Lunedì 27 febbraio l’Italia saluterà per l’ultima volta Maurizio Costanzo, di cui saranno celebrati i funerali a Roma. Un momento doloroso e, nel contempo, ricco di affetto per quello che ha significato il più grande anchorman televisivo e radiofonico di tutti i tempi. Di conseguenza, solo oggi forse siamo davvero consapevoli di cosa significherà ora un mondo senza Maurizio Costanzo.

Innanzitutto, non ci sarà mai più il Maurizio Costanzo Show. Quello che potrebbe sembrare un dettaglio scontato, si rivela una tautologia rarissima nel mondo dello spettacolo. Possibile solo quando il nome dell’artista si consegna al titolo del prodotto. La tv lo aveva vissuto solo con Telemike e Casa Vianello: entrambi erano programmi già terminati, specie il primo, ben prima della morte di Bongiorno e dell’amato Raimondo. Tuttavia, solo con la loro scomparsa divenne definitivamente impossibile riprodurre quelle trasmissioni. Chiunque potrà provare a ripetere differentemente ogni programma condotto da qualcun altro, ma il Maurizio Costanzo Show chiude per sempre. Questa volta senza darci alcuna speranza di un ripensamento, il sipario si è chiuso.

In secondo luogo, se ne va un protagonista che come nessun altro ha saputo dirigere la tv. Ogni messaggio di cordoglio apparso sui social in questi giorni, non fa che ricordare quanto ciascuno debba qualcosa a Costanzo. Personaggi che da lui hanno debuttato, altri che sono stati rilanciati da lui, altri ancora che hanno avuto la fortuna di incontrarlo conservandone un bel ricordo anche solo con un’intervista che, però, non si era limitata a essere una “bella chiacchierata”. Se piacevi a Costanzo, era fatta. La tv pendeva dalle sue labbra. Succedeva con format molto belli e innovativi ma anche con quelli un po’ meno impegnativi. Vale la pena essere sempre sinceri e ammettere che, per esempio, il Cangurotto e le ultime Buona Domenica non fossero che l’inizio di un declino televisivo impregnato di personaggini non sempre all’altezza della situazione. Tuttavia arrivava dalla mente eccelsa e colta di un uomo come Maurizio: se lui ci aveva visto qualcosa di buono, voleva dire che non poteva essere classificato come trash. Perlomeno non del tutto: un fondo di cultura doveva pur esserci. La tv era come una camicia, per parafrasare il famoso spot di cui era protagonista: se andava bene a lui, andava bene a tutti. È stato Costanzo a dare la direzione del nuovo ciclo di Mediaset, ad appannaggio di Maria De Filippi e della sua Fascino. E sempre Maurizio ha dato il via a un modo più moderno di intendere i programmi notturni persino sulla Rai, dove contemporaneamente era assiduo frequentatore. Se Domenica In ha iniziato a concentrare così tante interviste, lo si deve molto all’idea di imitare Costanzo. Se esiste Porta a porta dal 1996, è solo per l’esigenza della Rai di controbattere al popolare show di seconda serata di Canale 5. Se Fiorello ha potuto trovare una seconda vita artistica lo deve a Costanzo. Se Baudo ha potuto tornare in Rai nel 2000 riscoprendo la via del successo è perché fu lo stesso Costanzo a spingerlo di nuovo verso viale Mazzini. Se Costantino e Interrante hanno avuto possibilità di esprimersi oltre ai loro muscoli, è grazie a Costanzo. Se abbiamo potuto scoprire un critico come Sgarbi è grazie a Costanzo. Se oggi con qualcuno ancora esiste una tv dove si può condurre stando perlopiù in silenzio e ascoltando gli ospiti, è merito di Costanzo. Se abbiamo potuto parlare di lotta alla mafia senza utopia e farlo in tv senza con un linguaggio che non fosse quello dell’omertà, è grazie a Costanzo. Se Vianello, Corrado, Bongiorno sono definiti “I tre tenori” lo dobbiamo a Costanzo e a quella bella trasmissione che confezionò apposta per loro. Se oggi tutti associamo la figura di Franco Bracardi a un pianoforte e a un abito bianco più che a una carriera di attore, è grazie a Costanzo. Se Rocco Casalino è diventato portavoce di un Presidente del Consiglio, è grazie alle innumerevoli presenze da Costanzo dove ha potuto far vedere di essere un buon oratore. Se Gigi Sabani (e tanti altri) hanno avuto l’occasione di rilanciarsi dopo accuse ingiuste e infamanti è grazie a Costanzo. Sè Castagna tornò in tv dopo l’operazione è solo grazie alla certezza che avrebbe potuto farlo accompagnato in studio da Maurizio. “Se telefonando io potessi dirgli addio…”…sì, anche questo è grazie a Costanzo. Lui la tv l’ha davvero fatta: perché ha deciso lui cosa dovessimo guardare in tutti questi anni.

Massimiliano Beneggi