Benedetta Primavera è il nuovo show del venerdì sera di Raiuno, previsto in quattro puntate, che segna il ritorno in prima serata di Loretta Goggi al timone di un programma tutto suo. È il nuovo sdoganamento del varietà, che diventa un fatto serio e concreto. Curiosamente, questo genere a cui in tanti hanno cercato invano di fare il funerale per anni, torna di gran moda con due donne. Ancora una volta, sembra che Non chiamateci vallette sia il motto di questa tv del 2020. Su Canale 5 l’esuberante Michelle Hunziker, su Raiuno l’elegante Loretta Goggi. Stili diversi, che assecondano anche quelli delle stesse reti su cui vanno in onda, ma comunque pur sempre varietà che esaltano la femminilità in tutte le sue espressioni. Ecco, finalmente non siamo più costretti a dire “Cosa c’è su Netflix stasera?”, ma si può tornare a chiederci “Che trasmissione c’è stasera?”.

Si tratta di spettacoli leggeri ma intelligenti, con tanto di corpo di ballo, musica, comici, chiacchierate tra aneddoti e ricordi. Praticamente c’è tutto quello che può fare show. I ritmi non sono rapidi come quelli dei talent, dove una canzone dopo l’altra si arriva a mezzanotte senza mai tempi morti. I protagonisti, però, tornano finalmente ad essere quelli al centro del palcoscenico. Non più giurati e coach che, con la scusa di regalare illusioni ai concorrenti, trovano il modo per esaltare se stessi. L’emozione arriva da chi sa trasmetterla, non da chi si spera possa crearla imitando qualcun altro. Finalmente lo spettacolo in prima serata vede solo assoluti professionisti. Si potrà discutere circa la simpatia (rimane un mistero, per esempio, il motivo per Luca e Paolo continuino a essere comici sopravvalutati pur senza mai riuscire a fare una battuta divertente), ma il varietà, a differenza di tutti gli altri generi televisivi, può essere fatto solo da artisti autentici. Ecco il motivo per cui appaiono, a lunghi tratti, anche autocelebrativi: chi è sulla scena (ospiti e conduttori) ha una carriera alle spalle. Può vantare una serie di successi dietro l’altro, che un concorrente di un talent o di un reality raramente può rivendicare. O perché è troppo inesperto, o perché è lì proprio per aggiornare il suo sonnacchioso curriculum. È sempre stato così, sin dai tempi in cui Mina e Raffaella Carrà conducevano insieme negli anni ‘70, solo che non eravamo più abituati. Così come ci eravamo dimenticati il ruolo dell’autore: in Benedetta Primavera, oltre a quella di Loretta Goggi, ci sono firme prestigiose come Martino Clericetti, Francesca Cucci, Salvo Guercio, Cristiano Rinaldi, Paola Vedani, Lorenzo Campagnari, Ester Viola, Massimiliano Canè. Gente abituata a mettere nero su bianco idee per la tv, nonché a recuperare il meglio della storia televisiva da riproporre a Techetechetè e simili. E si vede. Ecco, il grande ritorno del varietà aiuterà anche a rinfrescare quelle trasmissioni di revival, ultimamente costrette a cincischiare solo nel passato per evitare di mortificare il racconto con spezzoni di spettacoli anni 2000.

Benedetta Primavera parte forte col 18% di share. Non male per uno spettacolo che ha coraggiosamente rinunciato alla seconda serata, per la quale probabilmente sarebbe stato più adatto ma che non avrebbe consentito di sviluppare questa scommessa proiettata a cambiare la tv. Se si vuole tornare a una bella televisione, bisogna necessariamente passare dal varietà in prima serata. Si fa con una delle più poliedriche e complete donne di spettacolo. Si fa con grandi ospiti, che devono raccontare cosa fosse il sabato sera un tempo, attualizzandolo: tra i ricordi di Fantastico con la sempre bellissima (ma che patto ha fatto col diavolo?) Heather Parisi e quelli delle parole proibite dalla censura insieme a Bruno Vespa, trova spazio un’imitazione di Ursula Gertrud von der Leyen. Anche lì si nota un grande lavoro dietro le quinte che ormai sembrava scomparso: l’impegno dei truccatori e degli autori, facilita al pubblico il compito di intuire la differenza tra un personaggio e un altro. Interessante più che divertente anche il confronto sul politically correct, che oggi costringerebbe a riscrivere i dialoghi de La freccia nera. Forse poco felice l’idea di far recitare le parole oggi impronunciabili da Marco Giallini, la cui stretta apertura della bocca impedisce sempre di comprendere appieno quanto dica rendendo ogni sua affermazione identica. E poi grandi voci e talenti come Anna Tatangelo, Chiara Francini, Flavio Insinna. Alla fine, anche quei ritmi apparentemente più lenti soddisfano il pubblico: arrivati a mezzanotte ci si rende conto che abbiamo sprecato troppi anni nella volgarità dei reality e nella loro velocità ad ogni costo, rinunciando al relax del varietà che porta solo benefici col suo buon gusto. Tutto quel che abbiamo messo da parte per anni, ora avrà un sapore di novità: la bella tv nel futuro non è più utopia.

Peccato solo per un paio di leggende che, ancora una volta, non riescono a essere scardinate dalle loro bugie. Prima su tutte quelle che vorrebbe Loretta Goggi quale prima donna conduttrice di Sanremo. Non è vero, forse Loretta fu la prima a farlo così bene, ma le antesignane furono Lilli Lembo e Giuliana Calandra nel 1961, anche se sostituite nella serata finale da Alberto Lionello. Dopo di loro ci sarebbero state altre figure femminili alla conduzione (tra cui Maria Giovanna Elmi), ma ci siamo sempre accontentati della verità parziale per avallare l’idea della Goggi come prima presentatrice donna. Inoltre si parla di Benedetta Primavera come del ritorno di Loretta alla conduzione di un programma dopo trent’anni. A onor del vero, sarebbero molti meno, ma si preferisce fare riferimento a un programma tutto suo. Si evita di ricordare la serata dal triste epilogo in cui Loretta prese le redini di Tale e Quale Show a causa della positività al Covid di Carlo Conti: quella sera, infatti, era il 6 novembre 2020. A fine puntata la Goggi dovette annunciare l’improvvisa scomparsa di Stefano D’Orazio. Anche quella del 1998 non era stata una conduzione “felice”, per quanto ampiamente riconosciuta come una bella trasmissione: si trattava di Il mio canto libero, una serata organizzata in fretta e furia due giorni dopo la morte di Lucio Battisti. Ci sarebbe anche la conduzione di Miss Italia nel 2007, dove Loretta conduceva insieme a Mike Bongiorno, che maltrattò appena entrata in studio con una sfuriata passata alla storia per un’attesa, a suo dire troppo lunga, dietro le quinte. Da quel momento i rapporti con Mike si inasprirono e, forse anche per questo, ora non si citano le tre edizioni Viva Napoli che la Goggi condusse insieme al re del telequiz tra il ‘97 e il 2002. A proposito di riconoscenza, non avrebbero leso maestà alla padrona di casa un paio di parole per Pippo Baudo che la lanciò come personaggio televisivo negli anni ‘70. Sono solo piccoli appunti, che un varietà capace di rievocare valori autentici, però, non deve dimenticare.

Massimiliano Beneggi