Come effettivamente nacque Nel blu dipinto di blu non lo sapremo mai. Oggi, dopo la morte di Franco Migliacci, ci si ripensa. La genesi della canzone italiana più popolare all’estero rimarrà per sempre un mistero, un po’ come il celebre passaggio della borraccia tra Fausto Coppi e Gino Bartali. Ora che Franco Migliacci ha raggiunto Domenico Modugno, sicuramente riderà con lui, l’unica altra persona che davvero sa la storia del testo di Nel blu dipinto di blu. Leggendo e ascoltando con attenzione le interviste degli autori, che diventano oggi autentici documenti, potremmo però provare a ricostruire una storia più vicina alla verità. Ripercorriamo dunque brevemente le diverse versioni e facciamo ordine tra le innumerevoli ipotesi.

Anzitutto va corretta quella suggerita da Wikipedia circa una possibile depressione del paroliere. Sebbene in molti in queste ore stiano copiando alla lettera quando scritto nell’enciclopedia popolare, va detto che quell’uomo che si dipingeva di blu in effetti potrebbe essere stato proprio Migliacci. Ma non lo faceva per “mandare a quel paese” il mondo (così è raccontato su Wikipedia). Bensì per confondersi nel cielo e iniziare a volare. In pratica, Migliacci aveva vissuto una giornata nera e, in un sonno notturno, immaginò di compiere quell’insolito gesto di dipingersi mani e faccia di blu pur di guardare il mondo dall’alto. Questo sembrerebbe almeno l’ultimo racconto, in merito, dato da Migliacci nel 2007 in occasione dei 50 anni del brano.
Modugno inizialmente affermava che l’ispirazione del titolo fosse nata a lui o a Migliacci (senza specificare a chi dei due precisamente) passeggiando insieme sul Ponte Milvio. Poi si sarebbe sviluppato il testo completo. Migliacci, invece, era ben sicuro a chi appartenesse l’idea del titolo, perché lo aveva vissuto in prima persona appunto in quell’incubo (il sogno che si pensava non tornasse mai più, ma che come detto non lo vedeva come protagonista).
Anche sul ritornello, che poi diede alla canzone il titolo più conosciuto, ossia Volare, inizialmente c’era discrepanza di ipotesi. Modugno si investiva del ruolo di ideatore dopo avere osservato il cielo con sua moglie Franca.

In un’altra occasione, però, intervistato da Loretta Goggi, Modugno dichiarava che l’ispirazione fosse stata data da un quadro di Chagall: a trarne spunto sarebbe stato proprio Migliacci, dopo aver bevuto un bicchiere di vino in più del solito ed essersi immaginato davanti a sé un piccolo uomo che si dipingeva di blu per confondersi nel cielo. Secondo questa versione, quindi, il protagonista della scena non sarebbe lo stesso Migliacci, ma un’indefinito omino, frutto di una allucinazione del paroliere.
In ogni caso, quel testo ancora oggi a distanza di 65 anni rimane tanto criptico quanto affascinante e poetico. Non è solo la storia di un uomo che vola tutto colorato di blu, ma è l’apoteosi di frasi suggestive e affascinanti. Al risveglio dell’alba, infatti, il protagonista afferma: “Io continuo a sognare negli occhi tuoi belli che sono blu come un cielo trapunto di stelle”. Esiste dichiarazione più bella e più esaustiva di questa?
Nel blu dipinto di blu, per tutti Volare, rappresenta la storia della canzone italiana anche per quello che racconta il ritornello. È il dichiarato sinonimo concettuale della felicità e della spensieratezza con la musica. Il protagonista vola cantando leggero, sentendosi davvero libero e pensando all’amore. In un ritornello, praticamente, questa canzone descriveva il ruolo della musica, che deve essere tanto romantica quanto fonte di allegria. Tutto nel segno di rime tronche, apocopi ed elisioni ancora d’altri tempi.
A un testo così, moderno ma con la cultura di allora, non poteva che abbinarsi una melodia aperta, innovativa, quasi sconvolgente per l’epoca. La struttura appariva ancora tradizionale (una strofa, un ritornello, quindi ancora una strofa e due ritornelli), ma l’arrangiamento era chiaramente più che mai all’avanguardia.
Domenico Modugno la cantava con quelle braccia aperte che diventarono iconiche nella storia del Festival di Sanremo. Gesto ribadito da Johnny Dorelli, che la interpretava da giovanissimo ragazzo quale era. C’è da dire che Dorelli univa il bel canto all’italiana con alcuni spunti dallo slancio ancora più swing e dal suono internazionale. Ovviamente senza nulla togliere al suo autore che, essendo già più affermato, potè appropriasi del titolo di interprete principale, anche grazie all’atteggiamento più sfrontato e per nulla ingessato. In ogni caso la musica italiana da quel momento viveva una svolta. Sarebbe stata sempre più energica. Ci fu anche qualcuno (tale Antonio De Marco) che provò a denunciare la canzone per plagio, sostenendo gli fosse stata derubata la valigetta con la composizione originale della sua canzone. Risultato: fu a sua volta querelato e condannato per diffamazione.
Poco dopo il trionfo al Festival di Sanremo 1958, Modugno arrivò negli Stati Uniti cantando questo brano ovunque, probabilmente tenendo conto anche di quella interpretazione più swing di Dorelli. Da lì divenne per tutti Mr. Volare, restando ancora oggi l’unico italiano in grado di mantenere il primato nell’hit parade americana per cinque settimane. 19 milioni le copie vendute nel mondo e due Grammy Awards lo consegnarono alla storia. Nel blu dipinto di blu sarà per sempre la musica italiana per eccellenza.
Massimiliano Beneggi