Marco Mengoni ha dedicato la sua vittoria al Festival di Sanremo 2023 alle donne in gara in questa edizione. Il sesto posto di Giorgia, infatti, aveva definitivamente chiuso le possibilità che una donna fosse nella rosa dei 5 finalisti. Già prima delle loro seconde esibizioni nella serata, dunque, si era concretizzato il prolungamento di una agonia per le vittorie femminili a Sanremo. In effetti, albo d’oro alla mano, è dal 2014 che una donna solista non vince Sanremo. Si trattava di Arisa con Controvento. Allora, tutto sommato freschi di quel podio tutto al femminile del 2012 (Emma, Arisa, Noemi) non si faceva più di tanto caso a certi sbilanciamenti. Ora però, a nove anni dal quel successo, l’assenza di un nome di donna nell’Olimpo dei vincitori di Sanremo inizia a farsi sentire. Eppure non è del tutto così, anche se non sempre ce ne accorgiamo.

Bravissimi gli artisti (quasi superfluo parlare del talento di Mengoni), eccezionali gli autori (fondamentali, altrimenti se si dovessero votare solo gli interpreti avremmo avuto sul podio anche Giorgia, penalizzata da un brano poco convincente al primo impatto). Importantissimi anche arrangiatori e orchestrali. Sì, ma dimentichiamo sempre che nessun successo è scontato e niente arriva senza la costruzione di un percorso adeguato. Ogni vittoria passa dall’intelligenza e dalle scelte del manager, che gestisce gli artisti passo dopo passo. Vive con loro in empatia, sta accanto con l’obbligo di comprenderne umori, gioie e dolori. E nel frattempo deve fare in modo che la macchina funzioni sempre: sceglie i tempi giusti per fare uscire album, organizzare concerti, partecipazioni ai Festival. Insomma, provate a togliere un manager a un cantante: il suo talento sarebbe intaccato, ma il successo varrebbe la metà e forse anche meno.

C’è un nome che accomuna le ultime tre edizioni di Sanremo: Marta Donà. Manager dei Maneskin (che la abbandonarono con buona pace della riconoscenza, dopo poche settimane dalla vittoria di Zitti e buoni), Francesca Michielin (seconda nel 2021 con Chiamami per nome, nonché giovanissima direttrice d’orchestra di Emma nel 2022) e Marco Mengoni, trionfatore assoluto di quest’anno con Due vite. Nessuno lo dirà, perché se gli artisti sono forti, si dà tutto per scontato. Come quando un allenatore vince con una squadra fortissima. Solo che, per esempio, non tutti hanno vinto con la Juve e l’Inter degli ultimi anni. Ecco, Marta Donà è l’Antonio Conte della musica. Ed è bello riconoscere che sia una donna. Nel 2023 la donna manager non solo non è una figura mitologica e utopistica: è persino vincente. Che trasformazione ha saputo vivere la donna nel corso dei decenni, nella società è bello spettacolo! Questa è la bella notizia, più di qualunque dato Auditel su cui avranno avuto un peso anche i followers di Chiara Ferragni, ma nessuno potrà mai avere la riprova contraria in un’epoca che vede Sanremo essere tornato ai livelli più alti di sempre. W Sanremo, w le donne!

Massimiliano Beneggi