Amicizia e arte contemporanea: al Teatro Leonardo si ride e si riflette

Dal 15 al 20 novembre, al Teatro Leonardo di Milano, è in scena Art.

Art è la produzione della Fondazione Luzzati Teatro della Tossediretta da Emanuele Conte e interpretata da Graziano Sirressi, Enrico Pittaluga e Luca Mammoli, tre attori del collettivo Generazione Disagio con cui Conte ha più volte collaborato negli ultimi anni e che fanno ormai parte integrante della Compagnia della Tosse.

Commedia crudele e divertente sull’amicizia, tradotta in oltre trenta lingue, Premio Moliére nel 1994, ART è un testo di Yasmina Reza, una delle maggiori drammaturghe in lingua francese, autrice, tra gli altri, de “Il dio del massacro” da cui Roman Polanski trasse il film “Carnage”. 

 

Tre amici – Marc, Serge e Yvan – si confrontano sulla qualità artistica di un quadro completamente bianco, discutendo sul prezzo altissimo per il quale è stato acquistato da uno dei tre. 

La discussione diventa presto un dibattito dai toni accesi sull’arte contemporanea per sfociare in un violento litigio che non riguarda più l’arte, ma il loro stesso rapporto di amicizia.

In un crescendo di dialoghi serratissimi, i tre protagonisti, sempre a distanza tra loro, giocano una partita a scacchi dentro quadrati di luce, in cui la realtà della loro relazione è resa evidente da una messa in scena estremamente essenziale, priva di ogni elemento naturalistico, nelle scenografie come nella recitazione, a totale servizio del testo. 

 

Un confronto nudo, frontale, quasi cinematografico, in cui personalità e nevrosi arrivano ad incrinare, forse in modo irreparabile, il loro stesso rapporto.

Un terreno in cui entrano in gioco tutte le variabili dei rapporti umani; quale rapporto, anche il più intimo o il più’ felice, non è basato su qualche mezza verità, su qualche completa bugia o grande malinteso? 

Si conoscono da una vita Marc, Serge e Yvan; si sono sempre voluti bene, si sono sempre piaciuti e stimati, ma di fronte a quella tela bianca, non si riconoscono più.

 

Il bianco del quadro è lo spazio vuoto che diviene regno di equivoci, di non detti, di silenzi; uno specchio in cui si è costretti a scavarsi dentro, un terreno di confronto in cui ciascuno puòcercare di vedere quello che vuole oppure scegliere di non vedere assolutamente nulla.

 

“Per me non è bianco. Quando dico per me, intendo oggettivamente. Oggettivamente non è bianco. Ha un fondo bianco, ma con tutta una gradazione di grigi. C’è perfino del rosso. È molto pallido, diciamo. Fosse bianco non mi piacerebbe. Marc lo vede bianco… È il suo limite… Marc lo vede bianco perché si è fissato che è bianco. Yvan no. Yvan lo vede che non è bianco”(cit.).

Comunicato stampa ufficiale