Ci risiamo. Per ogni estate che arriva, ecco il suo relativo tormentone. Anzi, i tormentoni. La smania di presenziare sul mercato discografico a ogni Ferragosto, infatti, spinge da diversi anni tanti artisti a lanciare canzoni nel periodo estivo. Tutti hanno un intento ben preciso: fare ballare e rimanere nella testa con una certa orecchiabilità. Pazienza se il testo non è una poesia di Marcel Proust: per divertirsi non occorre una laurea in lettere. L’importante è che la melodia sia facile da ricordare. L’impresa non è mai stata in discesa per nessuno. Molto spesso chi ha saputo realizzare un tormentone estivo, non è riuscito a ripetersi successivamente. Fanno eccezione alcuni maestri del genere: si citino Edoardo Vianello, Righeira, Giusy Ferreri più di tutti gli altri. Loro sì hanno inventato canzoni e stili memorabili e inconfondibili per tanti anni. Chiunque prova a imitarne le gesta: questo significa, con la moltitudine di produzioni musicali a cui ci siamo abituati, che ogni estate ci sono almeno dieci candidate all’ambito premio di “tormentone dell’anno”. Dal 2017, con l’accoppiata Rovazzi-Morandi (Fai volare), si è intrapresa un’ulteriore strada, che sta diventando una regola: il pezzo estivo ha più appeal se fatto in duetto o persino in un trio. Featuring per chi ama gli inglesismi. Così ovviamente si triplicano i cantanti, cercando di contenere il numero di brani, altrimenti incontrollabile in una situazione già abbastanza satura.

Sembrano tutti contenti di far parte della carovana estiva, sebbene aumenti la difficoltà di distinguersi dalla molteplicità. Non solo: bisogna dividersi i meriti con i colleghi e allora addio titolo di cantante “re” o “regina” dei tormentoni. A meno che l’interprete in questione non si ripeta per più anni consecutivi, dimostrando così di essere il vero valore di quei successi. Ecco, è un po’ quello che succede a Fedez. Re dei tormentoni. Anzi, delle imitazioni.

Dopo aver sbancato nelle classifiche per un paio di volte insieme a J-Ax con Vorrei ma non posto e Senza pagare, il marito della Ferragni non vedeva l’ora di mettere a tacere le malelingue che attribuivano i meriti al collega più veterano. Nel 2021 si presentò puntuale nelle radio lanciando Mille, insieme ad Achille Lauro e Orietta Berti. Un bel refrain molto orecchiabile, riecheggiante quelle atmosfere anni ‘60 da cui erano nati i primi tormentoni estivi. Nel 2022 ha ripetuto l’operazione con altri due fenomeni dell’anno: Tananai e Mara Sattei. Cantava La dolce vita. Impossibile da cancellare dalla testa. Già, anche perché in quel caso non si trattava di semplici atmosfere. La canzone era formata da melodie già conosciute, utilizzate per poche battute. Erano talmente tante e palesi che si poteva pensare persino a un gioco organizzato per fare indovinare al pubblico le diverse brevi citazioni. L’appello al plagio, in questo modo, diveniva impossibile, sebbene fossero chiaramente identificabili diversi ritornelli tra cui Il ballo di Simone, Ma che freddo fa, Oh Diana, Ventiquattromila baci. Deve piacere davvero tanto la musica di Adriano Celentano a Fedez. Facile dedurlo anche dalla più stretta attualità: anno 2023, vuoi non farlo un altro trio? Ecco allora Fedez insieme alla star più straordinaria del momento, Annalisa, con gli Articolo 31 dell’amico ritrovato J-Ax. Questa volta il brano si intitola Disco Paradise. Orecchiabile, vivace, aria frizzante e ancora un po’ retrò dopo la solita strofa rappata poco distinguibile dalle altre. Ed ecco che parte il ritornello cantato da Annalisa: Le telefonate ore ad aspettare
Poi mi dà occupato perché chiami anche tu
Bolle di sapone sotto il tuo balcone
Bello, musicale. Talmente perfetto che sembra facile cantarlo insieme a lei, già dal primo ascolto. Te lo canticchi un paio di volte, scopri che quella progressione di note già ti sembra di conoscerla. Ti viene in mente che su quel ritmo ci starebbe benissimo la cascata di capelli della Carrà, ma quella progressione la conosci fatta un poco più lentamente. In poco tempo finisci per cantarci sopra le parole di un altro brano. Sembra davvero di riascoltare, per qualche istante, Brivido felino, l’immortale successo del 1998 targato Mina-Celentano. Fedez si è ispirato ancora al Molleggiato. O forse proprio a Mina, visto che quel ritornello riecheggiava già all’epoca le note de Le mille bolle blu. Ancora troppo poco per essere considerato un plagio, tuttavia non propriamente un’ispirazione da poco, trattandosi dell’inizio del ritornello. Ossia proprio la parte destinata a diventare il tormentone estivo. Altroché “stoniamo Battisti, Mi ritorni in mente”, come cita la strofa di Disco Paradise: quest’estate con Fedez & co (ancora una volta) rievochiamo Adriano. Anche quest’anno il rapper milanese affida il ritornello a una voce intonata e coinvolgente, per fare cantare qualcosa di già sentito. Una volta può essere casuale, ma quando ti ripeti un po’ meno: sembra mancare originalità nella furba casa Ferragnez. Sarà di nuovo suo il pezzo più ascoltato dell’estate, ma il merito sembra appartenere come sempre ad altri. Oltre che, ovviamente, al potere d’acquisto di certe major amate dalle radio, che ci costringeranno ad ascoltare il brano all’infinito. Quasi come capitò venticinque anni fa con Brivido felino…
Massimiliano Beneggi