È partito da ieri Tris per vincere, il nuovo programma con Nicola Savino in onda ogni giorno alle 20.30 su Tv8. La prima notizia è che ormai Tv8 e Nove sono all’altezza dei palinsesti di Rai e Mediaset: i mezzi per fare una doverosa concorrenza non mancano di certo e non si fa nulla per nasconderlo. I personaggi presenti in ogni trasmissione sono a questo punto la certezza che le più recenti televisioni generaliste non intendono risparmiare sui grandi protagonisti.

La seconda notizia è che Tris per vincere è un bel programma, veloce, divertente, spumeggiante. Chiariamolo subito, a scanso di equivoci: non è niente di nuovo e né finge di esserlo. Tris per vincere è la versione 2024 de Il gioco dei nove, come ammette subito in apertura Nicola Savino.

Il famoso game, che esordì su Mediaset negli anni ‘80 con Raimondo Vianello e Luana Colussi, ha un meccanismo molto semplice: due concorrenti provano a fare tris. Per farlo rispondono a strane domande poste da nove vip disposti in una griglia (chiamata condominio) che è appunto quella del tris. Quasi tutto è il gioco è basato su curiosità che i concorrenti devono capire se siano vere oppure false. Chi guardava la trasmissione negli anni ‘90, ricorderà il motto di Gerry Scotti: “Più sono strane, più sono vere”. Vale ancora oggi. Anzi, se possibile sempre di più in un mondo che ormai ci ha abituati a ogni tipo di assurdità.

Anche i vip ricalcano molto quelli delle storiche edizioni Mediaset: non a caso il primo a essere presentato è Gene Gnocchi (presenza quasi fissa all’epoca). Ci sono anche Linus e Patrizia Rossetti a riportarci in quella atmosfera di trent’anni fa che si respira a Tris per vincere. Nei prossimi giorni troveremo pure Susanna Messaggio, Emanuela Folliero e Corinne Clery, entrambe spesso presenti ne Il gioco dei nove.

Anche gli ospiti che non esistevano artisticamente anni fa sono scelti con lo stesso criterio: personaggi famosi, simpatici, capaci di intrattenere con brevi improvvisazioni e di mettersi in gioco. Nella prima puntata tra gli altri troviamo Juliana Moreira, Fabio Canino, Alvin, Scintilla. Insomma, è come se il tempo non si fosse fermato con Tris per vincere: si respira davvero un’aria spensierata che sembra ricondurci a qualcosa assente da troppo tempo sui teleschermi. A fare funzionare il programma è la spontaneità di quella atmosfera, tanto facile da produrre quanto mal tollerata da troppa tv di oggi: è il motivo per cui ogni revival ha generalmente il sapore di un omaggio evitabile, che rischia di rovinare bei ricordi. Non succede con Tris per vincere: Nicola Savino non prova a imitare Vianello e Scotti (e per fortuna nemmeno Papi, protagonista dell’ultima terribile riedizione del 2004), ma dialoga con concorrenti e vip alla sua maniera. Se c’è una cosa che Savino sa fare da sempre molto bene è di entrare nelle case degli italiani con educazione e senza mai urlare, lasciando il doveroso spazio agli ospiti. Tris per vincere è la trasmissione che gli consente più di ogni altra di muoversi in questo modo, alternando personaggi famosi a concorrenti a caccia di un premio che se non cambia loro la vita, la aiuta perlomeno a essere più interessante.

Anche questo è un messaggio importante: basta con questi quiz dove si vincono miliardi senza fare un tubo. A ogni cosa il giusto prezzo.

Tris per vincere (sponsorizzata persino sulla Rai ieri mattina da Fiorello, per chi non avesse capito che allo showman siciliano ormai interessa ben poco restare al servizio pubblico) piacerà e appassionerà. Arriva una settimana prima del ritorno de La ruota della fortuna, altro test sotto i riflettori che ci si augura possa essere trattato alla stessa maniera. In ogni caso, dopo tanti “Non è più la tv di una volta”, sarà meglio evitare di contestare questi ritorni di un’epoca che fu: è un attimo che ce le ritolgano per mettere altre improponibili nefandezze senza un minimo di attenzione autoriale.

Finalmente riecco dunque un programma intelligente, ben scritto, a cui si può giocare da casa, insieme alla famiglia, molto più volentieri rispetto alla scelta di un pacco con un numero e una regione.

Massimiliano Beneggi