È in scena fino al 30 aprile, al Teatro Nazionale di Milano, la commedia musicale La piccola bottega degli orrori (produzione Alessandro Longobardi, Oti, Viola Produzioni e Bottega Teatro Marche), di Howard Ashman, tratto dall’omonimo film di Roger Corman. Ecco la nostra recensione.

IL CAST

Giampiero Ingrassia, Fabio Canino, Belia Martin, Emiliano Geppetti, Lorenzo Di Pietro, Giovanna D’Angi, Elena Nieri, Claudia Portale, Jessica Aiello, Paolo Ciferri, Mario Piana, Gaia Soprano. Regia di Piero Di Blasio.

LA TRAMA

Seymour è un timido e imbranato negoziante che lavora nella bottega di fiori del signor Mushnik. Con loro c’è anche Audrey, una ragazza di cui Seymour è segretamente innamorato, fidanzata con un ragazzo piuttosto violento, Scrivello. Il negozio non ha mai clienti, la crisi inizia a preoccupare le finanze di Mushnik; a quel punto Seymour, su iniziativa di Audrey (la bravissima e dolcissima Belia Martin), espone in vetrina una pianta carnivora presa durante una eclissi totale in un negozio cinese. Si tratta di una pianta strana e accattivante, che cattura l’attenzione dei passanti. Improvvisamente il negozio inizia quindi a ricevere numerosi clienti e Seymour si vede piovere addosso una popolarità mai vista. Viene considerato da tutti un genio della botanica, ottenendo finalmente la stima del suo capo, ancora incredulo per la scoperta miracolosa del suo venditore “idiota”. Un giorno, però, la piantina (soprannominata Audrey 2 in onore della collega) perde vigore e sembra morire. Seymour non sa come curarla, finché non si accorge accidentalmente che questa ha bisogno di sangue umano. Non svelerà a nessuno il segreto. Così, pur di non deludere Mushnik e non rovinare gli affari, Seymour continua a pungersi per offrire il proprio plasma alla pianta. Quando ormai non ne ha più, Audrey 2 gli chiede di uccidere qualcuno in modo da saziarsi: in cambio promette di esaudire i desideri del suo padrone. Seymour vorrebbe uccidere Scrivello, talmente cattivo da aver scelto di fare il dentista per far male ai suoi pazienti. Quando va da Scrivello, non trova il coraggio di ammazzarlo ma incredibilmente il destino fa ugualmente morire il dentista. La piantina può nutrirsi, ma le promesse non vengono mantenute. Persino Mushnik, che vede Seymour con il cadavere di Scrivello, dovrà vedersela la temibile Audrey 2. La situazione insomma è ormai degenerata, l’unica soluzione sarebbe lasciare morire di fame la piantina, andando finalmente a vivere con Audrey, scopertasi anche lei innamorata del collega. Il piano di scappare con tutti i soldi, però, fallisce e la pianta per poco non mangia Audrey. Si rivela un alieno che vuole conquistare il mondo. È a quel punto che Seymour conosce un coraggio fino a quel momento per lui inimmaginabile…

LA MORALE

Non si nasce buoni o cattivi. Il bene e il male sono due scelte di vita, che possono cambiare nel corso del tempo. Bisogna coltivare il bene; nutrire il proprio cuore di positività. Esattamente come si fa per far crescere una piantina a cui teniamo. Non bisogna però alimentare quel che ci può far stare male e rischia di toglierci le forze. Dobbiamo anzi dare retta a chi ha sempre creduto in noi, a dispetto magari del pensiero comune che ci vedeva sconfitti in partenza. Tutti possiamo vincere le nostre sfide, basta scegliere il bene.

IL COMMENTO

Tante belle canzoni e un testo divertente fanno di questo spettacolo uno dei più coinvolgenti di sempre. Più che di un musical si tratta di una commedia musicale, ricca di spunti morali, fantasia e surrealismo. Si può ridere anche del macabro, ma solo quando come in questo caso c’è un importante cast, capace di donare risate e ritmo inarrestabile.

IL TOP

Giampiero Ingrassia non delude mai: vera conferma del teatro brillante. Ironico, romantico, perfettamente impacciato: il suo Seymour è tutto questo senza mai cadere nell’effetto caricaturale. Fabio Canino, nei panni di Mushnik, sa far ridere con spontaneità e grande prova di esperienza teatrale. Perché passa così tanto tempo a fare il giurato in televisione un attore così bravo ed elegante? Tutto il cast ha una coralità eccellente, capace di far esprimere la commedia con meravigliosi tempi comici. Persino il terribile dentista, nell’interpretazione di Emiliano Geppetti, sa essere irresistibile. Non si ride ovviamente delle sue nefandezze, né delle sue violenze su Audrey. Si ride però con Geppetti, capace di far risultare ancora assurdi quei gesti, almeno come lo erano all’epoca in cui fu scritto il testo, quando ancora ci illudevamo di vivere in un mondo più umano. Da applausi anche l’eclettico Lorenzo Di Pietro.

LA SORPRESA

A fare da cantastorie vi sono tre coriste ironiche ma soprattutto dotate di voci imponenti, in grado di tenere la nota lunga. D’Angi, Nieri e Portale sono la vera sorpresa di questo spettacolo che da far commuovere, riflettere, ridere e ballare. Le musiche di Alan Menken, dirette da Dino Scuderi, sono il valore aggiunto di uno spettacolo completo e colorato come pochi altri. Un vero gioiello da non perdere, anche per chi lo ha già visto in passato.

Massimiliano Beneggi