Tante domande restano senza risposta e sembra che nessun altro oltre a voi ci pensi? E’ l’occasione per sentirsi meno soli. Fino al 15 ottobre, al Teatro Golden di Roma (via Taranto) è in scena Se non ci pensa Dio ci penso io, protagonista uno spassosissimo Gene Gnocchi. Il comico, con la sua consueta verve si interroga ormai da un paio di anni (tanti sono passati dall’esordio di questo spettacolo) su tutte quelle cose della cui esistenza non ci si riesce mai a capacitare. A cominciare dal gelato al gusto Puffo, che non si è ancora capito cosa sia, passando per i talent di cucina, i giocolieri al semaforo, ma persino le adozioni dei figli, gli stupri. Tra il serio e il faceto dunque ci si pone davanti a contraddizioni enormi di questa esistenza. E Gene Gnocchi si rivolge direttamente al Creatore. Lo fa rimanendo come sempre serio per tutto il tempo: a ridere ci pensa il pubblico. Ci racconta così lo spettacolo Gene nell’intervista che potete sentire direttamente a questo link.

Se non ci pensa Dio, ci penso io. A cosa pensi quindi esattamente?
Il canovaccio è abbastanza semplice e interessante. Il protagonista (io) sono venuto a sapere da Aldo Cazzullo (che crede di sapere tutto ma non sa un Cazzullo) che Dio è un’esistenza quantistica. Quindi assolda un elettricista in frequenze quantistiche perché vuol parlare con Dio e chiedergli il perché di tante cose che a lui non vanno giù. Chi meglio di Dio, che vede e prevede tutto, può togliergli certi dubbi? Comincia quindi una battaglia per vedere se Dio è in grado di rispondere anzitutto a queste provocazioni.
E’ uno spettacolo che hai scritto insieme a Luca Fois, Cristiano Micuzzi e Marco Posani. Quest’ultimo un tuo autore storico.
Abbiamo cominciato insieme con Emilio, I vicini di casa. Poi lui ha lavorato con Fabio Fazio e ora ci siamo ritrovati per scrivere questa cosa. E’ stato un bel rincontrarsi perché è una persona di grande valore e di grande valore.
La comicità di Gene Gnocchi, surreale e particolare, continua ad avere una sua attualità.
Non siamo ancora decrepiti! E’ un tipo di comicità che magari non è di facilissima presa, ma quando uno entra in questo meccanismo, lasciandosi irretire dal nonsense e dalla surrealtà ne esce soddisfatto. Vedo dalle repliche che abbiamo fatto che la gente esce molto contenta.

Avresti mai pensato, dopo tanti anni, che Giulio Tremonti tornasse a essere Ministro?
Sinceramente no! (ride, ndr)
Non lo riproponi negli spettacoli?
No, non posso perché dopo averlo imitato mi son ritrovato la finanza in casa quattro volte: non voglio più rischiare!
Entriamo un po’ di più nel tuo intimo: credi in Dio?
No, sono laico. Ma rispetto chi ci crede. Questo spettacolo è anche un’occasione per stanarlo: visto che dici di esserci e prevedere tutto, rispondi a queste domande!
C’è qualcosa nel nostro Universo che, magari anche diverso da Dio, possa dare una risposta alle tue domande concretamente o pensi che tutto ciò su cui ti interroghi sia destinato a restare senza risposta?
Sono tutte domande comiche: mi chiedo del perché dei monopattini, dei voli low cost, di chi ha pensato di creare il Tamagochi. Di conseguenza le risposte potrebbero essere solo comiche, ma nessuno le darebbe perché in tutte queste cose prevale l’insensatezza. E all’insensatezza non si possono dare risposte.
Viviamo in un mondo insensato quindi?
Tutta la vita, assolutamente.
Qual è la cosa più sensata che tu abbia fatto fino a questo momento?
L’intervista con te.
Sei messo malissimo dunque! Dopo le date al Golden ci saranno altre repliche, giusto?
Sì, in tutta Italia: ricominceremo da Treviso, poi Piemonte, Toscana. Faremo una tournée come Dio comanda.
Vedi che Dio allora esiste e ti comanda anche lì!
Massimiliano Beneggi