È tornato su Amazon Prime il programma con Frank Matano, Prova prova sa sa, giunto alla sua seconda edizione.

La prima puntata di solito si tende a farla con gli ospiti migliori, ma questa prerogativa con la tv on demand non c’è più. Infatti il primo episodio vede protagonisti Marta Filippi, Edoardo Ferrario, Macio Capatonda, Lucia Ocone: fatta eccezione per quest’ultima, si ride con difficoltà con gli altri. Negli episodi successivi la situazione non migliora granché in quanto a cast: Francesco Mandelli, Aurora Leone, Maria Di Biase, Francesco D’Arienzo. Per fortuna c’è Francesco Pannofino. Si poteva fare di meglio sul cast, indubbiamente: d’altra parte pochissimi di loro fanno teatro e l’improvvisazione non si improvvisa. Quando la tv tornerà a capire che il teatro è la vera fucina del talento, sara sempre troppo tardi. Tuttavia forse, guardando anche gli episodi successivi di Prova prova sa sa (durano 26 minuti ciascuno) il problema più che negli ospiti è nel format.

Foto da Instagram

Frank Matano (ex youtuber ssopravvalutato che ebbe però il merito di inventarsi tra i primi quel ruolo) fa giocare i quattro concorrenti con prove di improvvisazione, in cui chiede loro di recitare delle dinamiche su commissione. Sono solo tracce quelle proposte: si fa affidamento sulle capacità attoriali dei performer. Per esempio si devono inventare “cose inappropriate da fare con le ceneri di un tuo caro”, oppure “improbabili campagne per il turismo delle Regioni italiane”.

In un gioco si chiede loro di recitare la scena di “una festa a cui si partecipa da imbucati”, ciascuno con un ruolo appena abbozzato: c’è lo scaldapubblico, c’è quella che pensa che tutti siano dei cani e poi c’è la ricca signora indecisa su cosa mangiare. Il quarto escluso (il “festeggiato”) deve indovinare a fine sketch quali ruoli fossero stati richiesti ai colleghi.

Quindi sono chiamati a giocare insieme a un loro amico stretto che arriva a sorpresa (c’è un po’ di Carramba, ovviamente senza lacrime). Nello specifico, Lucia Ocone ripete il suo personaggio di televenditrice insieme alla sua amica che le fa da assistente: deve vendere oggetti improbabili, che scopre solo sul momento quali siano.

In un’altra occasione devono parlarsi solo ponendosi domande: chi fa un’affermazione esce dal gioco. E via via così con una serie di momenti più o meno divertenti. Matano, da dietro a un tavolo, dà punteggi a caso a ogni concorrente: anche il presunto vincitore infatti al termine non esiste. Tutto una fuffa dall’inizio alla fine.

In pratica Prova prova sa sa è un po’ un’intersezione tra Buona la prima (con Ale e Franz) e Stasera tutto è possibile (già imitato recentemente con Fake show). Si stanno chiaramente ponendo le basi per un nuovo modo di fare televisione: dopo i reality e i talent, ecco un’altra maniera per mettere al centro della scena degli artisti, facendoli conoscere sotto un’altra chiave.

Prova prova sa sa è una tremenda scopiazzata di altri programmi, senza né capo né coda. L’unica cosa che funziona davvero è la lunghezza del programma, che rimane piacevole per chi voglia rilassarsi mezz’ora. Due episodi consecutivi (sono cinque in tutto) diventano già troppi, anche se sono costruiti in modo da risultare un’unica grande puntata, con gli ospiti che vanno e vengono alternandosi. La vera comicità è solo in certi sprazzi di fantasia che, per quanto attori, non possono arrivare così facilmente a comando. Troppe le volte in cui non sanno nemmeno i concorrenti come comportarsi: e uno da casa si chiede, dove si ride?

Sembra che questo modo di fare tv ci voglia indurre a divertire con cose che fanno ridere solo i diretti interessati. Stanno partecipando a un party tra di loro, e probabilmente si sono scaldati prima dietro le quinte per essere così entusiasti. O forse fanno solo finta, come quando ti invitavano a una festa di compleanno di un amico e dovevi fingere allegria durante i giochi. Anche qui l’unico che ci guadagna davvero un regalo è Frank Matano, che si conferma tanto miracolato quanto irritante con la sua risata irrefrenabile sui momenti meno divertenti. Qui, però, non c’è nemmeno il premio per gli invitati, che devono fare una figura non tra le migliori e che si farà volentieri a meno di ricordare. Insomma, per dirla come Nanni Moretti: meglio non andare alla festa, si viene notati di più (e meglio)…

Massimiliano Beneggi