Torna in onda da questa mattina, alle 7.45 su Italia Uno, Fiocchi di cotone per Jeanie. La serie animata del 1992 fu un vero e proprio cult per quegli anni: andata in onda per la prima volta in Italia nel 1994, consta di 52 episodi. Il primo è Il mio paese. Vediamo la storia, come l’abbiamo raccontata nel libro Bim Bum Bam Generation.

Jeanie è una ragazza appassionata di pianoforte che vive nella Pennsylvania dell’800. I suoi amici sono Bill, un ragazzo di colore che ama suonare il banjo, e Stephen , inseparabile dall’armonica. Insieme giocano condividendo il loro amore per la musica, ma sono accomunati da tanti valori quali il rispetto, la solidarietà e la giustizia.

La mamma di Jeanie muore per un brutto male; il padre si innamora di un’altra donna (Diana) e si risposa. Per la ragazza è un duro colpo: la convivenza con la matrigna si fa difficile e così si fa spostare in collegio vicino a New York per diventare un medico. La sua missione, infatti, dopo la morte della madre, è quella di aiutare le persone sofferenti per malattia, a cui talvolta basta un sorriso per sentirsi vivi.

Serenità che, invece, sembra essere costantemente negata alla protagonista, sempre maltrattata in collegio dove è rassicurata solo dalla presenza di Bill, che lì vi ha trovato un lavoro e intanto suona in una jazz-band. Il ragazzo, però, cadrà in depressione perdendo conseguentemente l’ispirazione. Nella vicina capitale statunitense c’è anche Stephen, trasferitosi per studi: è proprio con lui che Jeanie tornerà a casa una volta finiti gli studi. 

Le accuse ingiuste per ogni difficoltà e le umiliazioni di ogni genere la continuano a ossessionare però: andata a lavorare in una clinica per il tirocinio da infermiera, Jeanie deve seguire le direttive di un medico piuttosto severo. La ragazza vuole aiutare un orfanotrofio in zona, riuscendo a evitarne la chiusura voluta dal sindaco e da tutta la città.

Alla fine Jeanie sposerà Stephen, diventato nel frattempo un compositore di grande fama, mentre Bill realizza il suo sogno andando in tour con la band. 

L’amicizia fra i tre ragazzi è il vero fulcro dell’anime: si difendono l’uno con l’altro sottolineando i principi di libertà, lealtà e democrazia. Del resto questi sono i valori ribaditi a gran voce dalla sigla, forse più famosa dello stesso cartone e diventata in qualche modo un inno per i ragazzi degli anni ’90. 

Senza distinzioni per il colore della pelle, i tre protagonisti si ritrovano più volte a confronto con situazioni di assoluta uguaglianza di regole e principi morali. Pensare agli altri e dedicarsi alle sofferenze altrui significa empatizzare e trovare il modo di sentirsi utili anche nei momenti più delicati della propria vita.

La musica, in questa storia, si rivela uno dei motivi di aggregazione sociale: un modo per sentirsi liberi di essere quello che ci si sente di poter essere e di esprimere ciò che si pensa.

Piccola curiosità: il titolo italiano conferma le intenzioni di pura democrazia esplicitate nel testo della sigla famosissima (cantata da Cristina D’Avena). Il cotone è infatti il simbolo dello schiavismo dei neri. Il cartone non affronta di fatto questo tema, anche perché la schiavitù era già stata abolita da qualche tempo nell’800: tuttavia il personaggio di Bill è centrale proprio per dimostrare la diversità di trattamento nei suoi confronti da parte di gran parte della società.

Massimiliano Beneggi