A 20 anni dalla scomparsa del grande Giorgio Gaber, sono tante le iniziative che riguardano il Signor G per celebrare una delle figure più uniche del nostro panorama artistico.
Una di queste è del Teatro Menotti di Milano, che da oggi 24 ottobre per tutta la settimana rievocherà tre spettacoli di Gaber, con i suoi messaggi visionari, dal valore ancora continuamente in evoluzione.

Dopo il successo di FAR FINTA DI ESSERE SANI a Milano e in tournée nazionale (spettacolo vincitore del Premio Franco Enriquez 2022), Emilio Russo adatta e dirige ancora un testo “storico” e controverso come LIBERTÀ OBBLIGATORIA del 1976, che contiene temi e contenuti assolutamente attuali. Di Libertà Obbligatoria Sandro Luporini scrive a distanza di anni: “Sia io sia Giorgio abbiamo sempre considerato “Libertà obbligatoria” uno dei nostri lavori migliori in assoluto”.
In scena, dal 24 al 29 ottobre, lo straordinario gruppo di FAR FINTA DI ESSERE SANI con la piccola orchestra MUSICA DA RIPOSTIGLIO e i suoi esplosivi arrangiamenti a miscelare musiche e generi, la voce unica di ANDREA MIRÒ, gaberiana per vocazione e ormai per definizione, cantante/attrice dotata di grazia, profondità e presenza e il talento prismatico di ENRICO BALLARDINI. A questo bellissimo ensemble, per dare ancora più peso e valore alle parole e ai contenuti, si aggiunge una coppia di attori di grande forza teatrale come SARA BERTELÀ e GIANLUIGI FOGACCI, tra gli artisti più apprezzati della nostra scena teatrale, per uno spettacolo collettivo che sarà leggero e profondo, ironico ed emozionante e che proverà a restituire il grande senso civile, culturale, ma anche spettacolare e popolare di quella straordinaria e indimenticabile esperienza che è stato il teatro-canzone di cui, per molti, proprio Libertà Obbligatoria è stata l’espressione più compiuta e coerente.

Il 28 e il 29 ottobre, invece, doppi appuntamenti. Nel pomeriggio alle 16 andrà in scena POLLI D’ALLEVAMENTO, con Giulio Casale.
‘Polli d’allevamento’, rappresentato nel corso della stagione teatrale 1978/1979, è stato sicuramente uno dei più importanti spettacoli scritti e interpretati da Giorgio Gaber negli anni ’70 e chiude un decennio contrassegnato da eventi teatrali memorabili iniziati con ‘Il Signor G’ e proseguiti poi con ‘Dialogo tra un impegnato e un non so’, ‘Far finta di essere sani’, ‘Anche per oggi non si vola’ e ‘Libertà obbligatoria’.
È proprio nel corso di quegli anni che Giorgio Gaber si afferma come protagonista assoluto del teatro italiano e al tempo stesso come riferimento critico ed illuminante per un’intera generazione che lo ha costantemente accompagnato nel corso del decennio. Con ‘Polli d’allevamento’ accade qualcosa di importante e di decisivo nel percorso critico e intellettuale dell’Artista e del suo co-autore Sandro Luporini. La polemica nei confronti di una ‘razza’ alla quale si erano sentiti legati da un totale, per quanto critico, senso di appartenenza, arriva qui al suo massimo livello espressivo. E da quel ‘noi’ attraverso il quale fino ad allora si erano espressi, gli autori passano ad un irrimediabile e definitivo ‘Io’ sempre più isolato, polemico e antagonista.
Le serate del 28 e 29 ottobre saranno dedicate nuovamente proprio a FAR FINTA DI ESSER SANI. Sono passati quasi 50 anni, sono tanti. Stupisce e rincuora il fatto che Gaber è riuscito ad anticipare i tempi. A scrivere la storia prim’ancora che questa fosse presente: terribilmente d’attualità, del resto lui era capace di raccontare la realtà come pochi al mondo, ma – allo stesso tempo – di andare oltre.