Carlo Goldoni 2.0: così originalità e contemporaneità incontrano il ‘700 – RECENSIONE

Fino al 30 aprile, al Teatro Out Off di Milano, è in scena Carlo Goldoni 2.0 -Memorie e rivoluzione (produzione Out Off e MTM) di Carlo Goldoni (adattamento drammaturgico BR Franchi). Ecco la nostra recensione.

Foto di Stefano Sgarella

IL CAST

Gaetano Callegaro, Daniele Gaggianesi, Stella Piccioni e il musicista Luca Garlaschelli. Regia di Lorenzo Loris.

LA TRAMA

Carlo Goldoni, commediografo del ‘700, si trova in un ospizio nel 2023. Gli acciacchi dell’età e della memoria, a tratti in affanno, si uniscono alla malinconia di un presente in cui proporre la comicità sembra impossibile. La solitudine che può creare Internet lo ha travolto, spingendolo in uno stato semidepressivo. Nella società ormai priva di idee originali e sempre più egoisticamente avida, il nipote di Goldoni e la sua giovane moglie provano persuaderlo di essere affettuosi nei suoi confronti. In realtà vogliono solo scucirgli i segreti del successo delle sue opere, per replicare oggi le stesse soddisfazioni e fare tanti soldi nel loro locale. Il motivo è semplice: solo con una nuova e autentica comicità sarà possibile fare una rivoluzione sociale e affrancarci da certi modi di pensare divenuti ormai una triste consuetudine. Così il grande Maestro della Commedia viene circuito a suon di farmaci e raggiri con cui i due ragazzi provano a fargli raccontare ogni dettaglio, ormai introvabile in qualunque altro esempio di comicità odierna. Scopriranno tante verità, che narreranno secoli in fondo non troppo diversi tra loro. Goldoni, dal canto suo, si ritroverà con gli stessi problemi, in chiave diversa, di 250 anni fa. Perché essere rivoluzionari costa sempre. Rivivrà quindi gioie e dolori di una vita artistica invidiata da molti, ma ai suoi occhi spesso incompiuta. Anche a causa di quella rivalità con Pietro Chiari, che ancora gli desta tanto rancore…

LA MORALE

La comicità è qualcosa di molto serio: può addirittura rivoluzionare il mondo, toccando i potenti e dando fastidio a molti. Nella risata c’è uno sfogo liberatorio che non si trova altrove. Solo che, ai suoi tempi, Goldoni ebbe un coraggio che nessuno oggi ha più. Ogni epoca ha la sua arte, ma per fortuna non perde quel che di buono è stato creato nelle precedenti. Anche perché, se così fosse, vorrebbe dire che oggi possiamo comunicare solo mediante un linguaggio che inglesizza ogni locuzione, con un politically correct che impedisce di creare qualunque novità comica. Invece il mondo ha sempre bisogno di ridere e divertirsi. Il problema è che non è detto che sappia accorgersene e, conseguentemente, possa apprezzare abbastanza i suoi protagonisti. Proprio come Goldoni che, acclamato in Francia dove incontra però problemi per un linguaggio troppo raffinato, non viene capito in Italia dove si dà più importanza alle richieste degli attori che non al gusto del pubblico teatrale. In ogni caso la società è cambiata portando a una trasformazione persino del linguaggio: quel che poteva essere fatto un tempo, oggi non appare più ripetibile. Essere artisti è sempre più difficile: almeno tanto quanto essere onesti e sinceramente generosi. Cosa che certo non appartiene al nipote di Goldoni e alla sua giovane moglie.

Foto Avilla

IL COMMENTO

Una commedia originale e surreale che, trattando il tempo come se fosse eterno, finge che il più grande commediografo di sempre possa vivere 250 anni, senza porre dubbi. In questo modo si trova l’espediente per fare raccontare direttamente allo stesso Goldoni aneddoti e frammenti della sua intensa vita, dove pubblico e privato si intersecano in modo formidabile. A supportare la commedia, un linguaggio pienamente italiano (e non veneziano come quello a cui siamo abituati con Goldoni) dei giorni nostri. Un ottimo punto di vista, per uno spettacolo decisamente da applausi, che non mancherà di divertire e fare riflettere, portando il pubblico a una inevitabile concentrazione. I racconti dello scrittore, stuzzicati dalla morbosa curiosità del nipote e della moglie di questi che recuperano un diario di memorie, si fanno carne e ossa nel 2023. In questo surrealismo, convivono benissimo sogni onirici e realtà che superano l’assurdo. Rapportando tutto ai giorni d’oggi, diventa più facile comprendere certe dinamiche.

IL TOP

Tanti virtuosismi, anche musicali, per gli attori in scena: la Piccioni (ancora una volta) esalta le sue doti da soprano, Callegaro quelle da baritono, Gaggianesi e Garlaschelli da strumentisti. Grazie ai protagonisti il ritmo è sempre frizzante e tiene sempre accesa l’attenzione. È a tutti gli effetti uno spettacolo biografico su Goldoni, la cui vita avventurosa forse è ignorata dai più. Per esaltare questo grande personaggio, quindi, non si poteva che allestire uno show surreale a 360 gradi, tanto contemporaneo quanto ironico. In perfetto stile goldoniano.

LA SORPRESA

Le stesse scelte autorali e registiche sorprendono sin dal principio, rievocando la storia del teatro mediante il principio dell’assurdo. Usciti dal teatro sembrerà possibile una convivenza tra Dante Alighieri, Goldoni e gli influencer. Il tempo non esisterà più, o perlomeno non nella forma a cui siamo abituati. Anche questo aiuta a ridurre tante distanze, per comprendere quanto in fondo siamo sempre uguali come esseri umani, nonostante il passare dei secoli. Il palcoscenico è sempre un’ottima possibilità per migliorarsi in questo mondo, sempre troppo egoista per provare davvero a guardare oltre i propri interessi.

Massimiliano Beneggi