Si è svolta a Milano nella sede di Sony Music la conferenza stampa di presentazione dell’edizione 2023 dello Zecchino d’Oro. Dopo gli ascolti delle canzoni (qui sotto i titoli con i nostri voti, che verranno approfonditi più tardi), è Padre Giampaolo Cavalli, direttore dell’Antoniano di Bologna a prendere la parola: “Lo slogan di quest’anno è La musica può. Allo Zecchino sono 70 anni che la musica può fare tante cose. Continuare così dopo tanti anni ha un grande significato”. Il frate ritira poi il premio del Disco d’Oro ottenuto da “Volevo un gatto nero”.

Fabrizio Palaferri, direttore artistico: “Le sfide sono sempre nuove e noi dobbiamo essere bravi ogni anno a essere contemporanei. Quest’anno sono arrivate oltre 500 canzoni in gara. Facciamo una ricerca mirata poi sui bambini giusti per le canzoni e tutto questo lo possiamo fare sempre grazie alla Rai. Il pubblico si aspetta da noi un’identità ben precisa” .

Carlo Conti: “Dopo Sanremo 2017 dissi che mi sarei dedicato allo Zecchino e in molti non ci credevano probabilmente. Invece ero molto serio. Mi fa piacere vedere quest’anno canzoni scritte da Loredana Berté, Maurizio Fabrizio, Paolo Vallesi, Max Gazzè, Lorenzo Baglioni, Matteo Bocelli. Gli arrangiamenti sono ancora di Lucio Fabbri“. Poi scherza alludendo alle polemiche sullo spot Esselunga: “Se parlassimo di più il linguaggio dello Zecchino, ossia di leggerezza, canzoni, bambini e nonni, di cui oggi 2 ottobre è la festa, non si passerebbero giorni a parlare di una pesca. Per me lo Zecchino è Topo Gigio, Cino Tortorella, Mariele Ventre. Lo spirito deve continuare a essere quello”.

Molti autori di “Musiche per grandi” dunque anche in questa edizione, ma di farle cantare anche a loro in una serata cover, come accade a Sanremo, Conti non ne vuole sapere: “I bambini devono fare i bambini e devono cantare loro le canzoni dello Zecchino”. Per rispondere alla nostra domanda, che alludeva alla sua possibile direzione artistica di Sanremo 2025, risponde di no, ma non troppo convintamente. Anzi, sembra addirittura fare un gesto inequivocabilmente scaramantico (clicca qui per vedere il video). Segno che ci spera (e noi con lui).

Intanto si lascia andare a un altro possibile spoiler circa i conduttori delle prime due puntate dello Zecchino (quest’anno in onda dall’1 al 3 dicembre, in diretta dopo che lo scorso anno era stato registrato). Conti dice infatti: “Non ci abbiamo ancora pensato”, ma poi aggiunge: “Carolina Benvenga (presente in sala, ndr) potrebbe essere un nome interessante”. Lei allarga le braccia e sorride, dando nel frattempo tutta la sua disponibilità.

Per la prima volta in gara anche un’interprete proveniente dalla Valle D’Aosta. Da quest’anno lo Zecchino d’Oro è sempre più digitale, con il nuovo canale Tik Tok.

Ci pensa mamma 8 (Musica: Pulli, Romitelli, Castroni, Ruzzi. Testo: Romitelli, Pulli, Castroni, Ruzzi) Tanta bella disco dance orecchiabile (e troppo autotune) per celebrare la qualità multitasking di tutte le mamme, capaci di risolvere ogni problema e supplire a tutte le lacune. “Odia la fisica, però è magnetica”, ma soprattutto “Anche se è lunatica è il mio pianeta migliore”. Commovente dedica alla figura materna su una musica spensierata. La festa della mamma 2024 ha già un nuovo inno (scritto addirittura a 16 mani, forse anche troppe, ma il risultato è buono)

Ballano 7,5 I topi ballano senza i gatti, ma cosa fanno questi quando non ci sono i primi? Ebbene, ballano anche loro. L’amore per la danza diventa una metafora per chiarire come sia meglio non darsi fastidio l’uno con l’altro, ma piuttosto dedicarsi a momenti spensierati. Meglio ancora se tutti insieme. Orecchiabile ma si confonde troppo con altre già presentate in passato (Musica e testo: Spera, Buldini)

Non ci cascheremo mai 6 (Musica: M.Gazzè, De Benedettis. Testo: F.Gazzè, De Benedettis). Non bisogna esagerare con il digitale e la tecnologia a discapito della vera vita sociale. Indubbiamente è vero che i bambini hanno “il cuore che saltella”, il problema è che sono proprio loro oggi a volere cellulare e ogni display possibile. Testo quindi poco attuale purtroppo. Interessante il ritmo delle strofe in cui poche parole sono racchiuse in brevi frasi melodiche (anche se non troppo orecchiabili per la verità)

I numeri 8,5 (Musica: Fabrizio. Testo: Astarita) Ritmo e testo a suon di filastrocca. Si parte dal 10 (le dita) fino a scendere fino al podio “Tre i moschettieri, due le scarpette che metterò per correre ma una sola la mia mamma che più forte abbraccerò”. Strofe uguali (su una melodia dolcissima) che si ripetono tre volte in crescendo un po’ come faceva Ci vuole un fiore. Destinata al successo soprattutto nella scuola dell’infanzia, con una dedica finale anche qua alla figura materna

