Cosa si sono persi i milanesi negli ultimi 22 anni? La risposta è tutta in quella meravigliosa cornice del Teatro Lirico Giorgio Gaber, per il quale dal 1999 si attendeva la riapertura. Il Lirico, per antonomasia il “teatro popolare” di Milano, progettato sempre da quel Piermarini che architettò anche la Scala, è tornato in tutta la sua magnificenza e i suoi immensi spazi di via Larga 16. A inaugurarlo, Ale e Franz, in scena fino al 9 gennaio con il loro spettacolo Comincium. Ecco la nostra recensione.

IL CAST

Alessandro Besentini, Francesco Villa, Alice Grasso, Luigi Schiavone, Fabrizio Palermo, Marco Orsi, Francesco Luppi. Regia di Alberto Ferrari.

LA TRAMA

Tre lunghi sketch animano il palcoscenico. Nel primo, un uomo ossessionato dal politically correct, dall’attenzione ai problemi ambientali e dalla comunicazione sempre più governata dagli algoritmi che ci spiano sul web, rimprovera uno sconosciuto, come lui presente alla fermata dell’autobus. La colpa di quest’ultimo è quella di mangiare un tramezzino avvolto nella plastica: nell’era di Greta Thunberg questo è un oltraggio alla natura almeno quanto diventa scorretto accettare che Biancaneve venga baciata da un principe mentre è incosciente. Guai, poi, nel 2021, a insinuare che la bella ragazza vivesse con sette nani e fosse necessariamente donna: bisognerebbe aprire la mente a nuove ipotesi. Peccato che, alla fine, queste utopie si rivelano impossibili persino per il suo stesso promotore, che deve ammettere le proprie fragilità rispetto ai meccanismi della società odierna.

Nel secondo sketch, due cinquantenni si ritrovano insieme su una panchina. L’incontro non è casuale: entrambi hanno avuto ricevuto un appuntamento alla stessa ora dalla medesima donna. Alice è la figlia di uno dei due, nonché fidanzata dell’altro. La complicità tra i due uomini, che pur tra qualche differenza caratteriale sembrano condividere vari modi di interpretare la vita, si rompe quando scoprono di essere tra loro suocero e genero. Improvvisamente tutti i buoni propositi vengono meno, ma qualche confidenza nel frattempo tra i due è emersa. Tutto diventa quindi più complicato dovendolo nascondere all’ignara Alice, che ha appena scoperto di diventare una sorella maggiore, ma ancora non sa che forse saranno i fratellini saranno due. E non perché siano gemelli…

Il terzo sketch vede protagonisti due anziani che si incontrano al bar per scrivere una lettera di protesta al Presidente della Repubblica in quanto uno dei due è stato richiamato al servizio militare. Tra ricordi bellici e amnesie dovute all’età, solo alla fine scoprono che il richiamo di cui si parla è quello del terzo vaccino.

LA MORALE

Potremmo stare per ore a elencare le contraddizioni di questa società e i suoi errori morali, ormai quello di cercare il pelo nell’uovo nelle azioni altrui è diventato uno sport nazionale anche fin troppo facile. D’altronde stare al passo di questo politically correct in continua evoluzione è difficile: dopo le battaglie sull’inquinamento della plastica, tra poco tempo inventeranno qualcosa di nuovo. Facile fare i moralisti ma ma, quando tocca a noi essere chiamati a rispettare certi canoni, il punto di vista cambia in fretta. Persino il rispetto è pronto a scomparire, meglio cantarci sopra come fanno Ale e Franz.

IL COMMENTO

Sketch lunghi ma dai ritmi serrati: se non si sono fatti gli addominali questa settimana non c’è problema, perché per due ore si ride abbondantemente in Comincium. Lo spettacolo è organizzato perfettamente in ogni suo dettaglio senza lasciare nulla al caso. Cinque canzoni intervallano i momenti comici, omaggiando i grandi artisti milanesi: Una fetta di limone, La libertà, E la vita la vita, Ma Mì, Parlare con i limoni. Servono a descrivere la situazione finale degli sketch ma anche a spezzare adeguatamente i tempi dettati da due attori che si conoscono a memoria e sanno andare persino oltre problemi tecnici sempre in agguato.

IL TOP

Non se la prenda nessuno, ma Ale e Franz confermano di essere la migliore coppia comica in circolazione, senza alcun bisogno di ricorrere a tormentoni. Nel pubblico ad applaudire al debutto, anche il capocomico di Zelig, Claudio Bisio. Sul palcoscenico, a suonare per i due che, pur non essendo cantanti, se la cavano egregiamente anche nello stile interpretativo, alcuni tra i migliori musicisti sulla piazza. Non a caso quasi tutti appartenenti alla band che per anni ha accompagnato Enrico Ruggeri. Luigi Schiavone, nel suo inconfondibile aplomb, è senza appello il più grande chitarrista italiano. Il pubblico insomma assiste a un grande spettacolo sotto ogni forma d’arte.

LA SORPRESA

Alice Grasso non è proprio una sorpresa nel mondo del teatro: l’attrice monzese ha già un importante passato come protagonista di Priscilla, la regina del deserto. Quello che non si poteva immaginare, però, è la sua straordinaria verve e la capacità di inserirsi perfettamente tra le battute del duo più affiatato di sempre. Attrice e cantante con una voce incredibile, in grado di impreziosire ancor di più i brani di “mostri sacri” della canzone. Talenti così meritano palcoscenici importanti e, per fortuna, ogni tanto possiamo riscontrare che ciò accade: essere alla prima assoluta del nuovo Teatro Lirico Giorgio Gaber è un’emozione anche per il pubblico, figurarsi per gli attori. E mentre la platea lascia la sala (riempita completamente anche nel loggione), è proprio la voce del Signor G a salutare il pubblico con un disco che riecheggia una sua canzone. Un bel modo per cominciare questa nuova avventura, che sarebbe davvero bello potesse restare un’abitudine.

Massimiliano Beneggi