Undicesima di campionato: le vittorie di Inter e Juventus che si staccano dal Milan, sempre più in crisi. La Roma che recupera in rimonta credendo strenuamente nelle sue forze. Se l’undicesima giornata di campionato avesse un volto musicale, quello sarebbe In fuga. Come ogni settimana, allora, proviamo a fare una sintesi del weekend calcistico con le canzoni di un commentatore speciale. Questa volta tocca a Francesco Baccini.

Niente Sotto questo sole. È un weekend che inizia sotto i nubrifagi che mettono in ginocchio mezza Italia. Ma non il calcio, e anche per questo non mancano le polemiche specie a Firenze. Andiamo con ordine. I primi tre punti sono del Bologna, che in una partita tutt’altro che in discesa batte 1-0 la Lazio, in evidente crisi di gol. La vittoria del Napoli, contro quella Salernitana che lo scorso anno fece rimandare la festa scudetto, non è affatto scontata sulla carta. Una volta in campo, però, la partita risulta un monologo, con gli azzurri in vantaggio dopo pochi minuti grazie a una rete di Raspadori. Finirà 2-0, senza difficoltà di amministrazione nella gara da parte del Napoli. I ragazzi sono tornati Uniti come l’anno scorso. C’è poco da rilassarsi però: domani al Diego Armando Maradona la squadra si giocherà il passaggio agli Ottavi in Champions’.

Chi invece si complica ancora una volta tutto da solo, insieme a una buona dose di sfortuna, è il Milan che mette a Nudo le sue lacune. La gara con l’Udinese doveva essere l’occasione per ripartire, invece diventa un incubo. Un rigore più che generoso manda in vantaggio i bianconeri con Pereira e i rossoneri non sono mai in grado di recuperare. Il cielo di Milano è nero, anzi bianconero. Tanto possesso palla non basta e quel che è peggio è che sembra aver perso di sicurezza persino Maignan. Pioli deve inventarsi qualcosa, altrimenti i sogni di gloria rimarranno tali, e i tifosi non hanno intenzione di aspettare i successi come fece Penelope con Ulisse.

Altro che Vendo tutto: Galliani lo ha detto chiaramente che vuole tenersi il suo Monza. E i brianzoli vincono (3-1 a Verona in una partita ampiamente dominata) come il Cagliari (2-1 sul Genoa, raccogliendo un po’ di più del meritato). La bella notizia per il calcio italiano è che questi due successi arrivano con cinque marcature a tinte tricolori. C’è ancora speranza. Per Gilardino e i suoi ragazzi, invece, il risultato è una Genova blues notte.

I tifosi della Roma erano ormai rassegnati a perdere in casa col Lecce e a darsi al Golf. Qua qua quando ecco dal 91’ cambia tutto: Azmoun prima e il Superpentito Lukaku (che aveva sbagliato un rigore) poi, regalano un successo insperato. Sempre credere con convinzione nelle proprie forze. In questo Mourinho è ancora un mago motivazionale per qualunque giocatore. In un calcio sempre più gestito da Manager e giocatori viziati fidanzati con Fotomodelle e influencer, è quasi poetico pensare ci sia ancora spazio per chi crede in questo sport diversamente. Se il mister dovesse avere nostalgia del suo Portugal e dichiarare Devo andare via, per i giallorossi inizierebbero guai seri, meglio lo capiscano prima che sia tardi.

Non solo a Roma si festeggia. Nel weekend che non conosce pareggi, trionfano nei posticipi anche Torino e Frosinone su Sassuolo ed Empoli. Ma le partite che diventano principali sono altre. La Juventus scopre che Miretti, appena punzecchiato da Allegri in merito, sa segnare. I bianconeri soffrono per tutta la gara, non creando praticamente nulla, ma tanto basta a vincere contro una Fiorentina in crisi nera di risultati. Ora per la Champions’ non basterà una Preghierina: ci vorrà probabilmente un vero miracolo nella stagione, comunque ancora lunga. Terza sconfitta consecutiva per i Viola, mentre i grandi rivali salgono a 24 punti, rimanendo l’unica squadra attaccata all’Inter. Immeritatamente però: e la Juve deve sapere che non sarà sempre il Venticinque dicembre.

La squadra di Simone Inzaghi fa tutto giusto nella sfida nerazzurra contro l’Atalanta non concedendo Troppa libertà agli orobici. A Bergamo finisce 1-2, col solito gol decisivo di Lautaro, imprescindibile per l’Inter, anche in maglia arancione.

Quel che appare chiaro, almeno in questo momento, è che la capolista non cede minimamente. È la più forte e lo sanno bene i suoi giocatori, che non si nascondono e ostentano sicurezza in campo più che nelle interviste. Giusto così, quando sai di trovare un certo vantaggio sugli avversari, andando in fuga, non occorrono troppe parole. Puoi anche solo metterti a lavorare duramente, rimanendo schivo e concentrato. È proprio così che Francesco Baccini descriveva il Pirata Marco Pantani quando nel 2005 gli dedicava la canzone In fuga. Il brano era una meravigliosa dedica al ciclista scomparso poco tempo prima, di cui Baccini era fan. In quella canzone lo descriveva come un campione ancora in attività, con la sua peculiarità di essere il più forte nelle fughe. Questa volta anche da tutto un mondo che gli aveva fatto male, per poter tornare a sorridere oltre le sue fragilità. Purtroppo cantare una canzone per Pantani non è facile: nonostante molte belle parole è evidente che si sia trattato di un personaggio scomodo. Tuttavia Baccini è genio, fantasia e cantautore allo stesso tempo, da sempre schivo a ogni tipo di regola che non sia quella di fare l’arte a modo suo. Era l’unico che poteva fare un pezzo per il campione di Cesenatico, toccando l’ipocrisia del mondo ed esaltando le qualità di Pantani: ci riuscì. Marco Pantani in fuga, senza fermarsi nemmeno sotto la pioggia, come quella volta al Galibier. Come ha fatto a Bergamo l’Inter, che intanto va..

Massimiliano Beneggi