La casa stregata 6 (Musica: Baggio. Testo: Gardini) Tanto mistero in una casa abbandonata in fondo al viale: cosa si nasconderà? Probabilmente niente di che, ma solo una grande leggenda a cui tutti credono. Fa paura a chi non la conosce ma per i suoi abitanti (gnomi, mostri e creature strane) è un’isola sicura. La melodia non è un granché (interessante l’arrangiamento), ma il testo ha grande significato perché va contro ogni pregiudizio: tutti quei mostri in realtà, conoscendoli, si rivelano infatti amici.

Dita nel naso 7,5 (Musica: Guerrini, Bocelli. Testo: Guerrini, Rosteni) Il maestro di musica è integerrimo e perfetto, impartisce lezioni e pretende rigore. Poi, però, si mette lui le dita nel naso facendo finta di niente. Insomma, facile fare prediche da adulti e razzolare male e peggio dei più piccoli. I bambini educati sono i migliori maestri di questo mondo, abbiamo solo da imparare da loro e questa canzone con allegria lo spiega perfettamente.

La frutta e la verdura 8 (Musica: Vallesi, Mutti. Testo: Mutti) Canzone che (come dice Sabrina Simoni in conferenza stampa) viene cantata da una bambina che vorrebbe cantarne un’altra. Eppure il ritmo è molto simpatico. Le qualità della frutta e della verdura elencate nel brano si riassumono in una possibilità di stare con il buonumore. Un bell’espediente per indurre tutti a mangiare un po’ di più vegetali che fanno bene alla salute.

Ci ci ci co co 8,5 (Musica e testo: Paulicelli, Iardella). Il titolo ricorda un successo di Pippo Franco. E anche il ritmo tra pop e baby dance si sarebbe adattato perfettamente anche al comico. La canzone è quella del pulcino Beniamino che non mangia la ricotta, un po’ salata, ma preferisce la panna cotta che è zuccherata. Il testo è debole, ma Antonella Clerici (e non solo) è già pronta a ballare questo brano divertente

Puz Puz Puzzola 8,5 (Musica e testo: L. e M. Baglioni). La giraffa si vergogna per il collo lungo, lo struzzo perché non sa volare, lo squalo per la sua incapacità di masticare, il cane non sa prendere la sua coda. Per quale ragione dovrebbe farsi i problemi una puzzola per il suo odore naturale? Ciascuno ha i suoi difetti e il segreto per vivere bene è saperci convivere accettandoli e abbracciandoli pienamente, senza rimpianti: diventeranno i punti di forza e motivi di vanto. Bella lezione di vita su musica allegra

Mister Spazzolino 6,5 (Musica e testo: Ambrosio). Lo spazzolino da denti prende vita e con anima rock si propone come un vero amico per ogni bambino. Se lo si tratta bene, saprà essere un eccezionale complice per una vita più semplice contro tutte le carie e le difficoltà. I dentisti da oggi hanno un loro inno, anche se non dei più orecchiabili. Interessante però che l’autrice sia stata in gara anni fa allo Zecchino come interprete

Zitto e Mosca! 6 (Musica: De Rosa. Testo: Careddu, Menna). A volte si cerca sempre una parola da pronunciare, anche quando sarebbe meglio tacere. In chiesa, a scuola, a casa, in troppe situazioni ci vorrebbero zitti, e in effetti ogni tanto serve rispettare questa regola se si vuole dialogare. Il senso è buono, la melodia convince meno

Ci vorrebbe un ventaglio 8 (Musica: Buresta, Iommi. Testo: Di Stefano). Recitato e cantato si uniscono per un brano ambientalista, che canteremmo tutti volentieri a ogni mese d’agosto. Canzone che parla di un caldo innaturale che fa male alla Terra, destinata a morire avanti di questo passo. Come risolvere il problema? Con un ventaglio. Una ventata d’aria che potremmo dare prima di tutto noi umani con la nostra attenzione al pianeta

Ciao Europa 9 (Musica: Saccol. Testo: Crovella, Saccol). Oltre le Alpi della nostra Italia cosa c’è? Un Paese tutto da viaggiare e da conoscere, perché solo così sarà possibile unire le forze per un mondo migliore di pace. Per superare le difficoltà si deve stare tutti insieme, oltre ogni differenza culturale: bisogna apportare le nostre tradizioni per apprenderne di altre, non creare muri. Canzone corale che si presta a essere inno da cantare in tutti gli oratori.

Rosso 7,5 (Musica: Fasano. Testo: Berté). La generazione di oggi vuole essere a colori e questo significa dinamismo, allegria ma anche evitare ogni indifferenza. Ci vuole solidarietà, soprattutto nei confronti dei bambini, il cui pensiero non deve essere messo in un angolo a vantaggio di quello dei più grandi. In questo inno di un ipotetico sindacato per i più piccoli, troviamo ritmo, rap e anche un tormentone nella parole del titolo.

Massimiliano Beneggi