Fino al 14 maggio, al Teatro Manzoni di Milano, è in scena L’erba del vicino è sempre più verde (produzione Ente Teatro Cronaca, Vesuvioteatro e A.G. Spettacoli) di Carlo Buccirosso. Ecco la nostra recensione.

IL CAST

Carlo Buccirosso, Fabrizio Miano, Donatella de Felice, Peppe Miale, Elvira Zingone, Maria Bolignano, Fiorella Zullo. Regia di Carlo Buccirosso con Fabrizio Miano.

LA TRAMA

Nell’attico di Mario Martusciello, funzionario di banca benestante ma disilluso insoddisfatto della vita e da tempo in piena crisi coniugale, c’è appena stato un omicidio. Mario è chiaramente coinvolto nella vicenda e ora, ubriaco e sotto shock, ha la lucidità per risolvere una sola preoccupazione: all’arrivo di sua sorella Rosa, tanto premurosa quanto pronta a giudicarlo anche nelle minime azioni, deve assolutamente occultare il cadavere. Rosa, però, capirà presto che la finestra rotta e piena di sangue e due piedi che escono da sotto il letto provano un delitto appena compiuto. Chiederà quindi spiegazioni al fratello, che si confesserà in un lungo flash back.

Tutto era cominciato quando, cercando di uscire dalla sua insopportabile solitudine che lo stava portando alla depressione, Mario aveva iniziato a frequentare assiduamente Lorenzo, il vicino di casa. Questi si era dimostrato da subito un uomo dinamico, pieno di verve e di fascino: un vincente nato, di quelli capaci di portare la fortuna sempre dalla propria parte. Per uno come Mario, incline ad ammirare spasmodicamente chiunque abbia una vita diversa dalla sua, la conoscenza di Lorenzo si era trasformata subito in un’occasione per affossare di nuovo la proprio autostima e invidiare il vicino di casa. Qualunque cosa questi gli dicesse, riusciva ad avere una persuasione enorme nei suoi confronti. Persino quando gli veniva apertamente suggerito di liberarsi della moglie con la cicuta, Mario appariva ispirato dalla voglia di un riscatto personale che si incontrava con una estrema follia. L’atteggiamento di Lorenzo, però, nascondeva qualcosa di sospetto: non si comprendeva cosa lo spingesse ad attaccarsi morbosamente a Mario, consigliandolo in ogni scelta e presentandogli addirittura la sua ex fidanzata, nonché nota influencer. Che Lorenzo fosse uno da cui tenersi alla larga lo avevano capito tutti da tempo: solo il bancario non ha mai voluto sentire nessuno che parlasse male del suo unico amico, capace di capirlo così bene…

LA MORALE

La vita degli altri ci appare sempre più affascinante, anche se non la conosciamo abbastanza perché davvero possa rivelarsi invidiabile ai nostri occhi. Quando siamo fragili, però, anche tutto ciò che non ha una logica e non avremmo mai immaginato potesse intersecarsi con la nostra esistenza, può diventare realtà per noi che cerchiamo vie di fuga in qualunque modo. Improvvisamente siamo confusi. Incapaci di distinguere il bene dal male. Sappiamo solo provare a sminuire l’importanza della nostra quotidianità: per farlo dobbiamo rinnegarla abbracciando ogni modello di vita diverso da quello adottato fino a quel momento. Peccato che, non sapendo quali fossero i lati negativi della vita altrui, l’invidia anziché aiutarci a risolvere le nostre insoddisfazioni, ci porta a imitare anche i problemi di chi abbiamo sempre ritenuto migliore di noi. In realtà ciascuno ha la propria moralità, influenzata da un preciso percorso che lo identifica: meglio tenersela stretta piuttosto che confonderla con quella di persone che hanno inevitabilmente avuto una storia diversa dalla nostra.

IL COMMENTO

Un po’ commedia, un po’ thriller. Buccirosso non è nuovo a questo genere di teatro, capace di mantenere viva la suspence fino alla fine. Lo spettacolo è lungo (due ore e mezza compresa la pausa tra i due atti) ma il ritmo quasi cinematografico è sempre molto vivace, e non solo per l’espediente del giallo di cui si vuole scoprire la soluzione. Le scelte registiche e la scenografia (di Gilda Cerullo e Renato Lori) capace cambiare dettagli fondamentali alla medesima scena tra il flashback e il presente, aiutano a vivere quell’atmosfera noir generalmente espressa in pellicola. Tante battute. Si sfiora l’assurdo anche con alcune citazioni di personaggi che in certi momenti non ti aspetti (da Berlusconi a Baudo, passando per i Neri per Caso): il pubblico ride di gusto e applaude lo strepitoso affiatamento della compagnia. Si riflette su amore, amicizia, onestà…e social. Nel bene e nel male, oggi tutto è rintracciabile su di essi: la nostra privacy (e la nostra dignità) sono in costante rischio. Ma nell’epoca in cui facciamo standing ovation a tutti indistintamente, come ricorda lo stesso personaggio di Mario, nessuno è disposto ad accorgersi di ciò che davvero non funziona. Quella per Buccirosso e colleghi, però, è più che meritata.

IL TOP

Carlo Buccirosso si conferma eccezionale, non solo come attore (persino da cantante e e ballerino comico) ma anche come regista e drammaturgo. Il suo modo di scrivere per il teatro si rivela sempre uno dei più innovativi in assoluto. L’erba del vicino è sempre più verde è l’espressione perfetta di quella voglia di stupire il pubblico, scardinando la routine del palcoscenico. Con lui c’è un cast spettacolare, che racconta tanto del mondo partenopeo sempre pieno di folklore e di battute dette con un ritmo mai una volta fuori posto. Si esaltano, su tutti, in particolare le bravissime Maria Bolignano ed Elvira Zingone.

LA SORPRESA

Quasi certamente per tutto lo spettacolo si pensa che il cadavere sia un altro: il finale stupirà, regalando colpi di scena imprevedibili anche sul movente dell’omicidio. Una cosa è sicura: possiamo vedere quante puntate vogliamo di Quarto Grado e noteremo che le dinamiche degli omicidi e degli occultamenti si ripeteranno spesso. La fantasia del teatro, però, è capace di rendere poetico e sorprendente non solo la narrazione, ma anche il fatto stesso al centro della storia.

Massimiliano Beneggi