramente quattro generazioni: quella degli anni ‘30/‘40 si ritrovò a un certo punto ad avere a che fare con un giovane che sapesse cantare l’amore anche nella sua spregiudicatezza con una poesia a cui tutto era concesso, quella degli anni ‘50/‘60 che su quelle canzoni si è innamorata, quella degli anni ‘70/‘80 che è nata da quegli innamoramenti, quella degli anni ‘90/2000 che ha conosciuto il Baglioni più sorridente e persino divertente portato in tv da Fabio Fazio. Quel Baglioni che, spaziando da Anima mia fino ad Heidi o Orzowei, ha saputo giocare togliendosi definitivamente quel soprannome di ‘Agonia’ che più che un complimento pareva un’odiosa etichetta di fronte a cui doversi giustificare per amare una certa musica.

Claudio Baglioni, il cantautore romano che riempie gli stadi senza mai incitare a droghe, alcool o abusi di qualunque genere. Basta una voce, la sua, inconfondibile e inimitabile, ed ecco che partono i cori, la pelle d’oca si alza e improvvisamente ci ritroviamo più orgogliosi di essere italiani, cantando solo e unicamente sentimenti. Forse Claudio dà fastidio a qualche antagonista per la sua capacità di parlare con semplicità e raccontare storie senza assurdi giri di parole da decifrare. Ma per chi ama la poesia sincera non può che essere un modello a cui guardare con ammirazione.

Inutile cercare altri scopi nelle sue canzoni: Claudio Baglioni ha sempre saputo essere un poeta lontano dalla politica e da qualunque polemica ad essa legata. Come quando, nel 2018 e nel 2019, ha diretto e condotto due tra le più belle edizioni di sempre del Festival di Sanremo: indimenticabili, sebbene con non poche polemiche sui vincitori (la coppia del plagio Moro-Meta e Mahmood, trionfatore con un voto prettamente politicizzato della giuria di esperti, nonché i numerosi fischi del pubblico per la mancata vittoria della Bertè) rispetto alle quali Claudione andò oltre tutti non guardando in faccia nessuno, rispondendo solo del suo operato che puntava sulla qualità della manifestazione.

Baglioni è un’icona che per quattro, forse cinque, generazioni, rappresenta un esempio intramontabile (chi non conosce le sue canzoni?) e sempre in grado di rinnovarsi.

C’è anche un famoso detto, simpaticamente volgare, che comincia con “Facciamo come Baglioni…”. Inventato da qualcuno che voleva solo pensare a una rima e forse non sapeva di avere azzeccato il senso di un’altra delle canzoni di successo del cantautore: Io me ne andrei.

Insomma, Baglioni sempre e comunque. Da domani cominciano i festeggiamenti: l’Italia si prepara al compleanno di uno dei più immensi cantautori di sempre.

Massimiliano Beneggi