È in scena al Teatro Carcano di Milano fino al 6 novembre (giovedì ore 19.30, venerdì e sabato ore 20.30, domenica ore 16.30), I due gemelli veneziani di Carlo Goldoni. Lo spettacolo, prodotto da Emilia Romagna Teatro, Teatro Nazionale, Teatro Piemonte Europa, Teatro Stabile del Veneto e Teatro Metastasio di Prato, vede il riadattamento di Angela Dematté e Valter Malosti. Ecco la nostra recensione.

IL CAST

Marco Foschi, Danilo Nigrelli, Marco Manchisi, Irene Petris, Alessandro Bressanello, Anna Gamba, Valerio Mazzucato, Camilla Nigro, Vittorio Camarota, Andrea Bellacicco. Regia di Valter Malosti.

LA TRAMA

L’avaro dottor Balanzoni ha un’idea ben precisa per garantire un futuro solido a sua figlia Rosaura: vuole maritarla con il ricco Zanetto, erede di un mercante veneziano e fratello gemello di Tonino. I due ragazzi, che tra loro hanno sempre avuto una scarsissima frequentazione, sono tanto identici fisicamente quanto diversi caratterialmente. Ad accomunarli c’è la contemporanea presenza a Verona, dove le rispettive promesse spose li attendono. Zanetto è eccessivamente ingenuo e si direbbe anche per nulla adatto all’alta società: non conosce pudore né ha grazia nei suoi gesti incauti. Per questo, la giovane Rosaura, corteggiata anche dall’arguto Pancrazio, fugge dal veneziano, salvo poi vederlo sotto un’altra veste. Peccato che a far ricredere l’inconsapevole ragazza sia Tonino, bello, intelligente, rispettoso e molto più determinato. Lui, invece, vorrebbe sposare Beatrice, contesa anche da Lelio e Florindo: uno conosciuto per il suo animo vendicativo, l’altro noto per la sua vanagloria. I due gemelli non compaiono mai insieme sulla scena, creando scompiglio ed equivoci che inevitabilmente cambiano la storia e i loro destini. Nessuno si pone il dubbio se non nel momento del tragico epilogo, perché fino ad allora né gli amici di Zanetto né quelli di Tonino sanno che esista un fratello identico. In tutta questa situazione, che coinvolge anche buffi ma integerrimi poliziotti, ecco sbocciare un altro amore: quello tra i servi di Zanetto e Rosaura, ossia Arlecchino e Colombina. I due, che amano intromettersi con curiosità e insolenza nella vita dei rispettivi padroni, sono mossi da comportamenti più genuinamente passionali. Non mancano infine i due narratori della storia: Pulcinella e Brighella, l’uno imparziale, l’altro più malizioso. La Commedia dell’Arte è al completo.

LA MORALE

Troppe volte immaginiamo che gli altri abbiano la nostra stessa sensibilità, lasciandoci indurre da somiglianze più superficiali. Invece dimentichiamo che ciascuno di noi ha la propria identità, nonché una precisa personalità, che trova la sua bussola emotiva in diversi princìpi, non sempre rispondenti all’etica comune. Pur di soddisfare la concupiscenza e l’avidità, molti sarebbero disposti a qualunque cosa. Passione, malizia e denaro, del resto, smuovono spesso l’umanità, conducendola però nell’errore. Inciampi morali che ripetiamo e che, per questo, non riusciamo a nascondere per tutta la vita: nonostante ciò siamo pronti a puntare il dito contro gli scivoloni altrui. Ecco allora come Pulcinella appaia la voce della coscienza che, grazie alla sua maschera, non esprime le emozioni di gioia e dolore che prova. In tutti i casi è sempre colorato nei suoi gesti, pieni di vivacità e ampi movimenti. L’equilibrio, nella sua imparzialità, non rinuncia a guardare gli altri e farsi delle idee, ma le tiene per sé senza giudicare: risulterà ancora più simpatico e comunque carico di personalità.

IL COMMENTO

I due gemelli veneziani è una straordinaria occasione per divertirsi con un testo che ha quasi 300 anni ma non ha perso la sua possibilità di rendersi attuale. Il merito di Goldoni è quello di usare delle maschere, che rappresentano la caricatura dell’umanità e, per questo, rimarranno sempre valide. Il merito di Malosti e Angela Dematté è di aver saputo valorizzare un caposaldo del teatro, donandogli un linguaggio ancor più popolare, ponendo un maggiore accento sul rispetto per la donna. È così che anche lo sprezzante Pancrazio diventa co-protagonista nella sua sete di potere e avidità, che gli danno la presunzione di essere irresistibile per l’universo femminile. La storia di Zanetto e Tonino coinvolgerà e provocherà sane risate, grazie a un cast eccellente e a un dialetto veneziano che, mischiato con l’italiano, risulta più che comprensibile a tutti. Anzi, non c’è da stupirsi se a fine spettacolo si esce dal teatro parlando con l’adorabile cantilena veneta che sarà entrata in testa nelle due ore passate con Brighella e compagni.

IL TOP

Marco Foschi, nel doppio ruolo di Zanetto e Tonino, è protagonista di una prova da attore magistrale, dove in pochi secondi deve uscire dalla scena per cambiarsi d’abito e rientrare nei panni di un personaggio dal carattere completamente diverso. Sa far ridere con una forza quasi macchiettistica interpretando Zanetto, riesce persino a far commuovere nel ruolo di Tonino. Se vi capita, mentre siete seduti a teatro, girate lo sguardo verso i vostri vicini: noterete molte facce sbalordite, con il sorriso fisso e la bocca aperta, che racconteranno la meraviglia di fronte a tanta qualità.

LA SORPRESA

Camilla Nigro, già fenomenale Clementina nell’ultimo Aggiungi un posto a tavola, si conferma una volta di più straordinario motivo di orgoglio del teatro italiano. Dona personalità a una pettegola e irriverente Colombina che, tutto sommato, in questo testo goldoniano non è centrale ma comunque preziosa. Piglio determinato, bellezza dallo sguardo irresistibilmente simpatico, voce meravigliosa che potrebbe raccontare qualunque cosa rendendola già interessante: in futuro la Nigro sarà certamente sempre più protagonista del palcoscenico e, se la tv tornerà a dare spazio alla qualità, forse anche del piccolo schermo. Per ora godiamocela a teatro: attrici come lei sono un buon motivo per muoversi da casa e sedersi in platea.

Massimiliano Beneggi